benito mussolini adolf hitler antisemitismo razzismo leggi razziali

DUCE E OSCURITÀ – MIRELLA SERRI RACCONTA COME L'OSTILITÀ AGLI EBREI DI BENITO MUSSOLINI ABBIA ORIGINI LONTANE, BEN PRIMA DELL'ARRIVO DI HITLER: “FIN DAL 1910 ESALTAVA LA TEORIA ‘PANGERMANISTA’ DELLA ‘RAZZA BIONDA’. SUCCESSIVAMENTE, CATTURATO DALLE TEORIE DI FRIEDRICH NIETZSCHE, PIÙ VOLTE SCRISSE E RIBADÌ CHE GLI EBREI CON LA LORO RICCHEZZA E PREPOTENZA ‘SI PRENDEVANO UNA RIVINCITA CONTRO LA RAZZA ARIANA CHE LI AVEVA CONDANNATI ALLA DISPERSIONE PER TANTI SECOLI…” – LE CARTE PORTATE ALLA LUCE NEL LIBRO   “IL RAZZISMO DEL DUCE”

mirella serri

Mirella Serri per “La Stampa”

 

La signora Elisa Fuà «durante un veglione tradì la fedeltà coniugale con un ariano»: l'industriale Oscar Morpurgo, divenuto così figlio illegittimo, concepito fuori del matrimonio, di un papà ariano, sfuggì alla rete della persecuzione antiebraica. Con decreto del 3 giugno 1941, al ricco ebreo anconetano, che assieme alla famiglia aveva sempre dichiarato la sua fedeltà alla dittatura, fu concesso di essere «discriminato» e «di essere classificato non rientrante nella categoria dei giudii».

 

benito mussolini 2

Morpurgo era un noto finanziere e un imprenditore: la discriminazione mise a rumore la pubblica opinione. La stampa di regime attivò un battage antisemita per dimostrare la falsità del presunto tradimento della mamma di Morpurgo. Il decreto che salvava Oscar fu annullato. Chi si preoccupò di dirimere la controversia e di occuparsi della pratica? Il Duce in persona.

 

Siglò il documento con una «M» tracciata con la matita blu. L'iniziale del suo cognome sulle carte che decidevano la sorte degli israeliti aveva un preciso significato: a volte indicava la necessità di ulteriori ricerche e molte altre volte siglava la definitiva assegnazione alla «razza ebraica».

giorgio fabre il razzismo del duce

 

A portare alla luce le «M» fino a oggi inedite di Mussolini, che finivano per indirizzare i cittadini israeliti verso un fatale destino, è Giorgio Fabre nel libro Il razzismo del duce. Mussolini dal ministero dell'Interno alla Repubblica sociale italiana (Carocci editore, pp. 549, 49), scritto con la collaborazione di Annalisa Capristo. Fabre smentisce la vulgata, diffusa per anni, che Mussolini non avrebbe dato un personale contributo alla destinazione finale degli ebrei.

 

Al contrario, il leader fascista fu assai attivo e si occupò direttamente dei rapporti che designavano l'appartenenza razziale. Avvenne nel caso di Morpurgo, a cui il capo del governo era anche molto legato: l'industriale fu deportato. Salì sul medesimo treno dell'attuale senatrice Liliana Segre e finì ad Auschwitz, e dal 26 febbraio 1945 di lui non si ebbero più notizie.

leggi razziali

 

Non solo: fin dal 1938 il Duce si dedicò a dar vita a un «razzismo ministeriale e di Stato», osserva Fabre. Lo studioso fa emergere i documenti dell'organizzazione da parte di Mussolini - nei mesi che precedettero la legislazione razziale - di un'efficiente macchina statale che alimentò un razzismo burocratico di cui fino a oggi assai poco è stato raccontato.

 

mussolini leggi razziali

Con un decreto emesso il primo giugno 1938 il capo del governo istituì la commissione che doveva varare provvedimenti legislativi riguardanti «la difesa della razza italiana». I commissari erano sei e a loro poi si aggiunse Gaetano Azzariti, presidente del cosiddetto «tribunale della razza» che faceva capo alla Direzione generale per la Demografia e la Razza, la Demorazza. I solerti funzionari, di cui Fabre ricostruisce le biografie, ricevevano 25 lire per ogni riunione.

 

L'ostilità agli ebrei di Mussolini, osserva lo studioso che si è occupato dell'argomento anche in ricerche precedenti, aveva origini lontane. Fin dal 1910, l'allora giovane socialista esaltava la teoria «pangermanista» della «razza bionda». Successivamente, catturato dalle teorie di Friedrich Nietzsche, più volte scrisse e ribadì, sulle orme del pensatore tedesco, che gli ebrei con la loro ricchezza e prepotenza «si prendevano una rivincita contro la razza ariana che li aveva condannati alla dispersione per tanti secoli».

benito mussolini adolf hitler

 

Quando il dittatore dovette confrontarsi con Alfred Rosenberg, il teorico più amato da Hitler per le speculazioni sui «popoli africani», considerati «una razza inferiore al pari degli ebrei», riprese in mano i propri scritti giovanili. Lo fece per dimostrare, dati alla mano, che il suo razzismo era antecedente e differente da quello dell'alleato germanico.

 

La sperimentazione antisemita e la cacciata degli ebrei dai pubblici uffici fu messa in atto fin dal 1934. A fianco del Duce, a diramare circolari antiebraiche, erano il sottosegretario al ministero dell'Interno (il cui scranno era occupato dal Duce) Guido Buffarini Guidi e il capo della polizia Arturo Bocchini: dinamici e pronti a obbedire agli ordini, comandavano ai prefetti di effettuare controlli e di privare i singoli ebrei, non di rado fascisti della prima ora, degli incarichi di dipendenti o di stipendiati dallo Stato.

benito mussolini 1

 

Il «razzismo segreto», fatto di vessazioni individuali, scorreva in parallelo a quello pubblico. Nel dopoguerra tanti illustri componenti di commissioni e sottocommissioni, come Azzariti, riuscirono abilmente a sfuggire all'epurazione.

 

Addirittura sostenendo di aver avuto, con il loro ruolo istituzionale, una funzione di protezione nei confronti degli ebrei. Azzariti negli anni in camicia nera confermò ripetutamente la sua avversione nei confronti dei «giudei» e si prodigò per le loro condanne. Dopo la fine del conflitto, però, collaborò addirittura con Palmiro Togliatti, ministro di Grazia e Giustizia.

 

HEINRICH HIMMLER GUIDO BUFFARINI guidi

Per giunta nel 1955 venne nominato giudice costituzionale dal Presidente Giovanni Gronchi. Ancor più grave è il fatto che pure il coinvolgimento e le pesanti implicazioni di Mussolini negli arresti e nei trasferimenti nei Lager degli ebrei sono state per decenni ricacciate nell'ombra. Una verità che ora, dopo le carte fatte emergere da questa importante ricerca, non si può più negare

LE LEGGI RAZZIALI DEL FASCISMO mussolini hitlerLE LEGGI RAZZIALI DEL FASCISMO GUIDO BUFFARINI guidi leggi razziali LE LEGGI RAZZIALI DEL FASCISMO mussolini leggi razzialimussolini leggi razzialileggi razziali 3virginio gayda vignettaleggi razziali 1leggi razziali 2UN FOGLIO DI PROTOCOLLO DELLA CORTE DEI CONTI CON L'INDICAZIONE DEI DIPENDENTI PUBBLICI EBREI DA ESPELLERE leggi razziali mussolini leggi razzialiNEGOZIO CHIUSO DOPO LE LEGGI RAZZIALIManifesto della Razza - leggi razziali leggi razziali Manifesto della Razza - leggi razziali leggi razziali leggi razziali

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)