ECCO COSA ACCADE QUANDO CI AFFIDIAMO ALLA "RESPONSABILITA' INDIVIDUALE": NOTTI FUORILEGGE DI BAR E DISCOTECHE A ROMA, MILANO, BOLOGNA E NAPOLI - LE IMMAGINI DELLE FESTE SUI SOCIAL PROVOCANO L'INTERVENTO DEI VIGILI URBANI E I GESTORI SI DIFENDONO: “NON POSSIAMO CHIEDERE AI BODYGUARD DI IMPEDIRE ALLE PERSONE DI ALZARSI IN PIEDI” - CHI VIENE BECCATO RISCHIA UNA MULTA DA 400 EURO, NEL CASO DEI GESTORI ANCHE LA CHIUSURA DEI LOCALI, CHE DI SOLITO PERÒ È QUASI INDOLORE...

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Niccolò Carratelli per “la Stampa”

 

notti fuorilegge di bar e discoteche notti fuorilegge di bar e discoteche

«Non fate foto o video, mettete i telefonini in tasca». L' annuncio ormai è un classico nelle discoteche italiane in cui, in teoria, non si può ballare. Quelle che restano aperte, perché hanno eliminato la pista e si sono trasformate in bar, dove bere cocktail e ascoltare musica, seduti al proprio tavolo. Ma quando, sempre a tarda notte, la voglia di muoversi e di avvicinarsi prende il sopravvento, la preoccupazione principale dei gestori è evitare che ci siano prove del ballo fuorilegge.

 

Perché è già successo che le stories su Instagram, la dirette Facebook o i semplici video celebrativi postati - spesso con tanto di geolocalizzazione - dai presenti abbiano fatto scattare la visita della polizia municipale, il verbale, la multa e, in alcuni casi, la chiusura.

 

A fine settembre è toccato a due locali di Milano, il Sio cafè in zona Bicocca e l' Arizona 2000 in viale Monza, dove gli agenti hanno accertato che decine di clienti ballavano ammassati e senza mascherina. Più o meno quello che si è verificato sabato scorso in un club di via Padova, sempre a Milano: «L' invito parlava di dj set e spettacolo di drag queen - racconta Marco, che l' altra sera era lì - ma all' una e mezza hanno spostato i tavoli e la gente ha cominciato a ballare. I ragazzi della sicurezza chiedevano solo di indossare la mascherina, inutilmente. E controllavano che nessuno facesse video con lo smartphone».

discoteca discoteca

 

Episodi ricorrenti, come ha denunciato anche Monica Forte, consigliera regionale lombarda del M5S. Ha pubblicato una clip eloquente, ricavata da alcune stories su Instagram, relative all' ultimo «fine settimana nei locali della zona Sud Ovest di Milano».

 

A parte correre ai ripari cercando di impedire foto e video, i proprietari delle discoteche assicurano di fare il possibile per evitare assembramenti: «Abbiamo un servizio di addetti al controllo di distanziamento sociale, utilizzo della mascherina e rispetto delle ordinanze anti-Covid - spiega Roberto Cominardi, patron della mitica Old Fashion - ma se non c' è da parte del fruitore finale la consapevolezza, è una battaglia persa».

 

discoteca discoteca

Cominardi è anche presidente provinciale del Silb, l' associazione delle imprese di ballo e spettacolo, e giura che «da noi non facciamo ballare, non è previsto, ma se bisogna chiedere ai bodyguard di impedire alle persone di alzarsi in piedi, non penso che un' azione del genere sia legittima». Insomma, se i clienti danno il via alle danze non autorizzate, la colpa è loro.

 

La vicesindaco e assessora alla Sicurezza del Comune di Milano, Anna Scavuzzo, la vede altrimenti: «Situazioni abusive come quelle scoperte dai nostri agenti non sono tollerabili - dice a La Stampa - Chi non rispetta le regole è potenzialmente lesivo della salute di tutti e in più fa concorrenza sleale». Chi viene beccato rischia una multa da 400 euro, nel caso dei gestori anche la chiusura dei locali, che di solito però è quasi indolore: 5 giorni, quindi si può riaprire in tempo per il week end successivo.

 

Così se la sono cavata i due bar di Napoli, beccati la scorsa settimana in totale assenza delle disposizioni anti-Covid. È andata anche meglio all' Otel di Firenze, solo 24 ore di sospensione dell' attività e 400 euro di multa.

 

Poi ci sono le discoteche davvero improvvisate. Quelle a cui si riferiva l' ultima circolare del Viminale, raccomandando ai prefetti controlli e sanzioni ai locali che offrono «attività danzanti».

 

roberto cominardi roberto cominardi

Come la tavola calda di Anzola Emilia, in provincia di Bologna, trasformata abusivamente in sala da ballo durante l' estate, capace di stipare dentro fino a 200 persone. È stata chiusa due volte, la prima per due settimane, la seconda un mese. O come il ristorante di Albano Sant' Alessandro, in provincia di Bergamo, dove i carabinieri sono intervenuti sabato dopo una segnalazione.

 

Hanno trovato musica ad alto volume e decine di ragazzi danzanti. Niente distanze né mascherine. Davanti ai militari, i gestori hanno dichiarato di aver organizzato una festa privata. Peccato ci fosse stata la prevendita dei biglietti e ci fossero i buttafuori all' ingresso, proprio come in discoteca.

 

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