FACCIAMO A GARA A CHI LA SPARA PIÙ GROSSA? – TANTA CACIARA PER SALVINI CHE IMBRACCIA UN MITRA, MA QUANDO GLI ALTRI LEADER POLITICI SI FANNO FOTOGRAFARE  CON LE ARMI IN  MANO NESSUNO FA UNA PIEGA – IL PRESIDENTE OBAMA, NEMICO DELLA LOBBY DELLE ARMI, NON SI È FATTO SCRUPOLI A FAR PUBBLICARE UNA SUA IMMAGINE MENTRE SI PAVONEGGIA AL TIRO AL PIATTELLO -  E PERSINO LA REGINA ELISABETTA...

Gianluca Veneziani per "Libero"

salvini

 

 Ognuno usa le armi che può per fare la gara a chi la spara più grossa. A volte sono armi di propaganda o armi di distrazione di massa, a volte armi per delegittimare il nemico, gridando "All' armi, son fascisti".

 

L' aspetto più paradossale è che, mentre nel mondo ci sono persone che si armano davvero per seminare morte contro i cristiani, noi siamo attenti solo alla foto di un ministro che non ha mai sparato in vita sua - né coi proiettili né a salve né a Salvini, ovviamente, perché altrimenti sarebbe autolesionismo - e che ha imbracciato un' arma solo durante una visita istituzionale ai Nocs della Polizia.

 

obama

Ma, agli occhi ipocriti di chi lo critica, il pistolero di Pasqua è diventato lui, Matteo lo Sparatore, o almeno il suo spin doctor, Luca Morisi, reo di aver pubblicato sui social la foto incriminata del leader con tanto di commento «Se ne inventeranno di ogni per fermare il Capitano.

 

Ma noi siamo armati e dotati di elmetto!». E tutti allora, ancora più ipocriti, a dire che non scherzava mica Bossi quando annunciava che i leghisti erano pronti a «imbracciare il fucile». O a evocare paragoni sgangherati col Mussolini che teneva sulle spalle un fucile ai tempi della Prima Guerra Mondiale e proclamava il motto «Libro e moschetto, fascista perfetto».

macron

 

guerrafondai Se proprio però dobbiamo dirla tutta, Salvini è in buona compagnia, non di questi leader del passato prossimo e remoto, ma di capi di Stato attuali e di simboli della sinistra mondiale. Che sono quanto di più lontano dal segretario della Lega. Basta spulciare sul web per ritrovare foto di Obama e Macron alle prese con super armi da guerra o fucili da sport.

 

 

Vedi il presunto nemico della lobby delle armi Barack, sì proprio lui, il premio Nobel per la pace, sparare colpi in aria a Camp David con la sua carabina da tiro al piattello e rendere pubblica quella foto del 2012, per vantarsi delle sue abilità da cecchino (evidentemente maggiori di quelle da presidente) e fare il figo agli occhi di una senatrice repubblicana che metteva in dubbio le sue qualità nel centrare il bersaglio.

 

trump 3

E poi vedi Le Roi Emmanuel Macron sentirsi un redivivo giacobino e quasi gridare Aux armes, citoyens, «Alle armi, cittadini», come nell' inno francese, imbracciando un' enorme pistola-drone, un dispositivo mobile a forma di fucile utile a disinnescare strumenti di attacco nemico. Come Salvini, anche lui stava visitando le forze armate del suo Paese, in particolare la base dell' esercito francese a Mourmelon.

 

E allora? Anche Obama e Macron sono dei guerrafondai e degli scriteriati sceriffi?

Rappresentano anche loro una minaccia alla democrazia, un incentivo all' uso delle armi, un' istigazione a delinquere, come sostiene Saviano a proposito di Salvini? E dovremmo revocare anche a loro, oltre al porto d' armi occasionale, pure il titolo presente e passato di presidente, chiedere le dimissioni di Macron e l' ignominia imperitura per Barack?

 

putin 3

Oppure dovremmo processarli in pubblica piazza, e magari sui social, colpendoli con le pericolosissime armi da fuoco chiamate tweet al veleno, insulti dei leoni da tastiera e offese degli haters? O al contrario dovremmo lasciarli liberi di dire, fare e pubblicare foto armati (e nondimeno amati dai cittadini), solo perché loro non sono populisti, stanno dalla parte giusta del mondo e i fucili in mano a loro paiono un po' meno fucili degli altri?

 

simbolo del ruolo La verità è che, sia che tu sia Salvini o Macron o Obama o ancor di più Putin - che di certo non lesina foto munito di fucili da caccia e kalashnikov - o Trump - che si è fatto rappresentare sorridente, stringendo un fucile d' epoca -, l' immagine armi in mano è funzionale all' esibizione di machismo connessa al potere ma soprattutto al ruolo di paladini della difesa nazionale che la loro carica comporta.

 

trump 1

Quegli scatti danno l' idea che è lo Stato, attraverso le forze dell' ordine e gli apparati militari, ad avere il monopolio sull' uso della forza e a garantire la nostra sicurezza. E quindi, più che incentivare la difesa fai-da-te, la giustizia sommaria o il far west, invitano a delegare all' esercito e alla polizia, e in senso lato a chi ci governa e comanda, la tutela della nostra incolumità. Da Hobbes in poi è il Leviatano, simbolo del potere statuale, ad avere in mano, oltre al bastone pastorale per guidare i cittadini, anche la spada per proteggerli.

 

putin 1

E allora dov' è lo scandalo? Piuttosto dovremmo preoccuparci che chi è al potere sia armato soprattutto di buone intenzioni. E non lasci ad altri il compito di realizzare le cose. Della serie: armiamoci e partite

salvini armi

trump 2putin 2renzo bossi armi

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...