robert de niro e il padre

UNA FAMIGLIA ARCOBALENO - ROBERT DE NIRO RACCONTA LA PASSIONE FAMIGLIARE PER IL BATACCHIO: “MIO PADRE ERA GAY, VIVEVA IN MODO CONFLITTUALE LA SUA OMOSESSUALITÀ. COME POTEVA ESSERE ALTRIMENTI, ESSENDO DI QUELLA GENERAZIONE E TROVANDOSI IN UNA PICCOLA CITTA' DELLO STATO DI NEW YORK. ANCHE MIO FIGLIO È GAY. NE ABBIAMO PARLATO ED È SPAVENTATO…” - IL PADRE DELL’ATTORE FINÌ A PARIGI A VIVERE COME UN SENZATETTO…

Fabrizio Barbuto per “Libero quotidiano”

 

Due premi Oscar, due Golden Globe e quattro tra le più autorevoli onorificenze, tra cui quella atta a consacrarlo: «Uno dei migliori attori cinematografici di sempre». Con un talento del genere vi aspettavate che Robert De Niro avesse alle spalle un passato facile?

Non di rado, il genio creativo, scaturisce dalle più turbolente circostanze di vita, e il divo italoamericano sembra darne conferma: «Mio padre era gay», ha dichiarato l' artista.

ROBERT DE NIRO E IL PADRE

«Viveva in modo conflittuale la sua omosessualità. Come poteva essere altrimenti, essendo di quella generazione e trovandosi a Syracuse, una piccola città dello stato di New York?».

 

Forse fu proprio per assecondare le convenzioni di una società bigotta che, Robert De Niro Sr, sposò Helen O' Reilly, negando a se stesso un'omosessualità che porterà la coppia a sciogliersi negli anni '40, poco dopo la nascita del loro unico figlio.

 

DOTI DI PITTORE

Bob crescerà negli Stati Uniti assieme alla madre, mentre il di lui padre, animato dal proposito di estrinsecare le sue doti di pittore nel Vecchio continente, partirà alla volta della Francia, riducendosi a vagabondare lungo i marciapiedi di Parigi come un qualsiasi senzatetto dell' epoca.

 

robert de niro con il padre

In un documentario di cinque anni fa, l'attore ha raccontato di quel genitore con il quale aveva un legame insolito: a consolidare la loro unione non furono le partite di baseball, bensì un amore incondizionato che ebbe modo di manifestarsi fino a quell' improvviso abbandono in merito al quale non gli fu fornita spiegazione: «Mia madre non voleva parlare mai di nulla, e quando hai una certa età queste cose non ti interessano. Io non mi ero accorto che fosse gay, e adesso vorrei che avesse condiviso con me della sua omosessualità».

 

Comprensivo verso quel tormentato patriarca col quale si ricongiunse da adulto, De Niro appare adesso affrancato da qualsiasi forma di rancore, e si compiace del fatto che, la separazione alla quale fu condannato in tenerà età, sia servita a consentire al padre di vivere liberamente un orientamento sessuale di cui non fece più alcun mistero una volta approdato in Europa.

 

«Non fu un padre cattivo. Era molto fiero di me e non è mai stato invidioso della mia carriera. Oggi mi riconosco la colpa di non aver insistito abbastanza perché si curasse quando gli è stato diagnosticato un cancro alla prostata, di cui è morto a 71 anni. Lo celebro attraverso i quadri che tengo affissi alle pareti di casa mia, dei miei ristoranti e dei miei hotel. Voglio rivelare il suo talento a tutti. Mi adorava, esattamente come io adoro i miei sette figli».

ROBERT DE NIRO E SUO PADRE

 

AMATI EREDI

Ed è proprio di uno dei suoi amati eredi che la star, intervistata da The Guardian, ha reso pubblica l' omosessualità. Come per una sorta di benefica legge del contrappasso, De Niro ha oggi la possibilità di conciliare con il figlio quei sentimenti di comprensione che non ha potuto veicolare al padre quando questi ne aveva più bisogno, e non intende farsi sfuggire l'occasione: «Mio figlio è gay. Ne abbiamo parlato e lo capisco. È spaventato dal clima di intolleranza che aleggia negli Stati Uniti».

 

 

Ma qualsiasi siano le apprensioni del ragazzo, egli potrà almeno dirsi certo di fronteggiarle con l' appoggio di un padre che ha imparato a servirsi delle vicissitudini per fare di sé una persona migliore e sensibile al punto tale da donare al cinema alcune tra le più sublimi interpretazioni che esso annoveri. Non a caso Sergio Leone, invitato ad esprimersi sulla star, ne descrisse così la grandezza: «Si butta nel film e nel ruolo con la stessa naturalezza con la quale uno potrebbe infilarsi un cappotto».

IL PADRE DI ROBERT DE NIRO IL PADRE DI ROBERT DE NIRO ROBERT DE NIRO E SUO PADRE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…