the nigro scipio big

LA FOLLIA DELLA CANCEL CULTURE NON HA LIMITI - LA TATE MODERN GALLERY DI LONDRA HA CAMBIATO NOME AL QUADRO DI PAUL CEZANNE, "THE NEGRO SCIPIO". ORA L'OPERA SI CHIAMERA' SOLO "SCIPIO" PER NON URTARE CERTE ANIME BELLE FACILMENTE IRRITABILI - EPPURE IL QUADRO, CHE RAFFIGURA UN UOMO SEDUTO SU UNO SGABELLO, DI SPALLE, STREMATO E APPOGGIATO CONTRO UN MURO, E' UNA DENUNCIA DELL'OPPRESSIONE CHE CONTINUAVANO A SUBIRE I NERI NELLE COLONIE FRANCESI...

Mauro Zanon per "Libero Quotidiano"
 

The Nigro Scipio di Paul Cezanne

Dal prossimo 6 ottobre al 12 marzo 2023, la Tate Modern Gallery di Londra, in collaborazione con l'Art Institute of Chicago, ospiterà una mostra dedicata a Paul Cézanne, il grande pittore francese podi st -impressionista originario Aix-en-Provence (sud della Francia), tra le figure più importanti dell'arte moderna.
 
I curatori hanno detto che la retrospettiva «riadatterà Cézanne, un gigante della storia dell'arte, ai nostri tempi». Ieri, leggendo un articolo del quotidiano britannico The Telegraph che presentava la futura esposizione, abbiamo capito cosa intendono con il verbo riadattare.
 
Per soddisfare il pubblico contemporaneo e rispettare le «nuove sensibilità» politicamente corrette, una delle ottanta opere esposte alla Tate verrà ribattezzata: stiamo parlando di "The Negro Scipio", olio su tela dipinto da Cézanne tra il 1866 e il 1868, che raffigura un uomo nero seduto su uno sgabello, di spalle, stremato e appoggiato contro un muro.
 

PAUL CEZANNE

Durante l'intera durata della retrospettiva, secondo quanto rivelato ieri dal Telegraph, l'opera si chiamerà soltanto "Scipio", per non urtare certe anime facilmente irritabili e che non riescono ad accettare che il quadro è stato concepito da Cézanne un secolo e mezzo fa, in un contesto storico completamente diverso, quando la parola "negro" era di uso comune.
 
Il quadro, peraltro, è una denuncia dell'oppressione che continuavano a subire i neri nelle colonie francesi anche dopo la fine della schiavitù (è stata abolita soltanto nel 1848 su iniziativa di Victor Schoelcher, fervente difensore dei diritti umani).
 
Quello di Cézanne, insomma, era un messaggio potente: l'abolizione della tratta degli schiavi nel 1815 e la seconda abolizione della schiavitù nel 1848, raffigurata nella celebre tela di François-Auguste Biard, «L'abolizione della schiavitù nelle colonie francesi», non hanno cancellato le discriminazioni contro i neri, anzi. Un messaggio "Black Lives Matter" ante litteram, ma a quanto pare ignorato dagli adepti della cancel culture della Tate Modern Gallery.
 

TATE MODERN GALLERY

Michael Raymond, assistente curatore presso la galleria londinese, ha detto che questo approccio, ossia la cancellazione dei termini considerati oggi scorretti, rimuove qualsiasi «ostacolo», permettendo ai fruitori della retrospettiva di concentrarsi solo sul soggetto del quadro. «Le gallerie in Francia hanno sperimentato la rimozione dei termini razziali per concentrarsi sul soggetto. Anche noi abbiamo deciso di non includerli e di focalizzarci sulla persona raffigurata sulla tela», ha detto Raymond.
 

Schiavitu'-in-Congo

L'opera era stata acquistata dal pittore impressionista francese Claude Monet, che la teneva in camera da letto. Oggi è di proprietà del Museo d'arte di San Paolo, in Brasile. Come raccontato dal Telegraph, le informazioni del catalogo preparate per la mostra consacrata a Cézanne, artista abitualmente "apolitico", si concentreranno in particolare sul clima sociale e politico in cui le opere come "The Scipio Negro" sono state concepite, compresi i dibattiti dell'epoca sulla guerra civile americana e la schiavitù. La follia della cancel culture non ha limiti.

vagone di schiavi 1910schiavi salvati dalla tratta sull hms dahpne 1868

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