militari italiani afghanistan

FUGA DA KABUL – LA PROCEDURA DI RIENTRO DEGLI ITALIANI DALL’AFGHANISTAN È STATA AVVIATA: DISTRUTTI I DOCUMENTI CLASSIFICATI, È STATO ATTIVATO IL PONTE AEREO PER PERMETTERE AI NOSTRI CONNAZIONALI DI TORNARE – UN PRESIDIO DELL’AMBASCIATA RIMARRÀ PRESSO L’AEROPORTO DI KABUL. PIÙ DIFFICILE LA SITUAZIONE PER CHI SI TROVA A HERAT, CITTÀ DOVE AVEVA SEDE IL CONTINGENTE ITALIANO E CHE ORA È IN MANO AI TALEBANI. E I COLLABORATORI AFGHANI? GIÀ IN 228 SONO ARRIVATI A ROMA, E…

VITTORIO SANDALLI - AMBASCIATORE ITALIANO IN AFGHANISTAN

1 - LA MAIL DELLA FARNESINA AGLI ITALIANI: «PONTE AEREO ATTIVATO, RIENTRATE»

Fiorenza Sarzanini per www.corriere.it

 

La procedura è stata avviata la scorsa notte con la distruzione dei documenti classificati. Ieri pomeriggio è stato attivato il ponte aereo per riportare in Italia il personale dell’ambasciata a Kabul e i connazionali che vogliono rientrare.

 

Via il personale diplomatico e i collaboratori, ma si cerca di portare fuori dall’Afghanistan anche le persone indicate dal ministero della Difesa che negli anni hanno collaborato con le nostre autorità, con il contingente e con l’intelligence e adesso devono essere protette dalla vendetta dei Talebani. Per questo è stato deciso che il rilascio dei visti per chi è già stato autorizzato avverrà direttamente a Roma.

HERAT - BANDIERA ITALIANA AMMAINATA A CAMP ARENA

 

I diplomatici

Una nota della Farnesina comunica che «alla luce del deterioramento delle condizioni di sicurezza in Afghanistan, sono state avviate le procedure per predisporre il rientro in Italia del personale dell’ambasciata italiana a Kabul».

 

mario draghi luigi di maio

Si è deciso di lasciare «un presidio dell’ambasciata italiana presso l’aeroporto di Kabul, dove si stanno trasferendo la maggior parte delle altre ambasciate presenti in Afghanistan. Ai 50 dipendenti della Farnesina che hanno finora tenuto aperta la rappresentanza italiana guidata dall’ambasciatore Vittorio Sandalli, si aggiungono circa 30 collaboratori e i loro familiari. Ma anche i carabinieri del Tuscania che si sono occupati della sicurezza della sede.

in afghanistan torna il burqa

 

La mail agli italiani

La situazione è fuori controllo, per questo il ministero degli Esteri ha deciso di rivolgere un appello a tutti gli italiani che si trovano in Afghanistan. Lo ha fatto con una mail trasmessa dall’Unità di crisi: «Facendo seguito agli inviti formulati a lasciare il Paese, le comunichiamo che, visto il grave deterioramento delle condizioni di sicurezza, viene messo a disposizione dei cittadini italiani un volo dell’Aereonautica militare nella giornata di domani 15 agosto (oggi, ndr) alle 21.30 circa dall’aeroporto di Kabul.

 

 Le formuliamo l’invito a lasciare il Paese con questo mezzo. La invitiamo a manifestarci immediatamente la sua adesione. Provvederemo a prendere a stretto giro contatto con lei una volta comunicata l’adesione al fine di raccordarci per l’ingresso in aeroporto».

 

lorenzo guerini fine della missione italiana in afghanistan 5.

I 4.000 collaboratori

Sono 238 afghani i collaboratori della Difesa già rientrati in Italia. Altri 390 sono a Herat e si sta cercando il modo di trasferirli a Kabul. Il numero di chi in modi e tempi diversi ha dato supporto al contingente — compresi i familiari — sfiora le 4.000 persone.

 

«Non lasceremo soli gli afghani», ha promesso il titolare della Farnesina Luigi Di Maio. Per questo le autorità militari e i rappresentanti dell’intelligence hanno avviato una ricognizione con tutti i nominativi senza escludere di poter effettuare il trasferimento anche passando attraverso altri Stati in modo da garantire loro sicurezza. È l’operazione «Aquila» che prevede diverse fase di intervento e mira a proteggere coloro che, soltanto per aver lavorato a contatto con i contingenti militari occidentali, potrebbero subire la ritorsione dei talebani.

afghani scappano prima che i talebani arrivino a kabul 1

 

L’evacuazione

Già nei giorni scorsi l’intelligence italiana aveva inviato un’allerta evidenziando come numerosi Paesi avessero deciso di ridurre o smobilitare le rappresentanze diplomatiche: «Gli Stati Uniti hanno annunciato l’intenzione di rischierare la propria sede presso la struttura militare di Hamid Karzai International Airport, così come il Regno Unito e la Turchia. Giappone, Germania e Canada si preparano a chiudere, mentre Danimarca e Norvegia hanno preannunciato una chiusura “temporanea”. L’abbandono delle sedi da parte di Stati Uniti e Regno Unito indebolirà la sicurezza nella “green zone”, dove insiste anche la sede dell’ambasciata d’Italia». L’ultimo avviso prima della ritirata finale.

 

2 - E NELLA NOSTRA AMBASCIATA AL MACERO LE CARTE TOP SECRET

talebani a kandahar

Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”

 

Alle tre di pomeriggio di ieri, ora afghana, l'ambasciata italiana a Kabul ha iniziato a distruggere i documenti riservati e classificati. È il primo step. Il nostro corpo diplomatico si prepara a lasciare rapidamente l'edificio in Great Massoud Road.

 

L'obiettivo è raggiungere il vicino aeroporto, distante poco più di 5 chilometri. Qui potrebbe proseguire il lavoro dell'ambasciatore Vittorio Sandalli e dei suoi più stretti collaboratori. Intanto stanotte partirà da Kabul un aereo dell'Aeronautica militare per rimpatriare tutti i nostri connazionali che sono stati allertati con una mail dall'ambasciata.

 

talebani con gli elicotteri del governo afghano

Lo scalo è controllato dai turchi. Anche Ankara sta valutando il trasferimento dei diplomatici nell'aeroporto, così come i francesi, gli inglesi e gli americani. «Ci stiamo preparando ad ogni evenienza, anche quella dell'evacuazione. Dobbiamo pensare alla sicurezza del nostro personale», ha spiegato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

 

GLI AMERICANI

Lo scenario, in una realtà complessa come Kabul, potrebbe cambiare rapidamente. Basti pensare che fino a giovedì il piano italiano prevedeva lo spostamento del nostro staff nella vicina ambasciata americana. Poi gli Usa hanno deciso di puntare sullo scalo, determinando un cambio di destinazione anche per il nostro Paese.

 

talebani 2

Insomma il modo in cui lasciare la sede, evacuarla e anche dove andare dipendono da come i Talebani entreranno oggi a Kabul. Per esempio, fino a ieri sera, i 5 chilometri di strada che portano dall'ambasciata all'aeroporto erano valutati come sicuri.

 

Già stamattina il quadro potrebbe modificarsi e richiedere, per gli spostamenti, i servizi di scorta dei corpi scelti dell'esercito italiano. Intanto i primi contingenti degli oltre 3.000 soldati americani mobilitati per aiutare ad evacuare l'ambasciata americana di Kabul sono arrivati ieri all'aeroporto.

talebani 4

 

Altri 4.000 marines sono pronti ad intervenire dalle basi nel Golfo. Altre 600 teste di cuoio britanniche sono in arrivo. Si tratta dei militari della 16ma Brigata aerea di assalto. Come confermato dal ministero della Difesa di Londra che prenderà parte all'operazione, che

faciliterà anche il trasferimento del personale e gli interpreti afgani loro collaboratori.

 

IL DRAMMA

Sono invece molto complesse le operazioni per portare a Roma gli afghani che hanno lavorato con l'Italia. In patria rischiano la vita, ma chi si trova lontano da Kabul, l'unica città da cui ad oggi si può partire, è in oggettiva difficoltà.

 

talebani a kandahar

Con l'operazione Aquila 1 sono state già evacuate 228 persone, con Aquila 2 sono pronte a partire in 390. Ma la maggior parte di loro si trova ad Herat. La città è in mano ai fondamentalisti islamici e chi ha lavorato con gli occidentali potrebbe essere giustiziato. Per loro l'unica chance è raggiungere nel più breve tempo possibile la capitale del Paese.

 

bandiera bianca a kandahar

Ma come fare a spostarsi in un Afghanistan in mano ai Talebani? Stessa situazione che attraversano 335 famiglie che hanno avuto rapporti con il nostro contingente militare (un totale di 2.000 persone). La loro posizione è al vaglio delle autorità italiane, ancora non è stato deciso se potarli a Roma o meno.

 

rifugiati

Tuttavia, anche queste persone, si trovano ad Herat. Più fortunati sono invece i 430 afghani che hanno collaborato con il ministero degli Esteri e la cooperazione italiana. Quasi tutti vivono a Kabul, ad eccezione di una novantina che si trova a Herat. Perciò la rapidità inaspettata dell'evoluzione della situazione è un tema che ha condizionato la nostra strategia sui rimpatri.

 

rifugiati a kabul

«I collegamenti con Kabul sono più pericolosi ma la pianificazione è stata modificata e aggiornata ora dopo ora. C'è un impegno massimo per trasportare in Italia chi ha collaborato con noi. Un impegno morale prima che politico. Già in 228 sono giunti in Italia e ora si sta lavorando per accelerare i trasferimenti degli altri, tra cui gli interpreti e i loro familiari. Sono stati amici dell'Italia e li porteremo con noi», promette il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Giuseppe Scarpa

joe biden - riunione sull afghanistan

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...