I GENERALI RUSSI NON SI FIDANO PIU’ DI PUTIN – SECONDO I SERVIZI SEGRETI AMERICANI, A METÀ OTTOBRE I VERTICI MILITARI RUSSI SI SONO INCONTRATI PER DISCUTERE DELLA NECESSITÀ O MENO DI RICORRERE A ORDIGNI TATTICI NUCLEARI IN UCRAINA. E “MAD VLAD”, L’UNICO AD AVERE L'AUTORITÀ DI SPINGERE IL BOTTONE ATOMICO, NON ERA PRESENTE AL VERTICE – MA PER GLI 007 USA AL MOMENTO NON CI SONO INDICAZIONI CHE MOSCA SI STIA PREPARANDO A IMPIEGARE I SUOI DUEMILA DISPOSITIVI NUCLEARI…

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Alberto Simoni per “La Stampa”

 

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Il New York Times ha riferito di un colloquio fra alcuni leader militari russi avvenuto a metà ottobre che discutevano della necessità o meno di ricorrere a ordigni tattici nucleari. Putin - che è l'unico ad aver l'autorità di pigiare il bottone atomico - non era presente. Lo hanno riferito fonti americane d'intelligence citando una valutazione fatta dal National Intelligence Council (Nic). La notizia ha subito rialzato la soglia del pericolo di un'escalation atomica nel cuore dell'Europa anche se la stessa comunità dei Servizi Usa è divisa sulla valutazione della Nic. Alcuni ritengono si tratti di un'analisi basata su informazioni grezze e prese fuori contesto e non rifletterebbe quindi l'intenzione russa di usare l'atomica.

 

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John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale, ha precisato che Washington è stata sempre chiara con la Russia sulle conseguenze catastrofiche in caso di utilizzo di dispositivi atomici aggiungendo che l'America «continuerà a monitorare al meglio possibile la situazione». I sistemi di monitoraggio non sono tuttavia perfetti e non c'è la garanzia che gli ufficiali militari e dell'intelligence Usa riescano ad avvisare con congruo anticipo la Casa Bianca di una eventuale escalation nucleare.

 

Non ci sono indicazioni, comunque, ha precisato Kirby, che Mosca sia stia preparando a impiegare ordigni tattici ad alto potenziale. La portavoce di Biden, Karine Jean-Pierre, ha però puntualizzato che «gli Stati Uniti sono sempre più preoccupati per un potenziale attacco atomico». Gli analisti americani avevano letto nel discorso di giovedì di Putin un segnale di moderazione quando aveva negato l'intenzione di usare il nucleare. Una chiave di lettura suffragata dallo scambio di telefonate fra i ministri della Difesa, Austin e Shoigu.

 

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La Russia ha duemila dispositivi tattici atomici. Sono armi disegnate ad hoc per l'impiego in battaglia e a differenza delle testate nucleari sono portate da vettori a corto raggio. Non sono mai state usate in nessun contesto e non sono di immediato e facile uso. Peter B. Zwack, già attaché militare Usa a Mosca nella seconda amministrazione Obama, al New York Times ha detto: «Non basta un ordine di Putin per magicamente far partire una bomba tattica».

 

A Washington si monitora anche la catena di approvvigionamento militare russo. Ieri l'amministrazione ha fatto filtrare informazioni per denunciare che un numero «significativo» di pezzi di artiglieria destinato alla Russia proviene dalla Nord Corea. Il regime di Pyongyang utilizzerebbe spedizioni fantasma approfittando di navi dirette in Nord Africa e Medio Oriente dove camuffa proiettili per l'artiglieria e altri armamenti.

 

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Quel che l'intelligence Usa non dice è se le armi sono già arrivate. Kirby, comunque, si è detto sicuro di questo canale segreto: «Abbiamo già un'idea dove queste armi verranno dislocate», ha spiegato in un briefing nel quale ha aggiunto che gli Usa useranno tutti gli strumenti a disposizione per contrastare queste spedizioni. Nei giorni scorsi gli Usa avevano sostenuto che la Russia sta cercando di acquistare anche missili aria-aria da Teheran, oltre ai droni che ha già impiegato per colpire infrastrutture civili e centri per la produzione energetica in Ucraina.

 

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Il fatto che Mosca si rivolga a due Stati del vecchio "Asse del Male" è un segnale che le sanzioni stanno funzionando, secondo la Casa Bianca e che l'arsenale russo si starebbe prosciugando. Resta da vedere se il supporto iraniano sortirà effetti sul campo di battaglia dove, dopo la controffensiva ucraina, da qualche settimana si è in una fase di stallo che fa dire a fonti occidentali sentite dalla Reuters, che «il conflitto sarà ancora lungo e sanguinoso». Kiev e Mosca si preparano a un inverno in trincea e a difendere le posizioni, è la convinzione di molti analisti.

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