IL GIOCO DELLA MODA - OGGI APRE I BATTENTI LA "MILANO FASHION WEEK 2017" - GLI STILISTI SI BUTTANO SUL LORO LATO INFANTILE CON ACCESSORI E VESTITI "BABY": DAI "TRANSFORMERS" SUGLI ABITI DI MOSCHINO A HELLO KITTY SULLE BORSE DA SERA (PURE LADY GAGA C'E' CASCATA) - VIDEO

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Gianluca Lo Vetro per la Stampa

 

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Due stilisti, una coppia di pupazzi. E non è un’offesa. Perché, Dolce & Gabbana ora sono due toys in vendita coi loro «fidi amici», 3 cuccioli di labrador e 4 gatti. Il tutto in una scatola-fiaba che illustra la loro storia professionale e familiare. Una dolce astuzia in previsione del Natale ma destinata a fare soprattutto la gioia dei fashion addict. Già, perchè tra i grandi c’è una gran voglia di gioco che si riflette anche nella moda. Gli stessi Dolce & Gabbana hanno dedicato al tema svariate collezioni: da quelle delle fate alle carte da gioco per non parlare dello zainetto a forma di orsacchiotto .

 

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Il fenomeno è l’erede dei kidult codificati negli Anni 80 in America, quando i genitori iniziarono ad adottare i comportamenti dei figli. Uno dei primi a intercettare questa tendenza è stato Karl Lagerfeld che ha creato un pupazzo a sua immagine e somiglianza ora stampato insieme con il suo adorato gattino Choupette, nei capi della neo nata linea «Karl in Paris». Parallelamente, da alcune stagioni lo stilista declina l’idea giocosa nella collezione di Fendi con una serie di pendagli per le borse e di borse stesse che ormai sono una costante delle due F: Fendi Fun.

 

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Allo stesso modo, sono un classico di Prada i Tricks: pendagli che Miuccia ebbe l’intuizione di lanciare quando i ragazzi giravano con mazzi di Winnie the Pooh appesi agli zainetti. Ogni stagione questi «accessori degli accessori» si rinnovano con la loro fisionomia, costruita come in un meccano con elementi da officina: molle, viti e spinotti. Questi Frankenstein ricordano da un lato i robot vintage e dall’altro gli emoticons: il nuovo gioco per adulti entrato nel linguaggio quotidiano attraverso gli sms per esprimere con una sola icona, uno stato d’animo.

 

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A proposito di robot, Jeremy Scott per Moschino, (già firmatario di una Barbie e di una collezione dedicata alla bambola), ha stretto un accordo con la Hasbro produttrice della saga di Transformers. In occasione dell’Ultimo cavaliere ha firmato una capsule dedicata al mostro metallico: dalla cover per il telefonino al mini abito. Nel frattempo alle sfilate di Milano Moda Donna per la prossima primavera estate (al via oggi sino a lunedì prossimo), sta per tornare Hello Kitty. La gattina giapponese è diventata un’icona (anche ambasciatrice dell’Unicef), ma soprattutto un brand glamour della moda indossato dalle star più cool: tuttora da Lady Gaga. Anteprima, marchio nipponico di Izumi Ogino, l’ha riprodotta a tutto tondo in una serie di borse addirittura da sera.

 

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E c’è anche chi pensa ai bambini: Annapurna firma un orsacchiotto vestito di cachemire, Cucinelli ha studiato una giostrina acchiappasogni con animaletti di spugna. Da questa ludofilia deriva una nuova logomania in cui la firma visibile dello stilista abdica al suo cartoon come quello che ognuno di noi puoi costruirsi su uno dei tanti siti di manipolazione delle immagini. Rossella Jardini si prepara a lanciare la Jardinette: una stampa basata sul suo volto replicato in una serie di cloni in colori fiabeschi anche per elegantissimi chemisier.  Le signore però devono stare attente: la moda ludica è un gioco estremamente pericoloso.

 

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Un accessorio basta a modernizzare un abbigliamento classico in un insieme perfetto a qualsiasi età. Viceversa si entra nell’area di rischio del liceo/museo. «In tempi di crisi- commenta il sociologo Francesco Morace - c’è sempre un ricorso al gioco: è una distrazione per sfidare la perdita di certezze nei credo dell’età più adulta. Per giunta, spiazzando le regole, l’attività ludica risponde perfettamente a un momento come il nostro che va ben oltre il cambiamento, sconfinando in una metamorfosi imprevedibile. Oggi sei bruco e domani non sai che farfalla sarai. Insomma il gioco da una ricarica a tutti: moda e consumatore. E tutti ne hanno bisogno».

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