DI GIORNO SPAZZAVA LA POLVERE, DI NOTTE LA VENDEVA - LA STORIA DI UN NETTURBINO ROMANO, DIPENDENTE DI AMA, SCOPERTO A SPACCIARE: I POLIZIOTTI LO HANNO PIZZICATO CON COCAINA E HASHISH - CHE AMBIENTINO ALL’AMA: LO SCORSO LUGLIO IN SETTE ERANO STATI LICENZIATI PER FURTO DI CARBURANTE - A MAGGIO LICENZIATI TRE OPERAI CHE AVREBBERO PRESO SOLDI PER PERMETTERE A PICCOLI IMPRENDITORI DI SMALTIRE RIFIUTI PERICOLOSI NELL'ISOLA ECOLOGICA DI MOSTACCIANO…

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Marco Carta per “il Messaggero”

 

cocaina 3 cocaina 3

Di giorno era impegnato a togliere l'immondizia dalle strade. Nel tempo libero, appesa la ramazza al chiodo, si rilassava con la droga: cocaina e hashish per sé e i suoi clienti. A scoprire il netturbino pusher, un dipendente Ama di 47 anni, sono stati venerdì notte i poliziotti del commissariato San Basilio nel corso di un controllo in via di Tor Cervara dove hanno sorpreso E.C. con circa 5,7 grammi di cocaina e 3,3 di hashish.

 

Alla guida di una Golf nera, alla vista della polizia, ha cercato di sviare un eventuale controllo con una manovra brusca. I poliziotti nell'auto hanno trovato sul lato del sedile passeggero e nel vano vicino al cambio gli stupefacenti, oltre a 330 euro in contanti e due cellulari apparentemente morti. Poi, presso la sua abitazione di San Basilio, il resto: un bilancino di precisione, una busta nera con ritagli di forma circolare per confezionare le dosi e bustine ermetiche. «Sono un operaio dell'Ama, guadagno 1500 euro al mese. Non spaccio. La droga è per me».

 

HASHISH HASHISH

Accusato del reato di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, ieri mattina, rispondendo alle domande del giudice monocratico Simona Calegari, ha provato a giustificare in maniera goffa il possesso degli stupefacenti. Ma la sua versione dei fatti sarebbe stata ritenuta poco credibile degli inquirenti. Secondo i poliziotti, l'uomo, difeso in aula dall'avvocato Simona Tranquilli, immaginando di essere fermato, avrebbe avuto l'istinto di mandare in blocco i suoi due smartphone per evitare ulteriori accertamenti.

 

Senza poi fornire il pin, una volta tratto in arresto: «Non lo ricordo». Il sospetto degli inquirenti è che nel telefono possano essere contenuti nomi e informazioni legati allo spaccio. «Il comportamento nervoso e arrogante, il non aver collaborato fornendo il pin di sblocco dei cellulari, la detenzione di materiale atto al confezionamento - si legge nella convalida d'arresto - sono elementi che inducono a ritenere che sussista il concreto ed attuale pericolo che l'uomo eserciti l'attività di spaccio quale fonte ulteriore di sostentamento personale».

 

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In attesa del processo, previsto il prossimo dicembre, il netturbino dovrà recarsi ogni giorno in commissariato, subito dopo l'orario di lavoro. Sempre che l'Ama non decida di allontanarlo. Lo scorso luglio in sette erano stati licenziati per furto di carburante. A maggio, invece, a perdere il posto erano stati tre operai: avrebbero preso soldi per permettere a piccoli imprenditori di smaltire rifiuti pericolosi nell'isola ecologica di Mostacciano.

 

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