test verginita' soldatesse in indonesia

GIÙ LE MANI DALL’IMENE – CI SONO VOLUTI DECENNI, MA ALLA FINE L’INDONESIA DICE ADDIO ALL’ODIOSO TEST DELLA VERGINITÀ SULLE DONNE CHE VOGLIONO ENTRARE NELL’ESERCITO O IN POLIZIA: LA BRUTALE "VERIFICA" PREVEDE L'INSERIMENTO DI DUE DITA NELLA VAGINA PER VALUTARE SE L'IMENE SIA INTATTO - UNA SVOLTA CHE RIGUARDERÀ UN'ALTRA NORMA ANCOR PIÙ SURREALE: L'OBBLIGO DI ILLIBATEZZA PER LE FIDANZATE CHE VOGLIONO SPOSARE UN UFFICIALE...

Raimondo Bultrini per "la Repubblica"

 

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Ci sono voluti decenni per mettere la parola fine, anche se non ancora formalmente, al "test di verginità", una delle pratiche più umilianti alle quali sono sottoposte le donne indonesiane che vogliono entrare nell'esercito o nelle forze di polizia dell'arcipelago a maggioranza islamica.

 

Con un messaggio a tutti gli ufficiali il capo dell'esercito generale Andika Perkasa ha annunciato che il controllo medico previsto per il reclutamento dovrà essere simile a quello degli uomini, ovvero una semplice valutazione della capacità dei candidati a poter prendere parte al pesante addestramento. La svolta riguarderà un'altra norma ancor più surreale, l'obbligo di illibatezza per le stesse fidanzate che vogliono sposare un ufficiale.

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Numerose organizzazioni dei diritti umani come la Commissione nazionale sulla violenza contro le donne si erano battute per abolire l'obbligo dell'umiliante test fisico, irrilevante e «privo di validità scientifica » come ha stabilito l'Oms nel 2014. Nel maggio 2015 anche la Commissione europea bollò il test vaginale come «discriminatorio e degradante».

 

La decisione dell'esercito non è stata facile per le reticenze e la fortissima resistenza di influenti ambienti militari, politici e religiosi ortodossi. Il rappresentante indonesiano di Human Rights Watch Andreas Harsono ha accolto con soddisfazione le dichiarazioni del generale Perkasa, ma attende ora di vedere il provvedimento scritto nero su bianco. Harsono ricorda che il test, formalmente ancora in vigore, prevede «l'inserimento di due dita nella vagina per valutare se l'imene della donna sia intatto».

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A questa dolorosa umiliazione hanno detto di essere state sottoposte molte poliziotte, soldatesse e mogli di ufficiali intervistate da Hrw, che ha anche raccolto testimonianze di medici civili e militari costretti ad eseguire controvoglia un ordine a loro giudizio irragionevole. «Molte delle donne che abbiamo ascoltato - ha detto Harsono - hanno subito la pratica dagli Anni '70 (in piena dittatura del generale Suharto ndr ) fino al 2012 e 2013.

 

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Ma una poliziotta in pensione era stata "ispezionata" con lo stesso brutale metodo già nel 1965», ovvero durante il governo democratico di Sukarno, mentre nel Paese avvenivano quotidiani massacri di anti-comunisti e anti-cinesi. Hrw ha anche ottenuto copie dei controlli sanitari richiesti ai medici militari con una sezione "Ob-gyn" dove andava indicato il risultato del test sull'imene e due caselle da barrare con scritto "Intatto/ non intatto".

 

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A difendere la legittimità del test, rimasto in vigore sotto l'attuale presidente Joko Widodo, sono stati diversi ufficiali e mufti islamici secondo i quali misura «la personalità e la mentalità della persona» chiamata a «proteggere la nazione». Che una certa mentalità sia dura a morire lo ha ribadito ancora Harsono, per il quale le forze armate indonesiane dovrebbero non solo far seguire subito alle parole un provvedimento scritto, ma anche riconoscere che attraverso i test di verginità si è verificata una violenza di genere. Solo una trasformazione culturale verso il mondo femminile può creare «un modello per le generazioni future».

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