raffaella carra'

GIÙ LE MANI DA RAFFA – LA SINISTRA VUOLE FARE DIVENTARE LA CARRA' UN SIMBOLO DI PARTE: C’È CHI VUOLE DEDICARLE IL DDL ZAN IN UNA SORTA DI MACABRO BATTESIMO POST MORTEM DI UN DISEGNO DI LEGGE SUL QUALE LEI NON SI È MAI ESPRESSA – LEI NON ERA UN’ATTIVISTA E OGGI IL SUO OMBELICO NUDO SAREBBE BOLLATO COME “MERCIFICAZIONE DELLA DONNA” PROPRIO DA CHI VUOLE FARLE INDOSSARE UNA CASACCA: SPERNACCHIATA PERCHÉ POPOLARE E POPOLANA, QUANDO ESPLOSE LE SUE PAILLETTES FACEVANO STORCERE IL NASO A CHI IDOLATRAVA I DOLCEVITA DEI CANTAUTORI… VIDEO

 

1 - GIÙ LE MANI DALLA CARRÀ: GLI ULTRÀ DI ZAN LA ARRUOLANO

Paolo Giordano per "il Giornale"

 

carramba! che sorpresa 1

Pronti via, tutto come previsto: parte la corsa alla Carrà. Se ne è andato un simbolo di tutti che però si vuole trasformare in una bandiera ideologica di qualcuno, in un vessillo da sventolare secondo convenienza. Un rituale trito e ritrito che parte puntuale ogni volta che si perde un' icona nazionalpopolare. Ennò, «Raffaella è mia», come canta Tiziano Ferro in un divertito e devoto omaggio, è mia ma di tutti, senza distinzioni perché la sua carriera è stata popolare, non settoriale.

 

raffaella carra

Ora le si vuole dedicare il Ddl Zan e chiamarlo quindi Ddl Carrà, in una sorta di macabro battesimo post mortem di un disegno di legge sul quale lei non si è neanche mai espressa in pubblico. Esatto, qualcuno le vuole attribuire addirittura una paternità che forse lei neppure avrebbe gradito. I social applaudono, qualche vip ne è entusiasta, molti si rendono conto che sarebbe una forzatura. Un conto è proporre di intitolarle l' Auditorium del Foro Italico, come hanno fatto Mogol e Milly Carlucci. Perfetto, sarebbe un bell' omaggio, oltretutto strameritato. Un altro è farla diventare un simbolo di parte.

 

carramba! che sorpresa 6

Raffaella Carrà è stata la Regina di quella tv che a tanti ha fatto comodo spernacchiare perché popolare e popolana, talvolta intrisa di lacrime consolatorie, talvolta di paillettes ma sempre apolitica, apartitica, aideologica. Non è stata una barricadera, Raffa, non era un' attivista, ha fatto intrattenimento, non campagne elettorali. Qualche volta è stata trascinata controvoglia nelle schermaglie politiche, come capita a tutti i megafoni nazionalpop. A Pronto Raffaella? intervistò il segretario del Pci Natta all' ora di pranzo, è vero, ma non era certo una intervista stile Gruber a Otto e mezzo con un parterre di ospiti adoranti.

 

Insomma adesso scatta la transumanza di comodo, quel tributo opportunista al caro estinto che si vorrebbe evitare ma puntualmente si ripropone. Ricordate Mike Bongiorno, sputacchiato per decenni dall' intellighenzia che poi depose sul suo altare giudizi drasticamente diversi, spesso contrari, talvolta ridicoli tanto erano opportunisti? Ecco.

raffaella carra 22

Dopotutto Raffaella Carrà ha fatto la rivoluzione (del costume) senza essere rivoluzionaria, restando lontanissima dalle bagatelle delle segreterie di partito. E Raffaella è mia, nel senso che è mia di tutti, non di una parte soltanto.

 

Tanto più che la sua «rottura» oggi sarebbe accolta in un altro modo. Oggi il suo ombelico nudo non sarebbe l' ombelico del mondo ma, mutantis mutandis, una grave violazione del «politicamente corretto», un asservimento della donna, una resa incondizionata al voyeurismo maschile. Invece fu una ribellione garbata, un calcio rock ai farisei dell'(allora) politicamente corretto. E lo sketch con Benigni a Fantastico del 1991? Per carità. Oggi i leoni da tastiera (sui social ma non solo) avrebbero le dita fumanti di perbenismo e indignazione.

 

RAFFAELLA CARRA E ROBERTO BENIGNI

 «Gattina, passerottina, crepaccia, pucchiacca, sorca, gnacchera» urlava Benigni in diretta tv al sabato sera, aggiungendo anche, per par condicio, «pistolino, randello, mazza, pesce, uccello, sventrapapere». Allora si rideva, e basta. Si rideva come si rideva nell' avanspettacolo o nel cabaret, candidamente, senza allusioni. E rideva anche chi snobbava, anzi detestava, la Carrà delle «canzoncine» al confronto delle canzoni d' autore impegnate, pesanti, schierate (sempre da una parte sola). Sono gli stessi che oggi si siedono nella curva ultras della Carrà, facendone le veci, nominandola partigiana honoris causa. Ma Raffaella è mia, ossia di tutti, ossia grandiosamente nazionalpopolare e tanti saluti a chi le vuole mettere una casacca senza neppure averle chiesto il permesso.

carramba! che sorpresa 3

 

2 - LA SINISTRA ESALTA RAFFA, NON LA SUA LIBERTÀ

Francesco Borgonovo per "la Verità"

 

Bene, ora anche Raffaella Carrà è stata celebrata urbi et orbi. Ancora qualche istante di commozione e poi il caschetto biondo verrà per sempre rinchiuso in un prigione d' ambra. La Carrà verrà mummificata - proprio lei che amava scatenarsi - nel polveroso sepolcro riservato ai santini laici.

Nemmeno lei ha potuto sfuggire alla tendenza dominante, che prevede di normalizzare, deideologizzare e anestetizzare ogni figura di pur minima rilevanza storica, nell' errata convinzione che soltanto un ritratto asettico possa contribuire alla costituzione di una memoria comune.

Raffaella Carra - Foto Farabola

 

Walter Veltroni, ieri sul Corriere della Sera, ha in qualche modo fissato il canone. Ormai questo è il suo compito: non appena un divo muore, ecco che arriva Mr Crocodile Veltroni con lo sfavillante obituary. Ebbene, anche in questo caso Walter ha sfruttato la sua straordinaria vocazione alla medietà per stabilire quale debba essere la «versione ufficiale» sulla Carrà. Dovremmo ricordarla come colei che insegnò agli italiani «la libertà di vivere la propria vita come la si vuole», ovvero «ciò che ogni società dovrebbe permettere, rispettando e non tollerando, ogni comportamento non lesivo delle libertà altrui».

 

Raffaella Carra a Forte dei Marmi - Foto Farabola

Posto che attribuire a un paio di canzoni molto divertenti e molto ballabili il merito di aver sdoganato la libertà individuale in Occidente è quanto meno eccessivo, nella vulgata veltroniana mancano alcuni particolari non irrilevanti.

Non si può dire, ad esempio, che la Carrà abbia dato il via, da sola, alla «liberazione sessuale». Quella è arrivata per altre vie, altre piazze, altre poesie e altra musica. Forse sarebbe più giusto affermare che Raffaella sia stata una sorta di tramite: portava al pubblico più impomatato della tv in bianco e nero un pizzico dell' energia sessuale, della sovversione dionisiaca che proveniva dai tumulti ormonali dei giovani d' allora. Con grazia aiutò la televisione (non gli italiani, cattolici compresi, che già lo conoscevano) a riscoprire il corpo, e probabilmente davvero ce n' era bisogno. Non fu proprio rivoluzione: più un dispettuccio al bacchettonismo.

 

carramba! che sorpresa

Ma diciamoci la verità. La sinistra che oggi s' appropria delle tute di Raffaella, all' epoca dei suoi ombelichi e dei suoi movimenti d' anca pensava a tutt' altro, almeno quella istituzionale. In parte anche i movimenti, più che agli addominali guizzanti e alle guaine delle ballerine, tenevano ai dolcevita dei cantautori, all' impegno totalizzante, alla demonizzazione del lustrino e dello sculettamento. Va bene, la Carrà dichiarò una volta, in Spagna, d' essere comunista.

Raffaella Carra - Foto Farabola

 

Un' altra volta - come ricorda Giorgio Cremaschi - invitò in studio operai in protesta. Ma rispetto ai progressisti d' allora, nuotava in tutt' altro, edonistico stagno. Negli anni successivi, manco a dirlo, la situazione è molto cambiata, ovviamente in peggio.

In fondo, il motivo per cui la Carrà è piaciuta e piace ancora a tanti riguarda il rispetto dei limiti. Lei mostrava un po' di corpo, ma non troppo. Glorificava il divertimento, ma senza distruzione o autodistruzione.

raffaella carra 9

Era una manciata di leggerezza, meritata e corroborante.

Oggi, però, non vediamo più ombelichi maliziosetti, bensì interi panorami anatomici. Sovraesponiamo, mercifichiamo, modifichiamo e mistifichiamo il corpo. I movimenti Lgbt che hanno eletto la Carrà a regina (nonostante lei sia stata una portabandiera piuttosto riservata), oggi sono pronti a negare la femminilità orgogliosa che lei rappresentava in nome dei diritti trans. Anzi, usano lustrini e caschetti per mettere in scena una caricatura del femminile quasi offensiva.

 

raffaella carra 7

Quest' uso smodato del corpo e della sessualità è l' approdo naturale della «liberazione sessuale», almeno di quella che i «liberal» hanno sottratto al dominio positivo delle forze naturali per consegnarla alla tecnica, agli spiriti selvaggi del mercato, alla commercializzazione. L' antico bacchettonismo, dal canto suo, si è ripresentato sotto forma di sessuofobia, di burocratizzazione del sesso e della sessualità, che oggi viene ricondotta a faccenda di carte bollate riconoscimenti giuridici, imprigionamenti concettuali. Sono, queste, due facce della stessa medaglia, due piante malate le cui radici erano già interrate nelle esibizioni tv della Carrà, ma che lei riusciva comunque - con gran lavoro di forbici - a liberare dalle escrescenze velenose.

 

Di questi tempi il puritanesimo del gender s' accompagna alla pornificazione di massa.

raffaella carra 6

Lo spiegava già Julius Evola nella sua Metafisica del sesso: «La mancanza di pudore tende ad assumere i tratti di una cosa «naturale» e quasi casta, afunzionale, abituale e pressoché pubblica». L' oscenità permanente uccide il desiderio tramite quella che Jean Baudrillard chiamava «desessualizzazione generale».

 

Ecco l' ambiguità di oggi: da un lato troviamo gli eccessi del «siamo tutti puttane»; dall' altro il furore censorio. In entrambi i casi, si sfocia nella meccanizzazione e poi e nella morte dell' eros. La leggiadra sfrenatezza evocata dalla formula magica «a far l' amore comincia tu» diviene caricatura dell' ebbrezza sulle terrazze romane da Grande bellezza. E ci è andata bene, perché se non l' avessero eletta icona gay, forse oggi la Raffa avrebbe subito qualche tagliuzzamento in nome del sessismo. Lei era energia e contegno: noi siamo esagerazione e burocrazia.

 

raffaella carra 4

E ovviamente non può mancare la grottesca contraddizione. Mentre giornali e tv celebrano i balli sbarazzini e fanno squillare le trombe per la potenza liberatrice dei vari tuca-tuca, l' amara realtà ci ricorda che in Italia il corpo è ancora in parte imbavagliato, il contatto umano demonizzato e che le discoteche (quelle che hanno contribuito a far ricca Raffaella) sono ancora, incredibilmente, chiuse.

 

Serrate per i soliti motivi: ossessione per il corpo che si tramuta in religione della salute; puritanesimo snaturato che fa condannare i «luoghi del divertimento» con antico furore sovietico. La libertà di «vivere la propria vita come la si vuole» oggi è, più che mai, l' obbligo di vivere come altri hanno deciso. Nella Carrà, dunque, non celebriamo la libertà che abbiamo conquistato: rimpiangiamo quella che abbiamo perduto. Carramba, che sorpresa.

raffaella carra 5raffaella carra 16Raffaella Carra - Foto Faraboladiego armando maradona e raffaella carra Raffaella Carra e Sergio Iapino - Foto Farabolaraffaella carra Raffaella Carra 13 - Foto FarabolaRaffaella Carra 5 - Foto FarabolaRaffaella Carra e Cristiano Malgioglio - Foto FarabolaMariangela Melato, Renzo Arbore e Raffaella Carra - Foto FarabolaRaffaella Carra 11 - Foto FarabolaRaffaella Carra 11 - Foto Farabolafrank sinatra e raffaella carraraffaella carra raffaella carra 15raffaella carra raffaella carra raffaella carra 3 raffaella carra 10raffaella carra 12raffaella carra 13raffaella carra 14raffaella carra nel film i compagni di mario monicelliraffaella carra 18raffaella carra 17raffaella carra 21raffaella carra 19raffaella carra 20raffaella carra 8

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…