carlo maria vigano papa francesco bergoglo theodore edgar mccarrick

GOMBLODDO IN VATICANO - PARLA CARLO MARIA VIGANÒ: "HO PAURA PER LA MIA VITA. BERGOGLIO VOLEVA TOGLIERSI DI TORNO CHI SAPEVA TROPPE COSE..." - L'EX NUNZIO APOSTOLICO NEGLI STATI UNITI, SCOMUNICATO PER "SCISMA", ACCUSA PAPA FRANCESCO DI AVER COPERTO THEODORE MCCARRICK, ARCIVESCOVO CONDANNATO PER PEDOFILIA: "IL PONTEFICE DEVE A LUI LA SUA ELEZIONE" - "CON LA SCOMUNICA, CHE È PALESEMENTE INVALIDA, SI È VOLUTO CONDANNARMI A MORTE" - GLI SCONTRI CON IL CARDINAL BERTONE E LA "VENDETTA" DI BERGOGLIO SULL'APPARTAMENTO IN CURIA...

Estratto dell’articolo di Franca Giansoldati per “Il Messaggero”

 

Carlo Maria Vigano

L'ultima picconata è sfociata in uno scisma e nella conseguente scomunica. Già ai tempi del cardinale Bertone (di cui Benedetto XVI «era succube») l'arcivescovo Carlo Maria Viganò denunciava implacabile i mali interni della curia.

 

«Per me la verità viene prima di tutto». Il mese scorso è finito sotto processo in Vaticano per aver dichiarato pubblicamente di non riconoscere né l'autorità di Francesco né il Concilio Vaticano II, entrambi delitti di una gravità inaudita. Si è trattato di un passaggio che ha fatto emergere la guerra civile interna, anche se allo stato attuale sembra difficile quantificare l'effettiva area del dissenso.

 

Viganò ex nunzio negli Stati Uniti, e prima ancora ai vertici del Governatorato e in Segreteria di Stato a capo di tutte le nunziature, appare sereno e non intende far marcia indietro. Tuttavia manifesta timori per la sua vita. «Non voglio fare la fine del cardinale Pell». […]

THEODORE MCCARRICK

 

Cominciamo dalla fine, dopo la scomunica, precisamente dove risiede: negli Usa, in Svizzera o vicino a Viterbo dove sta costruendo un centro?

«Dopo la diffusione del mio memoriale sul caso McCarrick nell'agosto 2018 un mio contatto dagli Stati Uniti mi avvertì che la mia vita era in pericolo: per questo non risiedo in un luogo fisso. Non voglio fare la fine del cardinale Pell, né del mio predecessore a Washington, il nunzio Pietro Sambi.

 

Anche lui fronteggiò strenuamente l'allora cardinale McCarrick. Sambi morì in circostanze mai chiarite, dopo un banale intervento. Il certificato di morte rilasciato alla Nunziatura non spiegava le cause del decesso di Sambi al quale non venne mai effettuata un'autopsia».

 

Carlo Maria Vigano

Lei accusa il Papa di essersi mosso in ritardo, ignorando inizialmente gli abusi di McCarrick (poi condannato per pedofilia ed espulso dal collegio cardinalizio ndr). Che prove concrete c'erano?

«Quando ero in Segreteria di Stato come Delegato per le Rappresentanze Pontificie trattai io stesso il caso McCarrick e sin da allora ne chiesi la destituzione dal cardinalato. I miei diretti superiori sono responsabili del non aver tenuto nel debito conto il mio giudizio basato su testimonianze incontrovertibili.

 

PAPA FRANCESCO

Ovviamente a qualcuno in Segreteria di Stato l'operato di McCarrick faceva comodo: penso alle somme ingentissime raccolte tramite la Papal Fundation che McCarrick aveva costituito negli Stati Uniti. Fu proprio a monsignor Sandri, allora Sostituto, che consegnai il mio appunto su McCarrick, ma l'ambizione e le prospettive di avanzamenti di carriera lo indussero a tacere e insabbiare gli scandali».

 

McCarrick era così influente?

«Bergoglio deve a McCarrick la sua elezione e anche per l'Accordo segreto sino-vaticano, fortissimamente voluto dai Gesuiti e dall'establishment democratico, è notorio il ruolo dell'ex cardinale di Washington. La punizione nei suoi confronti decisa solo nel 2019 servì a salvare la reputazione al pontificato.

 

MCCARRICK E GIOVANNI PAOLO II

Purtroppo non vi fu un giusto processo canonico e ai testimoni non fu data l'opportunità di fare i nomi dei complici e il giudice non ha potuto imporre alcun risarcimento per le vittime, poiché Bergoglio si è arrogato il diritto di definire res judicata la causa, senza divulgare il decreto ufficiale, che pure è un atto pubblico. La misura amministrativa decisa doveva nascondere la rete di complicità nonostante i crimini fossero noti da decenni».

 

PAPA FRANCESCO

Come mai nel 2011 lei ebbe scontri con il cardinal Bertone, allora segretario di Stato?

«Fece di tutto per rimuovermi dalla Segreteria di Stato: nel mio delicatissimo ruolo alle nunziature gli impedivo di promuovere i suoi candidati, spesso corrotti. Riuscì così a trasferirmi al Governatorato nel 2009, dove avevo scoperto il ruolo e le complicità nel coprire il malaffare. Benedetto XVI mi convinse ad accettare la nomina degli Stati Uniti».

 

Si dice che lei sia infuriato con Francesco perché le ha tolto l'appartamento in curia mentre Bertone vive ancora nel suo "famoso" alloggio finito anche al centro di un'inchiesta. Come stanno le cose?

«[…] Era chiaramente un'azione vendicativa, Bergoglio voleva togliersi di torno chi sapeva troppe cose e non era manovrabile».

 

Theodore McCarrick

Ma non è eccessiva la sua posizione?

«Se avessi taciuto avrei mancato gravemente ai miei doveri di vescovo come purtroppo fanno tanti miei confratelli. Aggiungo una cosa. Con la scomunica che è palesemente invalida si è voluto in qualche modo condannarmi a morte, ma la verità non può essere uccisa».

carlo maria vigano' 2carlo maria vigano TARCISIO BERTONE E JOSEPH RATZINGER TARCISIO BERTONE E JOSEPH RATZINGER Carlo Maria Vigano

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."