hacker attacco leonardo

HACK ATTACK – ARRESTATI UN DIRIGENTE E UN DIPENDENTE DI “LEONARDO”: IL PRIMO È ACCUSATO DI DEPISTAGGIO, IL SECONDO SI CHIAMA ARTURO D’ELIA ED ERA RIUSCITO A REALIZZARE UN TROJAN E A RUBARE 10 GB DI INFORMAZIONI “TOP SECRET” – L’HACKERAGGIO È DURATO QUASI DUE ANNI, AVEVA COLPITO ANCHE UNA BASE NATO AMERICANA ED È STATO TALMENTE NOTEVOLE CHE D’ELIA L’HA INSERITO NEL PROPRIO CURRICULUM. IL TUTTO È AVVENUTO NELLO STABILIMENTO DI POMIGLIANO D'ARCO. A CHI VENDEVA QUESTI DATI? AI CINESI?

Felice Naddeo per www.corriere.it

 

LEONARDO POMIGLIANO

Con un «cyber attacco» organizzato dall’interno dello stabilimento su numerosi computer aziendali, un dipendente-hacker della Leonardo di Pomigliano d’Arco - l’azienda che si occupa di sicurezza e aerospazio e ha il ministero dell’Economia quale principale azionista - si è impossessato per due anni di dati e progetti «top secret».

 

Alcuni dei quali, secondo la Procura di Napoli che ha coordinato le indagini, strategici per la difesa dell’Italia. L’hacker ha inserito in decine di computer un malware che trasferiva i dati a un server esterno.

 

GIUSEPPE CONTE ALLO STABILIMENTO LEONARDO DI POMIGLIANO

Scoperto grazie alle indagini del gruppo cybercrime della Procura di Napoli, è stato arrestato ed è indagato per accesso abusivo a sistema informatico, intercettazione illecita di comunicazioni telematiche e trattamento illecito di dati personali. In manette anche il responsabile del Cert (Cyber emergency readiness team) di Leonardo spa, organismo deputato alla gestione degli attacchi informatici subiti dall’azienda, accusato di depistaggio.

 

Colpita anche server militare degli americani

 

Arturo D’Elia, il dipendente arrestato, era riuscito anche a colpire, con un attacco informatico, una base Nato americana sul territorio italiano. E, addirittura, l’esperto informatico aveva inserito il cyber attacco - per il quale era stato già condannato - nel proprio curriculum.

 

Nonostante questo reato commesso, D’Elia lavorava per la sicurezza informatica di Leonardo spa. Per gli investigatori, l’attività di hackeraggio, anche se realizzata dall’interno dello stabilimento, può essere comunque classificata come una minaccia da cyberwar o, comunque, un’azione di alto spionaggio.

 

hacker

L’abilità di D’Elia è tale da essere riuscito a realizzare un trojan per trafugare dati difficile da individuare anche per i sistemi di sicurezza informatici di alto livello della Leonardo. Sistemi di sicurezza che sono, peraltro, tipici di un’azienda che si occupa di progetti finalizzati a sviluppare sistemi di sicurezza non solo per la difesa dell’Italia.

hacker

 

La prima falla nel sistema di sicurezza

La prima falla nella rete del sistema di sicurezza di Leonardo è venuta alla luce nel gennaio del 2017, quando la struttura interna di cyber security ha segnalato un traffico di rete anomalo in uscita da alcune postazioni di lavoro dello stabilimento di Pomigliano d’Arco. L’attacco era stato generato da un software artefatto denominato “cftmon.exe”, sconosciuto ai sistemi antivirus di Leonardo.

 

leonardo finmeccanica

Il trojan inserito nei computer riusciva a trasferire i dati verso una pagina web poi sequestrata dagli inquirenti: “www.fujinama.altervista.org”. Dalla prima denuncia di Leonardo, il flusso anomalo di dati sarebbe stato poco significativo e circoscritto a un numero ristretto di postazioni.

 

Le indagini, invece, hanno verificato che l’attacco hacker era stato molto più esteso e significativo. Complessivamente sono stati sottratti, dalle 33 macchine bersaglio di Pomigliano d’Arco, 10 giga di dati, pari a circa 100mila files, riguardanti la gestione amministrativo-contabile, l’impiego delle risorse umane, l’approvvigionamento e la distribuzione dei beni strumentali, nonché la progettazione di componenti di aeromobili civili e di velivoli militari destinati al mercato interno e internazionale.

luigi di maio con profumo e de gennaro alla leonardo di pomigliano

 

Hackeraggio per due anni

L’hackeraggio è durato quasi due anni, tra maggio 2015 e gennaio 2017, con un attacco informatico mirato e persistente, conosciuto come «Advanced persistent threat» o «Apt», poiché realizzato con installazione nei sistemi, nelle reti e nelle macchine bersaglio, di un malware. Il software era stato inserito nei computer attraverso chiavette usb.

LEONARDO POMIGLIANO

 

E permetteva di intercettare quanto digitato sulla tastiera delle postazioni infettate e catturare i fotogrammi di ciò che risultava visualizzato sugli schermi.

 

L’attacco informatico, secondo la ricostruzione operata dalla Polizia delle Comunicazioni, è classificato come estremamente grave in quanto la superficie dell’hackeraggio ha interessato 94 postazioni di lavoro del gruppo industriale, delle quali 33 collocate presso lo stabilimento aziendale di Pomigliano d’Arco. Su tali postazioni erano configurati molteplici profili utente in uso a dipendenti, anche con mansioni dirigenziali, impegnati in attività d’impresa volta alla produzione di beni e servizi di carattere strategico per la sicurezza e la difesa del Paese.

hacker iphone 1

 

Nel mirino anche società del gruppo Alcatel

Oltre alle postazioni informatiche dello stabilimento di Pomigliano d’Arco sono state infettate 13 postazioni di una società del gruppo Alcatel, alle quali se ne sono aggiunte altre 48, in uso a soggetti privati nonché ad aziende operanti nel settore della produzione aerospaziale. Da ulteriori approfondimenti è emersa l’attività di depistaggio da parte del responsabile del Cert di Leonardo, arrestato e posto ai domiciliari, che avrebbe dato una rappresentazione falsa e fuorviante della natura e degli effetti dell’attacco informatico per ostacolare le indagini.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…