HANNO FATTO I CONTI SENZA GLI OSTI - UN MILIONE DI ITALIANI A CENA FUORI MA NON BASTA: “DANNI PER 9 MILIARDI". IL BILANCIO DEI RISTORATORI DOPO LE RIAPERTURE: SENZA SPAZI ESTERNI, PIÙ DELLA METÀ DEI 250 MILA LOCALI SONO RIMASTI CHIUSI – “CON IL COPRIFUOCO LAVORIAMO AL 30% DELLE NOSTRE POSSIBILITÀ. SPERIAMO CHE SI CORREGGANO MISURE INCONCEPIBILI COME QUELLA CHE ORA VIETA IL CONSUMO AL BANCO…”

-

Condividi questo articolo


Niccolò Carratelli per "la Stampa"

 

osti e ristoratori 4 osti e ristoratori 4

Un milione di italiani a cena fuori, l' altro ieri sera, sei mesi dopo l' ultima volta. Il numero lo ha calcolato la Coldiretti, che sottolinea come le aperture serali «valgano da sole, con l' arrivo della bella stagione e la ripresa del turismo, l' 80% del fatturato di ristoranti, pizzerie ed agriturismi». Ovviamente in condizioni normali, non con la chiusura obbligata alle 22 e l' impossibilità di ospitare i clienti all' interno.

 

L' altro ieri sono stati meno di centomila, calcolando anche i bar, i locali che hanno riaperto, neanche la metà del totale di 250 mila a livello nazionale: 116 mila, secondo la Fipe-Confcommercio (Federazione dei pubblici esercizi), sono quelli che restano fermi perché non hanno spazi esterni, la quota restante si trova nelle Regioni arancioni o rosse. Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia, Sardegna, più la Valle d' Aosta. Di fatto, in quasi tutto il Sud la cena al ristorante è ancora un miraggio, a dispetto di un piacevole clima serale. Il paradosso è che al Nord non tutti quelli che potevano ripartire lo hanno fatto, a causa del maltempo.

 

osti e ristoratori 2 osti e ristoratori 2

Da Milano a Torino fino a Bologna, temperature tutt' altro che primaverili e pioggia caduta lunedì sera, proprio all' ora di cena. C' è chi ha comunque sfidato le intemperie, con stufe «a fungo» e ombrelloni, gazebo e tettoie, oppure sfruttando i portici. Lo chef Antonello Colonna, che a Milano ha riaperto il suo «Open Colonna», si lamenta: «I clienti non devono chiedere a noi se, in caso di pioggia, possono finire di mangiare dentro il ristorante - spiega -.

 

Poi qui non possiamo usare i gazebo chiusi su tre lati, perché altrimenti diventano locali al chiuso, ma ho visto che a Napoli li usano, pur tenendo aperta la porta di ingresso».

Se non altro, nelle città del Nord sedersi a tavola alle 20, o addirittura alle 19, 30, non è un gesto contro natura come a Napoli, dove la chiusura obbligata alle 22 penalizza non poco i ristoratori.

 

protesta ristoratori.jpeg protesta ristoratori.jpeg

«L' altra sera c' era anche la partita contro il Torino, che è finita alle 20,30: il tempo non bastava, sono venuti in pochi - racconta Roberto Biscardi, titolare del ristorante "I Re di Napoli", sul lungomare -. A pranzo, invece, abbiamo avuto una buona risposta da parte della clientela». Bilancio positivo anche a Roma, nonostante un clima non proprio da fine aprile: in città negli ultimi giorni sono spuntati ovunque nuovi dehors e c' è chi vanta prenotazioni per tutta la settimana, con sold-out per il week-end sul litorale, da Ostia a Fregene.

 

Questione di punti di vista: «Noi solitamente lavoriamo fino alle 3, con il 70% d' incasso nella fascia oraria notturna - spiegano al telefono da una pizzeria di Campo de' Fiori -. Con il coprifuoco lavoriamo al 30% delle nostre possibilità». Ma la questione del coprifuoco, in realtà, è una «foglia di fico», dice Luciano Sbraga, direttore del Centro studi Fipe-Confcommercio, «non è tanto quello che danneggia i ristoratori, quanto il fatto di non poter lavorare all' interno dei locali».

protesta ristoratori protesta ristoratori

 

Secondo i calcoli dell' associazione di categoria, finora nel 2021 il danno economico ammonta a 9 miliardi di euro e, con l' ultimo decreto, si determina una perdita ulteriore tra i 50 e i 55 milioni di euro al giorno, circa 2 miliardi da qui al 31 maggio, quando cadrà il divieto di consumare i pasti al chiuso, almeno a pranzo.

ristoratori ristoratori

 

«Speriamo che si possa anticipare la scadenza a metà maggio - dice Sbraga - e che si correggano misure inconcepibili come quella che ora vieta il consumo al banco, che prima in zona gialla era possibile fino alle 18, con il distanziamento e una capienza massima nei locali. Si prende il caffè, 30 secondi e si esce, dov' è il rischio sanitario?».

protesta ristoratori 4 .jpeg protesta ristoratori 4 .jpeg

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MI SI NOTA DI PIU’ SE FACCIO IL MARTIRE? – L’ASSENZA DI SAVIANO DAL SALONE DEL LIBRO DI FRANCOFORTE STAVOLTA NON E’ FRUTTO DELL’EPURAZIONE MELONIANA – E’ STATO CHIESTO ALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI QUALI SCRITTORI INVITARE ED E’ VENUTO FUORI UN ELENCO DI SINISTRELLI MICA MALE, DA NICOLA LAGIOIA A CHIARA VALERIO – MANCAVA SAVIANO SOLO PERCHE’ LE DUE CASE EDITRICI CHE POTEVANO INDICARLO NON L’HANNO FATTO. LA PRIMA È “FUORISCENA” DEL GRUPPO SOLFERINO-CAIRO EDITORE (CHE NON È NEANCHE ASSOCIATO ALL’AIE) - L’ALTRO EDITORE CHE POTEVA INSERIRE LO SGOMORRATO NELLA LISTA ERA BOMPIANI, GRUPPO GIUNTI, PER LA QUALE, SEMPRE QUEST’ANNO, SAVIANO HA PUBBLICATO “SOLO È IL CORAGGIO” (MEZZO FLOP). L’EDITOR PRINCIPE DEL GRUPPO GIUNTI È ANTONIO FRANCHINI, CHE SI È MESSO IN TESTA DI…

DAGOREPORT - IN VATICANO LA TENSIONE SI TAGLIA CON L’OSTIA: DOPO IL DAGO-SCOOP PAPALINO SULLA “FROCIAGGINE” E LE "CHECCHE IN SEMINARIO", OLTRETEVERE LO SGOMENTO HA TOCCATO OGGI IL CLIMAX CON L'ATTACCO DELLA MELONA AL CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI, PRESIDENTE DEI VESCOVI E CANDIDATO NATURALE ALLA SUCCESSIONE DI PAPA FRANCESCO, REO DI AVER SCOMUNICATO IL PREMIERATO DELLA COATTA PREMIER E L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA DI SALVINI - LA CURIA ROMANA NON SA COME GESTIRE LA "FOLLIA" DEL PAPA ARGENTINO E SVELENANO (“IN DELIRIO DI ONNIPOTENZA”, “UN PERONISTA INTERESSATO SOLO ALLA VISIBILITÀ SUI GIORNALI”) - LA DESTRA ANTI-BERGOGLIO TREMA IN VISTA DEL PROSSIMO CONCLAVE, BLINDATO DA FRANCESCO CON NOMINE DI CARDINALI PROGRESSISTI, MA LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE: MORTO IL PAPA, I SUOI FEDELISSIMI “OBBEDIRANNO” ALLA MEMORIA O FARANNO COME JE PARE?

DAGOREPORT – ATTENZIONE: LA COATTA PREMIER DE' NOANTRI POTREBBE RIENTRARE IN PARTITA DOPO LE EUROPEE. SE IL CONSIGLIO EUROPEO, NONOSTANTE LA FATWA DI MACRON E SCHOLZ, SCEGLIESSE URSULA COME CANDIDATA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE, LA TEDESCA POTREBBE CHIEDERE I VOTI ALLA MELONA PER EVITARE DI ESSERE UCCELLATA DAI FRANCHI TIRATORI DEL PPE CHE LA DETESTANO (IL PARLAMENTO DI STRASBURGO VOTA  A SCRUTINIO SEGRETO). A QUEL PUNTO LA DUCETTA POTREBBE SIGLARE UN PATTO: I MIEI VOTI IN CAMBIO DELLA VICE-PRESIDENZA O D'UN COMMISSARIO DI PESO E RINEGOZIAZIONE DELL'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITA'...

DAGOREPORT – GIORGETTI È DISPERATO: NON SA DOVE TROVARE I SOLDI PER LA PROSSIMA FINANZIARIA (SI PRESENTA A OTTOBRE MA ANDAVA CUCINATA IERI), MENTRE I PARTITI DELLA MAGGIORANZA, IN PIENA SBORNIA DA EUROPEE, SPARANO PROMESSE IRREALIZZABILI. MA DOPO IL 9 GIUGNO SI CHIUDERA' IL CORDONE DELLA BORSA: E SARANNO BOTTI TRA GIORGETTI E IL PERICOLANTE SALVINI (LEGA VICINA ALL'IMPLOSIONE) – "MELONI, DETTA GIORGIA" SI ILLUDE DI POTER RIDISCUTERE L'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITÀ, BARATTANDOLO ALLA RATIFICA DEL MES - MA A BRUXELLES LA REGINA DI COATTONIA SARA' IRRILEVANTE (I VOTI DI ECR NON SERVIRANNO PER LA COMMISSIONE UE) E GLI EURO-POTERI PREPARANO GIA' UNA BELLA PROCEDURA D'INFRAZIONE PER L'ITALIA – LA PREOCCUPAZIONE DELL'UE PER LA DEBOLEZZA STRUTTURALE DELL’ECONOMIA ITALIANA: NEMMENO I MOLTI MILIARDI DEL PNRR STANNO FACENDO VOLARE IL PIL...

DAGOREPORT – ASPETTANDO IL VOTO, MACRON E SCHOLZ HANNO TROVATO UN ACCORDO DI MASSIMA: SILURATA URSULA ED ESCLUSA OGNI ALLEANZA CON LA MELONI, I DUE LASCERANNO AL PPE, GRUPPO DI MAGGIORANZA, L’ONERE DI TROVARE UN NOME ALTERNATIVO A VON DER LAYEN PER LA COMMISSIONE (NO A WEBER, UN PO' TROPPO DI DESTRA, IN POLE IL BAVARESE SÖDER) – I SOCIALISTI PUNTANO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO, DOVE SANCHEZ FA PRESSIONE SU SCHOLZ PER IL PORTOGHESE COSTA. MA SE LA SCELTA RICADESSE SUI LIBERALI, MACRON PROPORREBBE MARIO DRAGHI - MORALE DELLA FAVA: ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO, LA DUCETTA IN EUROPA SARA' IRRILEVANTE...