maltempo marche

I SINDACI DELLE MARCHE ACCUSANO IL SISTEMA D'ALLERTA DELLA PROTEZIONE CIVILE: PRIMA DELL'ALLUVIONE CHE HA COLPITO LA REGIONE ERA STATA DIRAMATA UN'ALLERTA VERDE, PREVEDENDO AL MASSIMO QUALCHE RAFFICA DI VENTO, MENTRE È ARRIVATA UNA MASSA D'ACQUA EQUIVALENTE A SETTE MESI DI PIOGGIA CHE HA PROVOCATO 11 MORTI E DUE DISPERSI - IL SINDACO DI MONTECASSIANO:  "NON AVEVAMO RICEVUTO ALCUN MESSAGGIO DI ALLARME. COSÌ NON SI PUÒ ANDARE AVANTI…"

Flavia Amabile per “la Stampa”

 

MALTEMPO MARCHE

Per il pomeriggio di giovedì 15 settembre era stata diramata un'allerta verde, il pericolo poteva al massimo essere di qualche raffica di vento più forte di altre. È arrivata una massa di acqua pari a sette mesi di pioggia. Ha provocato undici morti, due dispersi e migliaia di case e attività allagate. Non è la prima volta che il sistema si rivela inefficace e ora sindaci e tecnici si chiedono se sia arrivato il momento di sostituirlo o almeno integrarlo con qualcos' altro.

 

Il primo a chiederlo è Maurizio Greci, sindaco di Sassoferrato. «In caso di fenomeni estremi bisogna attivare un sistema diverso di monitoraggio in modo tale che, se qui i fiumi esondano e abbiamo le persone intrappolate negli edifici allagati, ci deve essere una segnalazione agli altri comuni a valle che, nel giro di poco tempo, tutto questo si scaricherà verso la costa».

 

maltempo marche

Sassoferrato si trova in collina, a 400 metri sul livello del mare, a 50 chilometri da Senigallia. I Vigili del fuoco hanno iniziato a ricevere le prime chiamate per liberare persone rimaste bloccate già intorno alle sei e mezza-sette della sera, la protezione civile locale è stata messa in allerta subito dopo. La prima esondazione a Sassoferrato è avvenuta alle 19.15. La prima esondazione nel centro storico di Senigallia, l'ultimo centro dove si è scaricata l'onda di acqua partita dall'alto, è avvenuta quattro ore dopo.

maltempo marche

 

«In quattro ore un sistema di protezione civile efficace come il nostro è in grado di evacuare intere città o, comunque, le zone dove il rischio è maggiore», spiega Maurizio Greci. «Non importa che i fiumi di Sassoferrato non siano gli stessi che arrivano a Senigallia - spiega.- Quello che conta è far capire che in montagna sta avvenendo qualcosa che in qualche modo provocherà danni più in basso».

 

alluvione marche

Più o meno nello stesso momento in cui travolge Sassoferrato l'ondata di acqua investe Cantiano, in linea d'aria una ventina di chilometri di distanza, ancora più verso l'interno. Alle 19.55 il sindaco lancia l'allarme su Facebook. «Diversi fiumi sono straripati. L'acqua ha invaso le vie centrali del paese. Diverse zone sono già sommerse», scrive. E invita i cittadini alla calma ma a non uscire. A quell'ora Riccardo Pasqualini, sindaco di Barbara, una trentina di chilometri a valle di Sassoferrato, è ancora in Comune.

 

«Ho guardato fuori dalla finestra, pioveva da quattro ore con una sequenza di fulmini mai vista prima. Eravamo senza corrente e senza linea telefonica, totalmente isolati», racconta. Rientra a casa alle nove. A tratti arriva il segnale del cellulare e le notizie. In uno di quei momenti di linea attiva, su whatsapp lo avvertono che ci sono auto trascinate via e persone disperse. Sono le 21.15, l'ondata di acqua sta scendendo.

maltempo marche

 

Sulla costa il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti ha da poco ricevuto un video e una telefonata da un amico che vive a Serra de' Conti, a sette chilometri da Barbara. Ricordando l'inondazione e i morti di otto anni prima, decide di lanciare l'allarme. Mancano due ore all'arrivo dell'ondata di acqua in città. A Senigallia vengono sospesi gli eventi, chiusi gli esercizi pubblici e gli abitanti invitati a tornare a casa. Si salvano tutti. Grazie a un messaggio di un amico del sindaco.

 

maltempo marche

«Ero anche io a Senigallia per un evento in corso in città - racconta Stefano Aguzzi, assessore alla Protezione civile delle Marche -. Ho parlato con il sindaco, mi ha raccontato dell'allarme ricevuto da Serra de' Conti, ho provato anche io a fare qualche telefonata. Il sindaco di Cantiano non rispondeva. Da Cagli mi hanno confermato che stava piovendo molto. Poi ho chiamato la Protezione civile, mi hanno detto che la situazione in alto era complessa. A questo punto, visto come sono andate le cose, sostengo anche io che il meccanismo di allerta vada rivisto per capire se si può fare di meglio», afferma Aguzzi.

maltempo marche

 

È quello che pensano in tanti. Il sistema di allerta attuale sembra sempre più spesso spiazzato di fronte al clima che cambia, incapace di cogliere gli eventi estremi. Leonardo Catena è sindaco di Montecassiano, un comune in provincia di Macerata. «Riceviamo da parte della Regione Marche almeno un'allerta meteo a settimana, se non di più, e ne diamo sempre comunicazione sui social e sul sito del comune. Spesso in quei giorni neanche piove. Invece giovedì sera ci sono stati allagamenti e smottamenti in diversi Comuni, con diversa intensità ma non avevamo ricevuto alcun messaggio di allarme.

maltempo marche

 

Non voglio dare la colpa a nessuno, ci sono di sicuro dei motivi tecnici validi, ma così non si può andare avanti. Questa violenza di eventi è nuova e va affrontata con mezzi nuovi. Nel mio comune abbiamo attivato un meccanismo via whatsapp per avvertire le famiglie del territorio ma, se manca la comunicazione dall'alto, serve a poco».

 

 «Un sistema diverso per dare gli allarmi è ormai necessario - conferma Riccardo Picciafuoco, architetto paesaggista, vicepresidente del Parco del Conero - basterebbe anche servirsi dei cellulari con un messaggio quando c'è un rischio concreto come quello che si è manifestato a monte di Senigallia. Dovrebbe essere l'abc della gestione delle emergenze, in questo caso avrebbe potuto salvare delle persone».

 

«Lascia preoccupati e perplessi che una situazione di allerta sia stata affrontata da un singolo sindaco soltanto attraverso il buonsenso», sostiene Andrea Dignani, geologo, consulente scientifico del Wwf e profondo conoscitore della situazione idrogeologica delle Marche, riferendosi al video ricevuto da Massimo Olivetti.

 

maltempo marche

«Mi sembra giusto a questo punto pensare di attivare nuove forme di monitoraggio. Come accade per le frane, si può pensare a un allarme automatico quando il livello dei fiumi supera una certa soglia. Oppure si possono aggiungere all'allerta attuale le previsioni di scenario, un manuale di istruzioni per ogni comune su quali parametri definiscono una situazione di allarme per una piena e come affrontarla». Se possibile prima del prossimo mancato allarme.

Articoli correlati

SALE A OTTO MORTI E 4 DISPERSI IL BILANCIO DELL'ALLUVIONE CHE HA COLPITO NELLA NOTTE LE MARCHE...

IL NUBIFRAGIO CHE HA COLPITO LE MARCHE E STATO IL PIU INTENSO DEGLI ULTIMI 10 ANNI! - NEL COMUNE DI

COSA NON HA FUNZIONATO? - NELLE MARCHE SI CERCANO ANCORA TRE DISPERSI NEL NUBIFRAGIO. INTANTO...

ALLUVIONE NELLE MARCHE: 7 MORTI NELLA PROVINCIA DI ANCONA E ANCHE TRE DISPERSI

ALLUVIONE NELLE MARCHE: LA DISPERAZIONE DELLA MADRE CHE SI E SALVATA MA HA PERSO IL FIGLIO...

maltempo marche maltempo marche

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)