mostro di firenze

L’ETERNA INDAGINE SUL MOSTRO DI FIRENZE - PISTE MAI BATTUTE ED ELEMENTI TRASCURATI IN 44 ANNI DI INDAGINI: RITROVATE UN'ARMA E UN PROIETTILE NELLA ZONA DEI MONTI DELLA CALVANA DOVE C'ERANO I CAMPI PARAMILITARI DELL'EVERSIONE NERA - TORNA L'IPOTESI DEL “BRANCO” E DEI RITI DI INIZIAZIONE - IL RUOLO DI GIANPIERO VIGILANTI E IL FAMIGERATO “SECONDO LIVELLO”

Lodovico Poletto per “la Stampa”

 

IL CASO DEL MOSTRO DI FIRENZE - GIAMPIERO VIGILANTI

Se il primo non è un delitto del mostro allora gli anni sono soltanto 44. E la metà delle persone che adesso scavano - ancora - su questa storia erano poco più che bambini, allora. Piove a Firenze; piove a Vicchio e sui monti della Calvana, dove c'è una vedova che, da sola, piange la sua bimba e il suo povero marito. Piove a Scandicci, terra di misteri e sangue. Il mostro di Firenze è ancora lì, fantasma di questa terra di omicidi in serie, nelle campagne della Toscana.

VITTIME DEL MOSTRO DI FIRENZE - OMICIDIO DEGLI SCOPETI

 

NOMI E SOPRANNOMI

Quarantaquattro anni dopo quella prima maledetta storia, la faccia del mostro non è ancora stata del tutto disegnata. Anzi, dei mostri, perché ormai è chiaro che da queste parti chi ammazzava coppiette in mezzo ai boschi non era un mostro soltanto. Erano in tanti. E qualcuno l'hanno preso. C'era Pietro Pacciani che chiamavano il Vampa, «perché s' avvampava subito e diventava una bestia», c' ra il Lotti, detto "katanga", e c' era anche il Vanni.

 

giampiero vigilanti

E poi c'erano gli altri ancora senza nome, figli di questa terra che non ha dimenticato quelle storie orribili, ma trova anche il modo di giocarci su. Per dire: alla trattoria Baldini, alle porte del centro, c'è un quadretto accanto alla porta. Che racchiude il viso - ancora giovane - di uno dei proprietari e battute scherzose scritte attorno. E chi va lì mangiar la ribollita o un ossobuco memorabile guarda sorride e se ne va: «Eh, sì, ecco il nostro Mostro».

 

Ma giù, al palazzo di giustizia, su questa storia nessuno ride. Anzi, tutti tacciono. Perché sta a vedere che stavolta, forse, salta fuori una novità importante. Intanto hanno trovato l'ogiva di una pistola calibro 22. Era dentro un cuscino nella tenda dove vennero ammazzati Nadine e Jean Michel: anno 1985.

 

LA POLIZIA SU UNO DEI LUOGHI DEL DELITTO DEL MOSTRO DI FIRENZE

L'hanno trovata gli investigatori Ros dei carabinieri tre anni fa, e adesso la questione è stata annunciata urbi et orbi. Vista così è un elemento che potrebbe far nascere dibattiti sui sopralluoghi fatti all' epoca, magari un po' troppo frettolosi o forse con tecniche d'indagine che oggi non si usano più. Ma con il fatto che ci sono due indagati nuovi sembra che qualcosa di clamoroso possa saltar fuori da un momento all'altro.

 

Per intanto emergono elementi che fino a ieri nessuno conosceva perché conservati meglio dei segreti di Fatima. Tipo: la pistola del delitto s'è sempre detto che era una Beretta modello 70, calibro 22. Non l' hanno mai trovata. Ora, si scopre che, sempre un paio di anni fa, ne è stata rinvenuta una di quello stesso tipo in un rio, nella zona della Calvana. Era lì chissà da quanti anni. L'hanno scrostata, ripulita perbene e hanno scoperto che in canna aveva proiettili calibro 22 Winchester, serie H, che sono lo stesso tipo di munizioni usate per ammazzare le coppiette.

 

VITTIME DEL MOSTRO DI FIRENZE - OMICIDIO DEGLI SCOPETI - NADINE MAURIOT E JEAN MICHEL KRAVEICHVILI

È quella l'arma? Non si sa. Perché il percussore è stato limato. Cioè: è stato modificato con due o tre sapienti colpi di lima da chi l'ha gettata. Per capire: è come se uno si fosse bruciato le impronte digitali per non farsi scoprire. Quindi vai a sapere adesso se è proprio quella l'arma che ha sparato il proiettile trovato nel cuscino.

 

In questa storia c'è anche un avvocato che val la pena di ascoltare. Il suo nome è Vieri Adriani ed è l'uomo che assiste da sempre i famigliari delle vittime francesi. Adriani è convinto che ci sia un' altra pistola. Non una seconda, ma proprio un' altra. E l' aveva pure individuata. Era una High Standard.

 

giampiero vigilanti

Che aveva in casa un uomo che si chiama Giampiero Vigilanti, 88 anni, un ex soldato della Legione Straniera. Uno a cui piaceva far saper quanto era coraggioso - e spietato - in battaglia. Tanto che sul quotidiano La Nazione - nel giugno del 1964 - racconta a puntate le sue gesta. Vent'anni fa, invece, si fece fotografare con in mano quell' arma. E che, guarda caso, adesso è scomparsa. Gliel'hanno rubata nel 2013. E Adriani è furibondo. Dice. «Prima avevamo un' arma, ma non un proiettile del mostro con cui confrontarla. Ora abbiamo il proiettile ma l'arma non c' è più. Guarda che caso».

 

Ma c'è di più. Vigilanti, che oggi sembra un nonno, ma molto, molto in forma, è indagato perché sospettato di esser uno dei killer di Firenze. E con lui il suo ex medico curante, tal Caccamo. Che, dicono, Vigilanti abbia tirato in qualche modo in mezzo. Ma perché trent'anni dopo saltano fuori questi nomi? Per capirlo bisogna tornare indietro nel tempo.

 

IL "LEGIONNAIRE" VIGILANTI

pietro pacciani

Occorre andare a quando in questo scampolo d'Italia accadeva di tutto. Quando nella zona della Calvana c'erano i campi paramilitari dell'eversione nera. E c'era la banda dei sardi che si occupava di sequestri di persona. Soffiantini, ad esempio, venne trasferito da queste parti. E c'è di più. Qui l'eversione nera metteva a segno attentati ai treni.

 

A Vernio nel 1984 ci fu quello al Rapido 904. Vernio è in provincia di Prato. Ovvero a un tiro di schioppo da Firenze. Nel 1969 a San Benedetto val di Sambro (Bologna) ci fu l'attentato all'Italicus. Il 21 aprile del '74 a Vaiano, sempre vicino a Prato, salta per aria un binario sul quale deve passare il direttissimo Parigi - Roma.

 

Il treno non viene coinvolto e non ci sono vittime. Ma c' è un' inchiesta nella quale finiscono 74 persone. I condannati, però, sono pochi. Nelle carte di quel processo si parla anche di un «legionario», ma non c' è il nome. Di più? Da queste parti, allora, di armi ce n'erano più che nel periodo della Resistenza. Una volta qui venne sequestro un carico di 100 mitragliatori Mab. Un'altra: i carabinieri fermarono un'auto con ragazzi romani a bordo di una 500 carica di esplosivi e mitra. Basta? Forse no, perchè ci sono elementi ancora più suggestivi.

i misteri del mostro di firenze

 

Tipo: Vaiano è il paese dove ha vissuto Gianpiero Vigilanti, il legionario, oggi indagato. Che da un bel po' di anni vive a Prato. Suggestioni. Ma sta di fatto che Vigilanti, quando ancora stanno cercando l'assassino finisce dritto nel mirino degli uomini dell' Arma. Lo perquisiscono. E lui la sfanga. Conosce Pacciani. Ma è poca roba. Però il faro sull'uomo che si vantava di aver fotografie con in mano le teste mozzate in Indocina non s'è mai spento. Sì, ma che c'entra l' eversione nera con il mostro? Qui sta il bello.

 

L'ULTIMA TEORIA

i delitti del mostro di firenze

L'ultima teoria è che uno o due o più di quelli che hanno partecipato a quei campi sia l'autore materiale di diversi delitti. Quasi come momento catartico e di gruppo. Oppure come prova di coraggio, o perché è un'azione di gruppo. Una teoria, è vero. Ma ha un suo fondamento. E Vigilanti è indagato. Vieri oggi minimizza l'importanza di queste ultime svolte. Giura che anche se archivieranno tutto non farà opposizione. Perché «più a nessuno importa 'sta storia». A lui sì, però.

 

E intanto esamina carte. E fa fare verifiche. Tiene contatti. E cerca elementi. Il mostro ha ancora una parte coperta, che forse è quella più brutta. Perchè racconta che la parte più oscura, o più torbida, è ancora da svelare. Chi riempiva di denaro Vanni e Pacciani, due mezzi spiantati ma con soldi come se piovesse? E Vigilanti, l'indagato?

GIAMPIERO VIGILANTI

 

Era un operaio di basso profilo. Ma aveva in garage una Lancia Fulvia che per quegli anni non era proprio adatta a uno che vive in una casetta grossa un pugno e non ha grandi entrate. Chi c'era al secondo livello? E perché alle ragazze hanno fatto di tutto, dopo morte? Ecco bisogna trovare quei mostri lì. Se sono ancora vivi.

gli omicidi del mostro di firenze

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…