sciopero amazon

LAVORARE A UN (ALGO)RITMO DISUMANO - LO SCIOPERO DEI DIPENDENTI DI AMAZON, SPREMUTI DA CONDIZIONI DI LAVORO INFERNALI CON CONSEGNE SPINTE AL MASSIMO, HA AVUTO UN'ADESIONE DEL 75% (MA SECONDO L'AZIENDA E' STATA "TRA IL 10 E IL 20%"): "IL GOVERNO CI AIUTI" - I CONSUMATORI PERÒ SI LAMENTANO: "CLIENTI IN OSTAGGIO. LA PROTESTA È GIUSTA, LE MODALITÀ SONO VECCHIE..."

1 - IL PRIMO SCIOPERO AMAZON: "PRECARIATO SELVAGGIO, IL GOVERNO DEVE AIUTARCI"

Claudia Luise per "La Stampa"

 

sciopero dei lavoratori amazon

Hanno incrociato le braccia i corrieri, gli addetti agli hub e alle consegne e gran parte della filiera che lavora per Amazon: ieri per la prima volta uno sciopero strutturato, in tutta Italia, ha colpito il colosso dell'e-commerce.

 

Organizzata da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, alla base della protesta iniziata in mattinata con presidi fuori dai cancelli di quasi tutte le sedi italiane c'è la richiesta di ritmi di lavoro «più umani» e non «regolati da un algoritmo che non tiene conto delle persone».

 

sciopero contro il modello di lavoro di amazon

I lavoratori interessati sono circa 40 mila, ma c'è una forte differenza tra le adesioni che certifica l'azienda e quelle rivendicate dai sindacati: per la multinazionale il tasso di adesione allo sciopero è stato inferiore al 10%, mentre quello riferito dai fornitori è intorno al 20%.

 

Cifre che contrastano nettamente con la ricostruzione dei sindacati, che parlano di adesione media del 75%, con punte del 90% in alcuni territori. Incide il fatto che la maggior parte dei fattorini non è assunta direttamente da Amazon, ma da ditte che hanno in appalto le consegne.

 

sciopero contro amazon e il suo algoritmo

Lo sciopero italiano travalica i confini nazionali. La Confederazione europea dei sindacati parla di «cronica riluttanza di Amazon a stabilire un sistema di relazioni industriali equo e trasparente».

 

Messaggi di solidarietà anche dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti: «Fratelli e sorelle italiani, buona fortuna per il vostro sciopero. Questa è una lotta globale, una lotta di giustizia e siamo dalla vostra parte», il messaggio in un video di Jennifer Bates, sindacalista dell'Alabama che nei giorni scorsi davanti alla Commissione bilancio del Senato americano ha raccontato le «estenuanti condizioni di lavoro» nel suo stabilimento Amazon.

 

sciopero amazon

"È l'ora del rispetto"

I sindacati italiani sono compatti nel chiedere un cambio di passo nei rapporti e nel modo di lavorare. «Serve l'immediata riapertura delle trattative», afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini sottolineando la necessità di «atti concreti da parte di Governo e Parlamento».

 

Anche il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, spiega che «vanno superate forme inaccettabili di arbitrio dell'azienda su precariato selvaggio e continuo turnover di personale». Il punto per tutti è che «le persone non sono merci, flessibilità e tutele vanno contrattate».

 

sciopero amazon in tutta italia

Per questo, rimarca il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, «Amazon e le multinazionali rispettino il sindacato e si assumano responsabilità sociale». A prendere posizione pure vari esponenti politici e il Pd, con il vicesegretario Giuseppe Provenzano, vuole incontrare i dipendenti «per difendere i diritti del lavoro nell'era dell'algoritmo».

 

L'azienda si difende

Proprio l'algoritmo che regola il lavoro è uno dei punti più contestati perché costringerebbe i driver a corse contro il tempo, mettendo a rischio la sicurezza. «Non è così, è solo una tecnologia che determina qual è il corretto numero di consegne, in base alle zone dove devono essere effettuate, per ottimizzare il processo - spiega Marco Ferrara, responsabile dei fornitori dei servizi di consegna Amazon Logistics -. È una stima basata sulla giornata lavorativa e sulle ore settimanali, tiene conto delle norme stradali ma evita che ci siano troppi ritardi. Ci possono poi sempre essere imprevisti, ma le aziende terze che hanno in appalto il lavoro hanno persone interne ai nostri magazzini che, se si accorgono del ritardo, inviano altri corrieri».

 

protesta contro amazon

E sottolinea anche che vengono effettuati «controlli regolari sulla conformità dei nostri fornitori di servizi di consegna. Se si riscontra che un fornitore sta violando le norme, interrompiamo il contratto. Quando si verificano queste situazioni - assicura Ferrara - ci adoperiamo affinché i corrieri possano continuare il loro lavoro con il fornitore che subentra».

 

La lettera ai clienti

Nel mezzo della battaglia ci sono i consumatori. «L'impegno verso i nostri dipendenti e quelli dei fornitori di servizi di consegna è la nostra priorità assoluta», scrive la numero uno di Amazon Italia, Mariangela Marseglia, in una lettera ai clienti. E poi rimarca: «Mettiamo al primo posto i nostri dipendenti e quelli dei fornitori terzi offrendo loro un ambiente di lavoro sicuro, moderno e inclusivo, con salari tra i più alti del settore».

 

2 - LUIGI GABRIELE DI CONSUMERISMO NO PROFIT: "SERVIZIO ESSENZIALE, I CLIENTI NON POSSONO RIMANERE IN OSTAGGIO. PROTESTA GIUSTA, MA LE MODALITÀ SONO VECCHIE"

Sandra Riccio per "La Stampa"

 

i lavoratori di amazon

«Non siamo contrari alle richieste dei lavoratori Amazon, né siamo contro lo sciopero, che è un diritto intoccabile. Ma contestiamo la modalità di svolgimento, è superata la prassi di colpire i consumatori per attuare proteste che, alla fine, finiscono per arrecare danno ai cittadini» dice Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo No Profit. L'associazione aveva definito sbagliata la protesta dei 40 mila lavoratori del gigante delle vendite online.

 

Cosa non va?

«Si pensi agli scioperi dei trasporti o dei distributori di carburante: seppur fondati, creano disagi alla collettività, e prendono i cittadini in ostaggio per rivendicazioni sindacali. Amazon esiste perché risponde a richieste di mercato ma soprattutto, in questa fase di emergenza, è una società che, come le altre piattaforme online, va equiparata a un servizio essenziale. Mai come in questo momento, con buona parte del Paese in zona rossa, ci sono persone che contano sul commercio elettronico».

 

i lavoratori amazon

Le condizioni di lavoro non vi interessano?

«Assolutamente sì. E riteniamo fondate le rivendicazioni dei lavoratori, perché in qualsiasi settore devono essere garantiti diritti, equità e sicurezza. Ma proprio perché la vertenza riguarda questioni contrattuali, perché a pagarne le spese deve essere il consumatore? È possibile, con gli strumenti tecnologici oggi a disposizione, fare proteste che arrechino danno al datore di lavoro senza colpire i cittadini? È questa la domanda da porsi».

 

i lavoratori di amazon

Amazon piace per i prezzi e le consegne rapide. Davvero tutto questo vale più delle condizioni di lavoro?

«Certo che no. Ma il problema non è solo Amazon e non va demonizzato l'e-commerce. Ma lo sfruttamento dei lavoratori tocca ogni ambito, basti pensare alle grandi griffe che producono in Paesi dai salari bassissimi. Il tema vero non è Amazon, ma il modello sociale».

 

dipendenti amazon

Contro Amazon non ci sono solo i lavoratori. Anche i negozi tradizionali soffrono.

«È possibile comprare sotto casa quello che si può e su Amazon quello che non si trova vicino. I due settori possono coesistere, l'errore è non farli dialogare. Servono leggi speciali sulla concorrenza e sul mercato, più adatte ai cambiamenti in atto da anni. L'Italia ha fatto ponti d'oro ai giganti del web per favorirne l'insediamento nel nostro Paese, ma i profitti non sono ancora tassati qui. Esistono poi ancora leggi obsolete che limitano sconti e promozioni per i negozi fisici, mentre l'e-commerce è libero di farli tutto l'anno».

 

Qual è la vostra proposta?

amazon

«A livello globale redistribuire la ricchezza tra tutti, socializzando i benefici dell'aumento della produttività generato dalla gig economy. L'efficienza e l'organizzazione straordinaria di Amazon dovrebbero essere messe a vantaggio anche del piccolo negoziante evitando che i danni al commercio tradizionale diventino troppo pesanti».

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)