“ALESSIA PIFFERI È INCLINE ALLA MISTIFICAZIONE, E NON HA RISPETTO PER LA VITA UMANA” – IL RITRATTO DELLA DONNA CHE HA ABBANDONATO LA FIGLIA DI 18 MESI, LASCIANDOLA MORIRE DI STENTI, NELL’ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE: VIVEVA LA MATERNITÀ COME UN PESO RISPETTO ALLA SUA LIBERTÀ. SI FACEVA FOTO DA DIVA E INCONTRAVA DI CONTINUO UOMINI CONOSCIUTI SU TINDER, E SI MUOVEVA SOLO CON L’AUTISTA – SAPEVA CHE LA PICCOLA DIANA POTESSE MORIRE, MA PER LEI ERA QUASI UN SOGNO: “ABBRACCIAVA LA SENSAZIONE DI ESSERE LIBERA” (MA CHE LI FATE A FARE I FIGLI?)

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Cesare Giuzzi per www.corriere.it

 

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Alessia che indossava di giorno abiti lunghi con lustrini e paillettes. Alessia la diva, con le fotografie in posa su una panchina sullo sfondo di palazzi popolari e cestini della spazzatura. Alessia che la settimana prima di abbandonare Diana fotografa la limousine che la va a prendere sotto casa: il suo «sogno».

 

Alessia che non lavora da tre anni, che dice di essere una psicologa infantile, ma che si mantiene grazie alla madre (200 euro al mese), con poche centinaia di euro dall’ex marito e con gli assegni famigliari. Alessia che incontra di continuo uomini conosciuti su Tinder e Meetic, in cambio di regali, cene, vestiti. Alessia che si muove solo con l’autista («lo prenotavo su Google») come fosse una vip.

la casa dove e stata trovata morta la piccola diana a ponte lambro 5 la casa dove e stata trovata morta la piccola diana a ponte lambro 5

 

Alessia Pifferi, 36 anni, è oggi una presunta assassina, accusata dell’omicidio della piccola Diana. Quella figlia vissuta come un «peso», progressivamente rimossa, mese dopo mese, per riconquistare la «libertà».

 

Per lei il giudice Fabrizio Filice, che ha confermato la custodia cautelare, ha chiesto che la direzione di San Vittore valuti «l’applicazione di un regime di sorveglianza rafforzata» per il rischio di suicidio ma anche «una collocazione protetta» visto che il tipo «di reato e la risonanza mediatica che esso ha avuto potrebbe esporla a pericolo all’interno dell’ambiente carcerario». Alessia sorvegliata a vista, quindi, perché chi ha ucciso la figlia lasciandola morire di fame e di sete, chiusa in casa per sei giorni, in carcere non trova pietà.

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Mentre Diana moriva, lei era dal compagno. Quel fidanzato verso il quale aveva «una forma di dipendenza psicologica che l’ha indotta ad anteporre la possibilità di mantenere una relazione con lui anche a costo dell’inflizione di enormi sofferenze» alla figlia di 18 mesi.

 

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Diana così «vulnerabile», abbandonata da una madre «incline alla mistificazione e alla strumentalizzazione degli affetti» e che non ha «rispetto per la vita umana». Al compagno, che pure la piccola chiamava «papà» e alla quale lui era molto legato, diceva che preferiva stare senza di lei «così respirava».

 

Abbracciare la «sensazione di essere libera, finalmente sollevata per un po’ dal peso di essere una ragazza madre». Lei durante i sei giorni a Leffe nella Bergamasca, ha «cominciato ad avere concretamente paura che la bambina morisse»: «Ma comunque mi auguravo che non succedesse. Era una specie di speranza».

 

la casa dove e stata trovata morta la piccola diana a ponte lambro 4 la casa dove e stata trovata morta la piccola diana a ponte lambro 4

Per questo motivo il giudice contesta l’omicidio volontario «nell’ipotesi dell’omissione». Cade solo l’aggravante della premeditazione, in attesa degli esami tossicologici sul biberon , dove il pm Francesco De Tommasi che coordina le indagini della squadra Mobile diretta da Marco Calì, sospetta che possano esserci tracce di benzodiazepine . La 36enne avrebbe potuto chiedere alla sorella «in qualsiasi momento andare a soccorrere la figlia». Ma non lo fa.

 

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Non solo per «orgoglio», visti i rapporti freddi con la famiglia, ma per «preservare la relazione già in crisi» con il compagno. È per questo che lunedì scorso, quando trascorre una mattinata a Milano con il fidanzato, non chiede di passare dalla casa di via Parea, «Avevamo discusso, mi ha detto che mi avrebbe riaccompagnata a casa. Poi mi ha preso la mano ed è tornato verso Leffe. Volevo capire se c’era la possibilità di un futuro con lui. Ho ritenuto cruciale non interrompere quei giorni in cui ero con lui anche quando ho avuto paura che la bambina potesse stare molto male o morire».

la casa dove e stata trovata morta la piccola diana a ponte lambro 1 la casa dove e stata trovata morta la piccola diana a ponte lambro 1

 

Il futuro era l’ossessione di mamma Alessia. Non per Diana, ma per sé. Un futuro d’amore che cercava in un turbine di relazioni. Davanti al giudice, con freddezza glaciale, racconta di aver interrotto da poco un rapporto «con un imprenditore che si era legato molto a me e alla bambina». Perché? «Era malato di tumore. Non c’era futuro».

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