giovanna boda

“AVEVO COMPORTAMENTI COMPULSIVI, DEPRESSIONE E ALTERAZIONE DELLA REALTÀ” – GIOVANNA BODA, L'EX POTENTISSIMO DIRIGENTE DEL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, IN UN LUNGO INTERROGATORIO HA AMMESSO DI AVER INTASCATO TANGENTI IN CAMBIO DI APPALTI PILOTATI A FAVORE DELL'EDITORE FEDERICO BIANCHI DI CASTELBIANCO. E SI È DIFESA DICENDO CHE SAREBBE CADUTA IN TENTAZIONE IN UN MOMENTO DI PESANTI CURE ORMONALI – “QUESTO MI HA INDOTTO A SPENDERE TUTTI I SOLDI CHE MI DAVA BIANCHI DI CASTELBIANCO OLTRE AL MIO STIPENDIO, NON HO PIÙ NIENTE...”

Giacomo Amadori per “La Verità”

 

GIOVANNA BODA

Giovanna Boda, l'ex dirigente del ministero dell'Istruzione accusata di essersi fatta corrompere, sarebbe caduta in tentazione in un momento di depressione e di cure mediche. Intorno a lei in molti si sarebbero approfittati del suo stato di fragilità, lasciando che si rovinasse tra spese compulsive e bandi su misura a favore dei suoi presunti corruttori.

 

È questa la versione che la Boda, assistita dagli avvocati Giuseppe Rossodivita e Luigi Medugno, ha consegnato ai magistrati il 6 luglio in un interrogatorio lungo 4 ore e mezza e reso in una stazione dei carabinieri a due passi da via Veneto a Roma. «Ammetto tutti gli addebiti di cui ai capi A e B che mi avete mostrato», ha dichiarato in un afoso pomeriggio.

 

Anche grazie al suo intervento le società riconducibili all'editore Federico Bianchi di Castelbianco avrebbero ottenuto tra gennaio '18 e aprile '21 affidamenti da parte di numerosi istituti scolastici (destinatari di finanziamenti del Miur) per un valore di 23,5 milioni di euro, di cui 17,5 effettivamente percepiti. In cambio la Boda avrebbe ricevuto utilità effettive per 3 milioni di euro.

 

Giovanna Boda

Tra queste 50.000 euro in contanti, 41.000 in bonifici, 39.000 caricati su una prepagata e 105.000 per il salario dell'autista. Persino 80.000 euro di lavori di ristrutturazione in contanti per la casa in montagna dei genitori della Boda. Soldi che, almeno in questo caso, sarebbero stati restituiti.

 

Tra le utilità indirette ci sono gli stipendi per i collaboratori (mezzo milione per il «gruppo ministero») e le assunzioni fatte da Castelbianco su richiesta della Boda, costate all'imprenditore 1,15 milioni di euro, compresi 175.500 di una tantum.

 

L'indagata, licenziata dal Miur con due diversi provvedimenti disciplinari, ha precisato: «Sicuramente non ricordo nel dettaglio le singole dazioni o utilità anche perché in quel periodo mi ero sottoposta a una forte cura ormonale che mi ha portato ad avere forti comportamenti compulsivi, depressione e alterazione della realtà.

 

Giovanna Boda

Purtroppo non ho avuto la prontezza di sottrarmi alla grave situazione creata mettendomi in malattia come avrei dovuto fare. Ho avuto un comportamento compulsivo che mi ha indotto a spendere tutti i soldi che mi dava Bianchi di Castelbianco oltre a quello che guadagnavo con il mio stipendio, tanto è vero che non ho più niente, come risulta anche dal fatto che il sequestro nei miei confronti è stato di circa soli 30.000 euro».

 

Quindi la Boda, pur senza lavoro, ha fatto sapere di essere disponibile a provare a saldare almeno in parte il frutto della corruzione: «I miei genitori hanno messo in vendita la casa di proprietà di Limone Piemonte e sono disponibili a darmi il ricavato per potermi consentire di mettere lo stesso a disposizione della Procura e del giudice in modo da effettuare le restituzioni previste dalla legge delle utilità, ricevute ovviamente nei limiti delle mie possibilità».

 

Giovanna Boda

L'ex dirigente in questo modo sembra puntare al patteggiamento e a uscire così dall'inchiesta. Ricordiamo che la Boda nel 2021 ha tentato il suicidio lanciandosi dallo studio del suo avvocato, e da allora porta sul corpo i segni del suo gesto disperato. Per prima cosa, durante l'interrogatorio, il pm Carlo Villani ha chiesto conto del versamento sul conto della Boda di 80.520 euro in contanti.

 

Per la donna 30.000 provenivano da regali dei parenti per la nascita della figlia. Gli altri arrivavano, invece, da Castelbianco: «Dal 2016 avendo consolidato il mio rapporto con lui gli ho confidato che mi dispiaceva il fatto di dovermi fare aiutare economicamente da mia madre e da mia suocera. Lui subito si è offerto di prestarmi dei soldi che mi portava in contanti a casa a tranche di 1.000-1.500». Circa 50.000 euro sino al 2019.

 

Ma la Boda ha ricevuto anche bonifici «con causali fittizie» che non avrebbe gradito: «Io mi lamento subito della cosa e provvedo all'immediata restituzione» ha puntualizzato. A questo punto anche una collaboratrice della dirigente sarebbe stata oggetto di invii di soldi, «anch' essi restituiti».

 

i giornali e il caso boda

Ma l'opera di accerchiamento non sarebbe terminata e Castelbianco le avrebbe fatto spedire denaro dai collaboratori, a partire dalla segretaria, Valentina Franco, dall'autista, Fabio Condoleo, e dalla di lui moglie: «Ricordo bonifici inviatimi anche da D.M. che non sapevo neanche chi fosse []. In quel caso Bianchi mi disse di non fare altri pasticci sulle restituzioni perché avrei attirato la Guardia di finanza. Pertanto questi bonifici non sono stati restituiti».

 

La Boda accusa sia Condoleo che la Franco: «Erano assolutamente consapevoli delle dazioni che Bianchi di Castelbianco mi ha assicurato per anni, consapevoli a tal punto che concordavano direttamente con lui le modalità con le quali farmi pervenire i soldi». Lo chauffeur, per esempio, gestiva la carta di credito contestata dalla Procura, un benefit a cui la Boda non sarebbe riuscita a rinunciare: «Avendo saputo della carta comunque non ho chiesto che la stessa fosse restituita».

 

giovanna boda 2

Il 6 luglio si è sfogata: «Io ho più volte detto alla Franco e a Condoleo che ero disperata e che non sapevo come uscire da questa situazione ma loro piuttosto che farmi desistere ne alimentavano il protrarsi dicendomi di stare tranquilla e con ciò aderendo alle indicazioni di Bianchi di Castelbianco. Nel frattempo io continuavo a effettuare spese compulsive senza senso». L'indagata ha pure confessato di aver chiesto di «aiutare» Condoleo all'ex dirigente Leonardo Filippone e che questi avrebbe fatto ottenere dei «pagamenti» destinati all'autista da un istituto di Fiumicino e da uno di Roma.

 

giovanna boda 3

Per far cosa? Nulla. «So che Condoleo non ha eseguito alcuna attività per quelle scuole» si legge nel verbale. La Boda ha anche raccontato come, quando la sua famiglia si è allargata con la nascita della figlia, abbia accettato di trasferirsi in una casa acquistata da Castelbianco. Il quale le presentò una proposta di locazione con il proprio nome: «Io dissi che era impossibile un contratto tra me e lui. Per questo Bianchi di Castelbianco inserì una terza persona che io non sapevo chi fosse».

 

giovanna boda 5

La donna avrebbe pagato l'affitto, ma non i lavori di ammodernamento: «La casa era totalmente da ristrutturare e alla ristrutturazione ha provveduto Bianchi di Castelbianco». Il pm ha chiesto alla Boda se conoscesse la titolare di un un'agenzia di viaggi di Roma ricevendone come risposta che la ditta «lavora con il Vaticano» e che è «molto seria». A questo punto il magistrato ha mostrato all'indagata una serie di mail «relative a viaggi della Boda e dei suoi famigliari con l'agenzia».

 

giovanna boda

Il marito dell'ex dirigente è Francesco Testa, nominato subito dopo l'esplosione dell'inchiesta membro della Procura europea. La donna ha ammesso le vacanze a sbafo: «Ho effettuato diversi viaggi privati da loro organizzati dei quali ricordo di aver pagato una parte tramite bonifici e una parte in contanti, mentre una buona parte sono stati pagati direttamente da Bianchi di Castelbianco».

 

I messaggi mostrati da Villani vengono così giustificati dalla diretta interessata: «Si tratta del tentativo di concordare e capire in che modo fare pagare le spese sostenute per i miei viaggi a Bianchi di Castelbianco». L'interrogatorio si è poi focalizzato sul periodo in cui la Boda era capo dipartimento alle Pari opportunità, dove era il braccio destro dell'allora sottosegretario Maria Elena Boschi.

giovanna boda 1

 

Qui ha spiegato: «In quel periodo ho firmato due affidamenti diretti del valore rispettivamente di 38.500 euro e uno di 39.000 euro alla Com.e e alla Ido. Sicuramente vi sono stati altri affidamenti alle società di Bianchi di Castelbianco». L'ex dirigente ha anche ribadito come certi istituti venissero usati come bancomat e non solo nel caso di Condoleo: «So che esistevano delle scuole che avevano contatti più stretti con Bianchi di Castelbianco, ma anche con noi del ministero e in particolare con Filippone, le quali venivano definite scuole amiche in quanto ci aiutavano a coprire le spese più urgenti che emergevano».

 

Le Pari opportunità assegnarono due progetti ad altrettanti istituti che, successivamente, li avrebbero subappaltati a Castelbianco. Le commissioni erano presiedute dall'ex dg, oggi in pensione, Lucrezia Stellacci: «So che Bianchi le ha affittato l'ultimo piano di un albergo di Roma [] e che le stava cercando un ulteriore alloggio». Castelbianco avrebbe consegnato alla Stellacci «una lista di scuole con le quali aveva presentato progetti in partenariato che dovevano vincere in bandi con particolare riferimento a quelli "440"».

 

ARRESTO DI FEDERICO BIANCHI DI CASTELBIANCO

Gli inquirenti hanno chiesto alla Boda conferma sui suoi rapporti economici anche con un altro imprenditore, Massimo Mancori, titolare della 2M Grafica Srl. La donna lo conoscerebbe dai tempi della tesi in psicologia, ed essendosi «specializzato in grandi eventi» sarebbe diventato «un interlocutore costante» per il Miur, con cui aveva iniziato a collaborare ai tempi del ministro Giuseppe Fioroni. «Nel tempo con Mancori e la sua famiglia si è stretto un rapporto di amicizia e consapevoli delle mie difficoltà economiche mi hanno garantito dei prestiti tramite bonifico [] mai restituiti».

 

In tutto circa 45.000 euro. Quando era alle Pari opportunità la Boda ha «attribuito un affidamento diretto» a Mancori da circa 70.000 euro per due anni «in relazione ad attività di grafica, stampa e comunicazione». L'imprenditore avrebbe fornito alla Boda «merce soprattutto elettronica» che poi «fatturava alle scuole o a Bianchi di Castelbianco». Non è finita: «Mancori ha vinto alcuni bandi di gara per forniture dal ministero, ricevuto affidamenti dalle scuole e ricevuto anche subappalti dalla Fondazione Falcone ai quali lo avevo presentato».

 

federico bianchi di castelbianco 1

Mancori avrebbe anche materiale urgente per organizzare, per esempio, conferenze stampa volanti, e «a posteriori» la Boda & C. avrebbero cercato «il modo di recuperare i fondi dalle scuole per pagarlo». A questo punto il pm ha mostrato dei messaggi riferiti a un paio di bonifici inviati dalla famiglia Mancori e dalla sua ditta e l'indagata ha replicato: «Ritenevo si trattasse di un prestito di Mancori e non che lo stesso si fosse accordato per avere la restituzione di quanto datomi tramite le scuole».

 

C'è infine la questione della lista delle assunzioni chieste dalla Boda a Bianchi di Castelbianco, su cui pende un pesante omissis: «Posso tranquillamente affermare che mentre tutti quelli del cosiddetto gruppo ministero che venivano pagati da Bianchi di Castelbianco lavoravano, di tutti gli altri non ho la medesima certezza [] molti erano solamente destinatari del quantum che talvolta decidevamo insieme io e Bianchi di Castelbianco». Alcuni di questi beneficiari avrebbero persino parenti illustri.

STRALCI DELLE CARTE GIUDIZIARIE SU FEDERICO BIANCHI DI CASTELBIANCO

sergio mattarella con federico bianchi di castelbianco federico bianchi di castelbianco federico bianchi di castelbianco

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)