Maria Francesca Troisi per www.mowmag.com
Il concerto di Springsteen a Ferrara non s'ha da fare. Parola di Paolo Zaccagnini, giornalista e amico intimo del Boss, che si scaglia contro Trotta e la macchina organizzativa “indifferente” all'alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna. Yes, il rock'n'roll è business, ma non quando si contano (ancora) morti e danni
“Rispetto per le vittime, ma qui non è zona rossa”. Paradossi dell'emergenza. Il Gran Premio di Imola salta, il concerto di Bruce Springsteen a Ferrara no. The show must go on? Mentre intorno frana il mondo, con migliaia di evacuati e una decina di morti, si autorizza a meno di 100 km dall'allerta un evento da 50mila persone.
Una scelta che fa discutere la città e gli stessi fan del Boss che si chiedono e chiedono a gran voce per mezzo social se sia il caso di mettersi in viaggio alla luce del quadro in corso, con strade inagibili e collegamenti saltati.
Poiché se - come riferisce il meteo - non pioverà sul prato del parco Bassani, mezzi e soccorsi sono da impiegare nelle zone colpite dal maltempo, e non per un concerto seppur atteso e memorabile.
“A parte la questione morale, che non è da poco, c’è il problema sicurezza. Gli organizzatori sono tranquilli a far circolare 50mila persone per la regione?”, messaggia un utente. “Solo il denaro seguite, tanto voi i soldi li avete presi”. Tutti dello stesso tenore: “Mi chiedo come possano pensare di far arrivare tutte queste persone con strade e autostrade allagate…”.
E mentre qualcuno chiama in causa persino il ministro dell’Interno Piantedosi, sperando in un po' di buonsenso, il patron della Barley Arts Claudio Trotta e l'amministrazione comunale difendono la macchina organizzativa. “Grazie al lavoro straordinario di svariate centinaia di persone noi saremo pronti il 18 per vivere una meravigliosa giornata di Musica. PS: per chi non lo sapesse ha piovuto dal 2 maggio, giorno in cui abbiamo cominciato a lavorare, quasi ogni giorno”. Money is money, ma il rock'n'roll è solo business?
CLAUDIO TROTTA BRUCE SPRINGSTEEN
A lanciare la stoccata ci pensa Paolo Zaccagnini, decano dei giornalisti musicali italiani e amico di Springsteen. “Una vergogna, Bruce non sa niente. Se lo sapesse annullerebbe tutto. Trotta? Da galera, pensa a guadagnare. I fan ragionano più di lui”.
Prevedibile, quasi sempre gli artisti vivono in una bolla, circondati da yes men, e non sanno cosa succede attorno a loro. E chissà che, una volta informato, non decida (almeno) di devolvere parte del suo cachet alle vittime dell'alluvione.
Zaccagnini ribadisce, più esaustivamente ancora, come spiega anche sul suo blog: “Oggi a Ferrara primo dei tre concerti italiani di Bruce Springsteen and the E Street Band ma 9 morti finora, migliaia di feriti e sfollati, centinaia di città sommerse d'acqua e migliaia di ettari coltivabili distrutti dicono di no.
L'organizzatore dice sì? E io dico no. Il sindaco di Ferrara dice sì? E io dico no. Cosa dicono le autorità? Come al solito tergiversano, ma le acque non si ritraggono. Sono un anarchico, un sovversivo, uno che odia la musica? No.
Sono uno che ama la musica, chi la fa, la canta, la scrive e la suona. Dobbiamo aspettare un giorno di sole, come canta Bruce, e imbarcarci in tribolazioni folli e pericolose? No. Bisogna fare, ragionevolmente un passo indietro, magari, se fosse possibile, riprogrammare il concerto più in là.
Bruce sarebbe il primo, ne sono certo, a dire di no, a posticipare o a rinunciare. Cosa vuole dire esattamente 'l'area è in sicurezza?’. Non si scherza con una tragedia del genere. No, proprio no…”.
Nel frattempo non si contano i biglietti rivenduti per impraticabilità. Su FanSale, il mercato secondario di TicketOne, ora la disponibilità è altissima. Altro che festa.
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