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“IL CARDINALE BECCIU È STATO SCELTO COME CAPRO ESPIATORIO PER NASCONDERE QUALCOSA DI GROSSO” - LUCETTA SCARAFFIA: “IN VATICANO NESSUNO HA CHIESTO SCUSA PER AVERE INDICATO COME INDAGATA UNA PERSONA CHE NON LO È. EVIDENTEMENTE TUTTO 'STO MATERIALE È USCITO DA LÌ. LA STAMPA È DIVENTATA LA MANO ARMATA DELLE GUERRE INTERNE ALLA SANTA SEDE. VOGLIO PENSARE CHE IL PAPA SIA STATO INGANNATO…”

Renato Farina per “Libero quotidiano”

 

LUCETTA SCARAFFIA

Chi firma questo articolo è solo l'umile e stupefatto dattilografo a cui Radio 1 (Rai) ha offerto lo spettacolo giornalistico di un' intervista esemplare. Gianni Minoli che nell' ora canonica di Garcìa Lorca, alle cinque della sera (il Mix delle Cinque) ha chiamato alla sua Plaza de Toros la professoressa Lucetta Scaraffia. Durata cinque minuti e cinque secondi che se diffusi in mondovisione, o magari dalla Radio vaticana, potrebbero sconvolgere il mondo o, come minimo, il più piccolo Stato del mondo.

 

Emerge nei suoi contorni precisi e nella sua sostanza, senza riccioli né morbidi distinguo, il caso del cardinal Angelo Becciu e delle sue dimissioni imposte dal Papa per indegnità. Quest' affaire era partito il 24 settembre dal sito internet dell'Espresso, ed era stato esposto alla contemplazione dell' opinione pubblica generale e soprattutto del popolo cattolico (1,285 miliardi di fedeli) il nome e il volto di un uomo come «ladro dei soldi del Papa destinati ai poveri».

 

giovanni minoli

Ora però, dopo l'inchiesta di Vittorio Feltri su Libero, lo scandalo si è capovolto e ha due facce. La prima: trattasi in realtà di un linciaggio ordito contro un cardinale scomodo dall'interno delle mura vaticane, coinvolgendo la buona fede del Santo Padre. La seconda: il silenzio agghiacciante dell'unico giornalone italico e in fin dei conti internazionale.

 

Nessuno dei coristi osa anche solo proporre ai lettori, cui aveva venduto l'anima maledetta del cardinale, un punto di domanda, almeno un "forse". C'è stata un'eccezione notevole, che abbiamo già segnalato. Su Qn, diretto egregiamente da Michele Brambilla, Lucetta Scaraffia ha aperto una breccia nel muro. Infine ieri è stata ospite da Minoli. Eccone la trascrizione.

la copertina dell espresso sul caso becciu

 

Gianni Minoli: Lucetta Scaraffia, 72 anni, è stata insegnante di storia contemporanea all'Università La Sapienza di Roma, si è occupata del ruolo delle donne nella storia, ha diretto il mensile dell' Osservatore Romano "Donne, Chiesa e Mondo". Professoressa Scaraffia, che io sappia, oltre a Feltri su Libero, lei è l' unica giornalista che ha rotto il muro del silenzio sul caso Becciu. Ma perché un muro così impenetrabile?

Lucetta Scaraffia: Guardi, non lo so, mi ha molto stupita, perché in realtà quando è uscita la prima denuncia al cardinale Becciu su l'Espresso tutti i giornali l'hanno ripresa, mentre invece il dubbio che è stato seminato da Feltri non è stato ripreso da nessuno. Questo fa un po' dubitare che la libertà di stampa in Italia abbia dei limiti.

 

Minoli: In realtà il cardinale Becciu, screditato sulla stampa di tutto il mondo, non ha nemmeno ricevuto un avviso di garanzia da nessuno. Come si spiega un'operazione così violenta, si è fatta un'idea?

Scaraffia: La mia idea è che c'è sotto qualcosa di grosso, non so che cosa ovviamente. È chiaro che il cardinale è stato scelto come capro espiatorio per nascondere qualcosa di grosso e dare un' idea del Vaticano, rinfrescare l'immagine del Vaticano, diciamo così, come luogo dove si fa giustizia colpendo anche le cariche più alte.

giovanni angelo becciu

Minoli: L'Espresso ha scritto che Becciu si era dimesso, lo ha scritto sette ore e cinquanta minuti prima che il cardinale addirittura incontrasse il Papa, una magia giornalistica praticamente.

Scaraffia: Sì, suppongo che non lo sapesse ancora neanche il Papa, quindi questo mi ha stupito tantissimo e chiaramente questa è una coincidenza che fa pensare a un complotto.

 

Minoli: Quando le è venuto il dubbio che più che di una coraggiosa denuncia quella contro Becciu sia una vicenda sporca e confusa? Appunto, quando ha visto le sette ore e cinquanta minuti?

Scaraffia: Sì, quello mi ha veramente convinta che c'era qualcosa di losco in questa storia, e poi il silenzio con cui tutto questo è stato accolto mi ha confermato.

 

Minoli: Perché quasi tutti i media del mondo hanno ripreso invece degli atti giudiziari, che ci sono, solo il fatto che Becciu, degradato, non potrà partecipare al Conclave né come elettore né come potenziale eletto?

giovanni angelo becciu papa francesco bergoglio

Scaraffia: Sì, questa era una ovvietà però è stata ripresa sempre contro Becciu, per prenderlo in giro, è un aspetto ancora di questo attacco all' immagine del cardinale.

 

Minoli: Professoressa Scaraffia, i media potrebbero aver preso per vera, nella migliore delle ipotesi, quella che potrebbe essere invece solo una clamorosa truffa.

Scaraffia: Questo è evidente, mi stupisce che i media poi non si siano domandati quando la truffa è stata poi rivelata da queste date, da queste coincidenze sbagliate e che non abbiano detto andiamo a vedere cosa c' è dietro. Il silenzio che è succeduto agli articoli fa pensare che i media non abbiano nessuna intenzione di rivedere quello che avevano già scritto.

 

Minoli: Anche in Vaticano nessuno ha chiesto scusa per avere indicato come indagata una persona che non lo è. Anche lì, spiegazioni poche.

becciu

Scaraffia: Sì, nessuna spiegazione e poi una evidenza, che evidentemente tutto 'sto materiale è uscito dal Vaticano.

 

Minoli: Lei scrive: «Esiste un'esigenza di verità e giustizia che non deve essere calpestata con tanta disinvoltura». Quindi neanche dal Vaticano, che invece la sta calpestando.

Scaraffia: Bé, sì, il Vaticano ha messo avanti una esigenza vera dei fedeli che è quella di dire i soldi che diamo per i poveri devono arrivare ai poveri. Contro la corruzione. Però né ci sono solo i soldi, né ci sono solo i poveri, c'è anche il bisogno di sapere la verità. E che ogni essere umano, cardinali compresi, siano trattati con giustizia.

 

Minoli: In tutta questa storia, il Papa può essere stato ingannato e portato fuori strada volutamente, suo malgrado, fino a questo punto?

Scaraffia: Io voglio pensare quello naturalmente, io sono una cattolica e penso che il Papa sia stato anche lui, diciamo così, ingannato, attraverso questa uscita di fonti, queste cose, sia stato ingannato. Spero che adesso, se non lo fanno i giornali italiani, di riflettere sulla situazione, di voler vedere con più chiarezza quello che è successo, spero lo voglia fare il Papa.

Giovanni Angelo Becciu

 

Minoli: Un'ultima cosa: siamo solo, quindi, secondo lei, alla prima puntata di questa incredibile e orrenda telenovela.

Scaraffia: Sì, non è la prima, lei sa che da quando è successo il caso del povero Paolo Gabriele (il maggiordomo di Benedetto XVI condannato e poi graziato dallo stesso per la fuga di documenti riservati, nota come Vatileaks 1, ndr) che è morto ieri, in Vaticano non fanno più uscire notizie stranissime, escono dal Vaticano che fanno parte di una guerra, ormai la stampa è diventata la mano armata delle guerre interne al Vaticano.

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