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“IL CONCETTO DI LIMITE MI È BEN CHIARO, MA CI SONO TROPPI TRIBUNALI DEL POPOLO IN ATTIVITÀ PERMANENTE, PRONTI A CENSURARE, STRONCARE, MALEDIRE” – UNA LETTRICE PUNGOLA MICHELE SERRA PER LA SUA DIFESA DELLA “FESTA DEGLI UOMINI” DI MONTEPRATO DI NIMIS, CON LE DONNE CHE FANNO A GARA A CIUCCIARE BANANE, E LUI REPLICA PICCATO: “MI PREOCCUPA DI PIÙ CHE LA SINISTRA SIA STATA CAPACE DI METTERE IN CAMPO SOLAMENTE LEADER MASCHI. DI MENO (QUASI NULLA) CHE UN GRUPPO DI BUONTEMPONI CELEBRI LA FELLATIO CON ESPLICITA TRIVIALITÀ” – “VI CHIEDO DI RIFLETTERE SUL RISCHIO CHE UN NUOVO MORALISMO PRENDA PIEDE..." - VIDEO

 

 

 

Da “il Venerdì – la Repubblica”

MICHELE SERRA

 

Gentile Michele Serra, le scrivo a nome di tutte le volontarie del Telefono Rosa, dopo aver letto con attenzione la sua Amaca del 4 agosto "Le banane e i missili". Ha scelto di mettere in evidenza la goliardia della festa, avvenuta in Friuli, definendola «poco elegante ma con una sua sguaiata innocenza». Magari il problema fosse l'eleganza.

Cita i fescennini e i culti priapici, ma non fa altro che aumentare la confusione. I fescennini erano dialoghi sboccati che il popolo, soprattutto i contadini, rivolgevano ai novelli sposi.

 

mangiatrici di banane alla festa degli uomini di monteprato di nimis 2

Una tradizione certamente discutibile che è però preludio della nostra satira. Venivano infatti scherniti anche politici e aristocratici. Gli insulti o le frasi volgari, come preferisce, erano rivolte a tutti: uomini e donne. Nessuno escluso. Nella festa degli uomini, tralascio il titolo che la dice lunga, sono unicamente le donne le "addette a mangiare banane". Come mai nessun uomo si è prestato, mettendo in piazza la propria libertà sessuale?

Per l'ennesima volta l'ironia o goliardia vede come protagonista la donna, con esplicita allusione alla fellatio. Il cunnilingus non fa ridere?

 

mangiatrici di banane alla festa degli uomini di monteprato di nimis 1

Rispetto invece ai culti priapici, che dire: per fortuna siamo andati avanti, o almeno lo speravo. Riporto la mia dichiarazione rilasciata all'Ansa: «La giunta comunale e il sindaco dove sono? Non ci sono donne nella giunta comunale? Ai ragazzi che messaggio diamo? Un messaggio devastante, è assurdo farla passare come una festa». Lei ha ragione rispetto ai missili e alla guerra, ma mi creda, la cultura fa danni altrettanto enormi.

Quella festa è l'ennesima rappresentazione di una cultura della quale non riusciamo a liberarci, una cultura maschilista e patriarcale che vede la donna come un oggetto.

 

MICHELE SERRA SULL'AMACA

La pubblicità e il marketing non ne sono ancora privi nonostante le battaglie fatte, e oggi, nel 2022, vediamo un bel cartellone con una donna in costume e una banana con sopra scritto: "In occasione della festa degli uomini, gara di mangiatrici di banane".

Ultimo punto, è quello che tali feste possono scatenare. Tanti potrebbero arrogarsi il diritto di essere volgari, come se la volgarità andasse di moda.

 

Proprio dopo la goliardica rimpatriata un signore ha ben pensato di insultare me, e quindi tutta l'associazione, attraverso varie mail. Se davvero ci fosse la libertà sessuale, di cui tanto ci piace parlare, non si sarebbe proposto un modello stereotipato della donna. Ma questa purtroppo è una vecchia storia e, se vogliamo giustificarla con il fatto che a partecipare siano stati adulti consenzienti, c'è ancora tantissima strada da fare.

Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente dell’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa

 

Risposta di Michele Serra:

FESTA UOMINI FRIULI GARA MANGIATRICI DI BANANE

Gentile Maria Gabriella Carnieri, e gentili volontarie del Telefono Rosa. L'argomento è così importante, e così centrale, che forse è stato spericolato il tentativo di affrontarlo in uno scritto breve come l'Amaca. Ma dopo la vostra lettera mi sono riletto e non ho cambiato opinione. Posso però cercare di spiegarmi meglio, con più spazio a disposizione.

 

FESTA UOMINI FRIULI GARA MANGIATRICI DI BANANE

Nessun dubbio che la goliardia sia volgare, né che sia, da quando esiste, una "disciplina" maschile, alle quali le femmine sono ammesse solo come gregarie. Sono pienamente d'accordo anche sul fatto che nessuna espressione culturale, comprese le più popolari o le più spensierate, sia senza conseguenze. Ogni nostra parola, ogni nostro comportamento incidono nel discorso collettivo.

 

mangiatrici di banane alla festa degli uomini di monteprato di nimis 4

Ma lo sdegno - sentimento molto abusato, ultimamente - deve essere proporzionale allo scandalo; e, quanto a persistenza del maschilismo, mi preoccupa assai di più - per fare l'esempio più evidente - che la parte politica per la quale voto, la sinistra, sia stata capace di mettere in campo, negli ultimi anni, solamente leader maschi, con l'eccezione, antica e appartata, di Emma Bonino; o che ci sia disparità di salario tra uomini e donne.

 

FESTA UOMINI FRIULI

Mi preoccupa assai meno (anzi, quasi per nulla) che un gruppo di buontemponi porti in processione enormi falli, o celebri la fellatio con esplicita trivialità: l'intenzione, per quanto l'esito sia discutibile, è comico-satirica (per questo ho tirato in ballo i fescennini), e la satira abbonda di cadute di stile. Dal Vernacoliere a Charlie Hebdo gli atti sessuali, dal coito alla sodomia alle pratiche, diciamo così, collaterali, sono pane quotidiano, arma di derisione, oggetto di scherno e di beffa.

 

CAMPAGNA DI DENUNCIA DELLE MOLESTIE METOO

Decisivo, sempre, è il contesto. Se il New York Times o Le Monde pubblicassero in prima pagina una fellatio, tutti sgranerebbero gli occhi chiedendosi se il direttore è uscito di senno. Se lo fa un giornalaccio di satira credo che nessuno si scandalizzi, al massimo si scelgono altre letture. Il mio timore è che il concetto stesso di "contesto", che è decisivo per stabilire di che cosa si sta davvero parlando, sia agonizzante, per non dire estinto.

 

#metoo

Le parole e gli atti delle persone circolano sulle reti sociali (e di rimbalzo sui media tradizionali, gravemente gregari di ogni tweet) estirpati dal loro contesto. In un magma indistinto e infetto, che non costruisce senso critico, costruisce solo facile polemica. In aggiunta a questa perdita di lucidità del giudizio pubblico, o forse in conseguenza di essa, ho le netta sensazione che si stiano incrociando e confondendo i destini di due campi ideali ben diversi: la battaglia contro il patriarcato è il primo campo, la sessuofobia il secondo. Del primo mi sento partecipe, del secondo no.

 

Quando il movimento #MeToo assunse il suo giusto rilievo mondiale, un documento di donne francesi, che conservo tra gli indizi d'epoca più significativi, mise in guardia sulla possibile confusione tra una battaglia sacrosanta, quella contro gli abusi sessuali, e la diffidenza nei confronti dell'eros, che ha manifestazioni molteplici, non tutte eleganti e virtuose.

 

La Francia, si sa, è più libertina, e la strage di Charlie Hebdo («vecchi sporcaccioni massacrati da giovani bigotti» fu la mia definizione di quell'abominevole atto) è stata uno dei prezzi pagati. Almeno un paio di quei vecchi sporcaccioni erano miei amici. La mia generazione, tra tanti difetti, ebbe il pregio di credere quasi ciecamente nella libertà, compresa la libertà sessuale, e "fate l'amore non la guerra" è uno degli slogan più umani e più rivoluzionari di sempre. Per questo ho scritto che il missile è molto più osceno della banana.

mangiatrici di banane alla festa degli uomini di monteprato di nimis 3

 

E dunque, gentili amiche, accetto il vostro invito a essere meno concessivo con la volgarità sessuale, che coincide quasi sempre con la volgarità maschile. Ma in cambio vi chiedo di riflettere sul rischio che un nuovo moralismo prenda piede, e pieghi parole e comportamenti a una specie di continua autocensura. Il concetto di limite mi è ben chiaro, e ben caro, ma ci sono troppi tribunali del popolo in attività permanente, pronti a censurare, stroncare, maledire.

 

FESTA UOMINI FRIULI GARA MANGIATRICI DI BANANE

La repressione e l'autocensura non sono veicoli di coscienza, tantomeno di liberazione. Rientrano in questo contesto le disgustose mail che avete ricevuto. Non dovete dare troppo peso allo squallore e alla violenza di quelle voci, gli insulti e le minacce, in rete, sono un oceano putrido sul quale dobbiamo navigare sereni e guardando più in là. Tenete la vostra rotta e non curatevi degli imbecilli. Quanto a me, sono contento di avere dedicato una intera rubrica della posta a un tema così importante.

 

 

 

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