mafia nigeriana

“LA FURIA DELLA MAFIA NIGERIANA E’ NELLA LORO ‘GREEN BIBLE’” - IL CAPO DELLA SQUADRA MOBILE DI TORINO, MARTINO: “HANNO CODICI CRIMINALI TRAMANDATI DA CAPO A SOTTOPOSTO IN VIA PIRAMIDALE. GLI AFFILIATI RIESCONO A MIMETIZZARSI TRA LA POPOLAZIONE COMUNE, ALCUNI DI LORO HANNO ANCHE UN LAVORO STABILE E CONDUCONO UNA VITA NORMALE” - I MEMBRI DEI CLAN SANNO MIMETIZZARSI SUI BARCONI E STRINGONO ALLEANZE CON LA MAFIA…

1 - L'INTERVISTA MARCO MARTINO «LA FURIA DEI CLAN NIGERIANI NELLA LORO BIBBIA»

Fabio Amendolara per “la Verità”

MARCO MARTINO

 

Quando l'uomo del clan ha dettato l'indirizzo, gli investigatori hanno capito subito che poteva trattarsi di roba seria. Hanno intercettato il pacco partito dalla Nigeria e hanno fatto quella che definiscono «una scoperta preziosissima per l' inchiesta».

 

Un libro. La Green Bible, la bibbia verde della mafia nigeriana, con i suoi comandamenti, le sue regole e la scala gerarchica. E, così, gli investigatori della Squadra mobile di Torino che l' altro giorno, insieme ai colleghi di Bologna, hanno smantellato un clan che si era ben radicato all' ombra della Mole, hanno scoperto che in molti casi i codici sono identici a quelli delle mafie tradizionali italiane.

 

«Hanno capi che chiamano don, proprio come da noi. E codici criminali che abbiamo trovato scritti in quel libro e tramandati da capo a sottoposto in via piramidale». Il primo dirigente della polizia di Stato Marco Martino guida la Squadra mobile di Torino, una delle prime città che ha fatto i conti con la mafia nigeriana. Quello di giovedì scorso, infatti, non è che l' ultimo blitz. Qui è da tempo che gli investigatori tengono d' occhio i nigeriani. Seguono le loro mosse. E hanno anche ottenuto la collaborazione di un pentito che, esattamente come in una inchiesta siciliana, li ha accompagnati nel mondo oscuro del clan dei Maphite, che a Torino era anche spaccato in due: da un lato c' era la Famiglia latina e dall' altro la Famiglia vaticana.

mafia nigeriana

 

Dottor Martino, che livello di infiltrazione avete riscontrato nel tessuto sociale?

«A volte gli affiliati riescono a mimetizzarsi tra la popolazione comune, alcuni di loro hanno anche un lavoro stabile e conducono una vita assolutamente normale».

 

Ciò non toglie che siano molto pericolosi e, come sottolineato negli atti dell'inchiesta, sono anche aumentati numericamente dopo gli sbarchi a Lampedusa.

«Sono pericolosi e molto violenti. Già nei riti di affiliazione si denota una crudeltà fuori dal comune, con prove durissime da superare prima di riuscire a ottenere la fiducia del gruppo e dei capi. Noi siamo intervenuti in un momento di crisi, proprio mentre i rapporti all' esterno del gruppo si stavano surriscaldando e la situazione poteva diventare esplosiva».

 

arresti mafia nigeriana a palermo

C'erano problemi con qualche mafioso locale?

«No, anzi, con uomini della criminalità organizzata italiana abbiamo riscontrato qualche contatto che stiamo approfondendo e buone relazioni collaborative».

 

Allora cominciavano a dar fastidio ad altri nigeriani?

«Uno dei gruppi non riconosceva all' altro la possibilità di affiliare nuovi uomini e non accettava la presenza di un altro capo sul territorio».

 

Litigavano, insomma.

«Non esattamente. In realtà le questioni si consumavano nel gruppo di appartenenza, ma gli animi cominciavano a surriscaldarsi. E mentre li ascoltavamo con i più potenti mezzi che la normativa antimafia ci mette a disposizione abbiamo scoperto fitti collegamenti con cellule estere»

 

Erano eterodiretti?

arresti mafia nigeriana a palermo

«Più che altro erano controllati, ma questo è un po' ciò che accade anche con altre cellule sparse sul territorio italiano».

 

E magari finivano proprio all'estero i flussi finanziari.

«Esatto. E senza lasciare traccia. Niente conti corrente, niente carte di credito. E neanche money transfer. Usavano il classico metodo degli spalloni con la 24 ore. Abbiamo monitorato una partenza in aereo prenotata solo poche ore prima, proprio perché rendendola improvvisa diventava meno verificabile».

 

Era l'incasso della droga?

«È una delle attività prevalenti, insieme allo sfruttamento della prostituzione. C'erano aree della città completamente nelle loro mani. Tanto che, in un caso, cominciavano a innervosirsi gruppi di cittadini pachistani che in un quartiere gestiscono dei negozi. Ma i nigeriani sono violenti anche al loro interno. Abbiamo scoperto una notevole capacità d' intimidazione e ai capi veniva riconosciuta molta autorevolezza».

mafia nigeriana

 

Torniamo ai codici.

«Per indicare la città di Torino, ad esempio, veniva usato un codice numerico. E per rendersi riconoscibili ai loro connazionali, gli affiliati Maphite indossavano baschi o abiti di colore verde. Una forma di comunicazione non verbale, diretta ad altri rappresentanti della comunità nigeriana che, riconoscendo quei simboli sapeva esattamente con chi aveva a che fare. È stato possibile capirci qualcosa proprio grazie alla bibbia verde che abbiamo intercettato. Ogni gesto è ben catalogato nel libro ed è riconosciuto da tutta la comunità».

 

E poi c'è un collaboratore di giustizia.

«Che ha dato un altro importante contributo non senza correre dei rischi. Nel gruppo, infatti, cominciavano a sospettare qualcosa ed erano diventati diffidenti».

 

Avete trovato armi?

mafia nigeriana

«I nigeriani, è risaputo, prediligono le armi bianche, coltelli, machete, roncole. A Bologna, durante, le perquisizioni è saltato fuori qualcosa. Ma questo non vuol dire che sia una mafia meno pericolosa. Per fortuna è ancora molto rozza e, pur presentando tutte le caratteristiche dei clan, è ancora a livello embrionale, ossia il momento giusto per intervenire e provare a debellarla».

 

2 - SANNO MIMETIZZARSI SUI BARCONI E STRINGONO ALLEANZE CON LA MAFIA

F. Ame. per “la Verità”

 

La mafia nigeriana è oggi diffusa in tutta Italia. Dal mercato palermitano di Ballarò, ormai controllato dai nigeriani con il placet di Cosa nostra, alla Mole torinese, dove non manca la 'ndrangheta, che a volte lavora con gli africani. E per la prima volta il fenomeno trova consacrazione in un capitolo a sé della relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia.

 

AFFILIATI ALLA MAFIA NIGERIANA

I nigeriani, al di là delle pratiche primitive e tribali, come i riti voodoo, «declinano in maniera sorprendente grandi capacità nell' impiego di tecnologie avanzate e nella realizzazione di sistemi finanziari paralleli, grazie ai quali fanno affluire, verso la terra di origine, ingenti somme di denaro acquisite con le attività illegali».

 

È una delle valutazioni della Dia. Fa affari con la droga e la tratta di persone ridotte in schiavitù e «non di rado», si legge nella relazione, «mimetizzate fra i flussi di immigrati clandestini». La Dia ricorda che anche in Nigeria, dove Boko Haram continua a diffondersi, esistono posizioni estremiste filo islamiche e invita per questo motivo a riservare la massima attenzione verso i nostri istituti di pena «per evitare che si alimentino percorsi di radicalizzazione».

 

Con la magistratura nigeriana c' è da tempo un costante scambio di dati e informazioni», sottolinea la Dia, «nell' auspicio che tutto ciò porti a investigazioni più mirate e maggiormente efficaci». La cooperazione giudiziaria, però, che deve cominciare anzitutto dall' Unione europea. E quando le sinergie funzionano il contrasto riesce al meglio.

MAFIA NIGERIANA

D' altra parte, quello dell' infiltrazione della mala africana non è un fenomeno isolato.

 

«Si è inserita perfettamente nel territorio italiano, avviando importanti sinergie criminali con le organizzazioni mafiose del Paese, diventando anch' essa un' associazione di stampo mafioso e, a volte, impressionando persino la criminalità locale», scrivono gli analisti dell' antimafia. Come a Castel Volturno (Caserta), «luogo legato a membri dell' organizzazione Eiye per dimora, transito, legami familiari, episodi delittuosi e altro».

 

L' area, fortemente inquinata dalla presenza del clan dei Casalesi, «può essere sicuramente considerata, da almeno tre decenni», valuta la Dia, proprio l' espressione della coesistenza tra gruppi camorristici e criminalità nigeriana. Quest' ultima è riuscita a imprimere a quel territorio l' immagine, anche a livello mediatico, di una sorta di free zone, punto nevralgico dei traffici internazionali di droga e della massiva gestione della prostituzione su strada, favorita anche dalla disponibilità alloggiativa, talvolta abusiva, da parte di proprietari del posto senza scrupoli».

AFFILIATI ALLA MAFIA NIGERIANA

 

La coesistenza tra la mafia locale e quella africana non è mai stata indolore.

Già nel 1990 le conflittualità culminarono nella cosiddetta strage di Pescopagano, frazione di Castel Volturno, quando, sotto i colpi della camorra, rimasero uccise cinque persone, un italiano e quattro stranieri, nel corso di un assalto armato eseguito all' interno di un bar. «L' obiettivo della camorra casertana era eliminare la presenza di extracomunitari dediti allo spaccio sul litorale domitio», ricorda la Dia. Ma alla fine non c' è riuscita. I nigeriani sono ancora lì, più forti di prima.

 

La Corte di Cassazione ne aveva già sottolineato i tratti tipici della mafiosità, rappresentati dal vincolo associativo, dalla forza di intimidazione, dal controllo di parti del territorio e dalla realizzazione di profitti illeciti. Il tutto, sommato a una componente mistico religiosa, a codici di comportamento ancestrali. Che restano sempre collegati alla madre patria.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: MATTEO PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)