rapimento

“HO AVUTO PAURA CHE MI AVREBBERO UCCISO” – UN 21ENNE DI PERUGIA È STATO SEQUESTRATO DA UN 27ENNE E UN 25ENNE PER UN DEBITO DI DROGA: I DUE PRIMA HANNO FATTO ESPLODERE UNA BOMBA CARTA VICINO ALLA SUA CASA, POI LO HANNO MINACCIATO CON UNA PISTOLA E INFINE GLI HANNO LEGATO MANI E PIEDI E PORTATO VIA CON L’AUTO – I RAPITORI GLI HANNO SCATTATO DELLE FOTO E LE HANNO INVIATE DAL CELLULARE DEL RAGAZZO ALLA MADRE E ALLA FIDANZATA, CHIEDENDO UN RISCATTO: “TROVATE 12MILA EURO IN CONTANTI O MI FANNO FUORI…”

Egle Priolo per "Il Messaggero"

 

rapimento 5

«Mi hanno preso con la forza e buttato dentro un'auto. Poi mi hanno legato mani e piedi con il nastro adesivo, minacciato con una pistola. Ho avuto paura che mi avrebbero ucciso». È il drammatico racconto che un ventuenne di Perugia ha fatto ai carabinieri che lo hanno trovato nella zona di San Mariano di Corciano dopo il sequestro lampo subito il giorno prima dell'Epifania. A sequestrarlo e minacciarlo, con la richiesta di un riscatto per coprire un debito di droga, un 27enne di Perugia e un 25enne di Assisi che sono stati arrestati dai carabinieri della Stazione di Ponte San Giovanni con accuse gravissime: sequestro di persona, estorsione aggravata, detenzione di armi e droga.

 

rapimento 1

La storia inizia a cavallo di Capodanno. Secondo quanto ricostruito dalla procura diretta da Raffaele Cantone in un mese e mezzo di indagini scrupolose e che non si sono fermate alla denuncia del giovane, la vicenda sarebbe nata dall'acquisto di una partita di hashish da parte di un amico della vittima. Un bel po' di droga che però non sarebbe stata pagata al 25enne di Assisi. Da qui sarebbero iniziate le minacce nei confronti del ventunenne, anche con una pistola che l'assisano deteneva illegalmente. E non solo.

 

rapimento 6

Perché le minacce si sono concretizzate anche in una bomba carta con cui è stata fatta saltare una panchina vicino alla casa del giovane. Un botto incredibile e un messaggio per lui, senza possibilità di replica. Tanto che il ventunenne, sempre secondo quanto delineato dagli inquirenti, sarebbe stato costretto a consegnare prima 1.500 euro e poi a fare da tramite per l'acquisto di altro stupefacente da parte di altre persone. La vittima trova la droga per ripagare il debito dal 27enne: un altro paio di chili di hashish consegnati insieme a una terza persona al 25enne che però scappa senza pagare. Da qui la decisione di sequestrare il ragazzo con altri due complici.

 

rapimento 2

LE FOTO ALLA MAMMA Una trama complessa, come una serie tv in stile Gomorra. Una storia che per il 21enne, ancora oggi, è un incubo. Lo racconta la scelta di cancellare il suo profilo dai social network e di uscire anche dalle chat con alcuni amici. Per non rivivere quelle due ore che gli sono apparse una vita. «Ero certo mi avrebbero ucciso», ha spiegato a magistrati, carabinieri e famiglia. Una certezza raccontata dagli occhi terrorizzati che la madre e la fidanzata sono state costrette a vedere nelle foto partite dal suo cellulare.

 

rapimento 3

Quelle immagini che le due donne la sera del 5 gennaio si sono trovate sul cellulare e che lo riprendevano per terra in un prato, in ginocchio, con le mani e i piedi legati dal nastro adesivo e la bocca imbavagliata. «Trovate 12mila euro in contanti o mi fanno fuori», si leggeva, in sintesi, nel messaggio che accompagnava le foto, come una terribile didascalia. A cui aggiungere i messaggi vocali con cui il giovane supplicava la famiglia di pagare e di non avvisare le forze dell'ordine, con i suoi aguzzini pronti a scendere a una richiesta di novemila euro.

 

rapimento 4

Abbastanza per scatenare il panico in chiunque, davanti a un cellulare che restituiva solo il terrore di quegli occhi muti e quella voce rotta dai singhiozzi. Abbastanza per capire, però, che l'unica cosa da fare era correre dai carabinieri. Che hanno restituito un figlio a una famiglia nella notte della Befana. Un regalo a cui ora resta solo il carbone di un confronto con i suoi sequestratori.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”