marco bucci matteo salvini giorgia meloni edoardo rixi

“HO UN CANCRO METASTATICO ALLE GHIANDOLE LINFATICHE DEL COLLO” - IL SINDACO DI GENOVA BUCCI, SCELTO DALLA MELONI PER CORRERE ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA, RACCONTA LA SUA MALATTIA: “ME LA SENTO, MI RIMANGONO 3 ANNI DI VITA? LI SPENDERO' COSÌ” – RENZI, CHE A GENOVA SOSTIENE LA SUA GIUNTA, SI SFILA: “NOI NON LO APPOGGEREMO” - COME DAGO DIXIT, LA CANDIDATURA DI BUCCI È L’ENNESIMO ATTO DI ARROGANZA DI POTERE MESSO IN ATTO DALLA DUCETTA AI DANNI DI SALVINI CHE NON FARÀ CONVERGERE I VOTI DELLA LEGA SUL NEO-MELONIANO E MALCONCIO SINDACO...

Marco Imarisio per corriere.it - Estratti

 

Come sta, sindaco?

bucci meloni

«Passiamo alla prossima domanda… Comunque, direi fisicamente bene, per quanto possibile, grazie. Ho appena finito le mie trenta sedute di radioterapia. Ho appena cominciato con l’immunoterapia. Iniezioni di anticorpi monoclonali per i cosiddetti tumori sensibili, una ogni ventuno giorni. Ho mandato alcune mie cellule a un laboratorio in Germania per vedere come reagiscono al farmaco: pare che siano recettive. Insomma, funziona».

 

Alla fine dello scorso maggio, durante una chiacchierata, Marco Bucci aveva detto di essere contento, nonostante tutto. I medici gli avevano concesso di fare «una ultima vacanza» in barca a vela, la sua grande passione. Quell’aggettivo, così definitivo, aveva chiuso una telefonata piena di cose non dette, come spesso succede quando si parla con le persone gravemente malate. «Non buttiamola sul patetico, per favore. Io mi riferivo a ultima prima delle terapie. Certo, non ero un fiore. E la diagnosi che mi era stata fatta non autorizzava all’ottimismo».

MARCO BUCCI - ALDO SPINELLI - GIANLUIGI APONTE - GIOVANNI TOTI

 

La malattia del sindaco di Genova è stata finora il convitato di pietra di una campagna elettorale che in fondo era cominciata il giorno dell’arresto di Giovanni Toti, presidente della Liguria. «Sarebbe la persona ideale, ma sta molto male…».

 

Per non citare di peggio. Era ciò che si sentiva in giro, era quello che pensavano tutti, nel centrodestra e anche dall’altra parte. Anche per questo, la sua candidatura alle prossime Regionali è una grossa sorpresa. Per quanto cinica, è una mossa intelligente che dati i nomi in campo e la posta in gioco trasforma per altro una elezione locale in una resa dei conti nazionale. Segue intervista, in bilico tra privato e pubblico, che data la situazione ormai sono una cosa sola.

toti bucci

 

 

Qual è la diagnosi?

«Cancro metastatico alle ghiandole linfatiche nel collo. Me l’hanno diagnosticato il 30 maggio. Operato il 3 giugno. Mi hanno levato una trentina di linfonodi. Così per cominciare. Come le ho detto, le cure continuano».

 

 

 

Cosa l’ha convinta?

«Quaranta minuti di conversazione con Giorgia Meloni. Oltre a quelle fatte con gli altri leader del centrodestra, che ringrazio per la fiducia».

 

Cosa le ha detto la presidente del Consiglio?

«Mi ha veramente impressionato per come ha descritto la situazione. E per le motivazioni che la portano a pensare che io sia la persona giusta per questo lavoro. “Io ti dico qual è la scelta politica e professionale” mi ha detto. “Ma su quella personale devi decidere solo tu”. Ci ho pensato sopra una notte, e poi ho sciolto la riserva».

 

MARCO BUCCI E GIOVANNI TOTI CON IL PESTO

Per quali ragioni?

«Diventa ogni giorno più evidente che qui in Liguria c’è problema grosso. Non voglio lasciare la mia regione ai signori del No. Magari sanno finanziare le opere con un decreto, ma poi le rallentano con le loro contraddizioni interne».

 

 

E il suo futuro?

«Non esiste. Nel senso che non ho ambizioni di altro tipo. Tra un mese e mezzo faccio 65 anni. Sono un civil servant, almeno mi ritengo tale. Ora, senza esagerare, c’è una emergenza politica. Non voglio che la Liguria torni indietro, che si butti via il lavoro di questi ultimi anni».

 

Non mi riferivo alla politica.

«Quando uno è malato, essere impegnato tutti i giorni aumenta l’adrenalina, che poi aiuta il sistema immunitario. Se invece ci si abbatte e ci si lascia andare, va ancora peggio. Diciamo che fare la campagna elettorale sarà una buona terapia».

MATTEO SALVINI - MARCO BUCCI - ALDO SPINELLI

 

Ne ha parlato in famiglia?

«I miei figli mi hanno detto di fare attenzione. Mi hanno detto: “Vero che non hai tanti soldi, ma vogliamo aspettare ancora un po’, così ne prendiamo ancora di più...”. Sono dei veri genovesi. Mia moglie invece non è contenta. Secondo lei mi sacrifico troppo. Ma ci siamo messi d’accordo, come sempre in una vita trascorsa insieme».

 

Ne ha parlato anche in Procura?

«Bella battuta. Ma io non ho mai commentato l’attività dei magistrati, dei quali ho piena fiducia. Se non mi hanno chiamato finora, consentendomi di andare avanti con il mio lavoro, una ragione ci sarà».

 

Mai avuto un momento di sconforto?

marco bucci sullo yacht di spinelli

«All’inizio sì. La parola tumore metastatico non fa piacere a nessuno. Avevo sentito una pallina sotto la mandibola, pensavo fosse una stupidata invece era un linfonodo ingrossato e malato. Mi sono sentito debole. È diventato inevitabile pensare a quanto tempo mi rimane. Poi ho capito che anche qui bisogna reagire, in qualche modo. È uno status mentale, devi capire che la tua vita è cambiata ma non è ancora finita».

 

(…)

 

Anche all’interno della sua coalizione, qualcuno sostiene che in caso di sua vittoria tra un anno si rivota. Ha paura di non farcela?

bucci toti panicucci presentazione concerto di capodanno genova

«No. Capisco i dubbi sulle mie condizioni di salute, sono legittimi. Ma ho detto che me la sento. Se mi rimangono tre anni di vita, li spenderò così. Se ne ho cinque, riesco a fare il presidente fino al termine del mandato. Se poi me ne restano altri dieci, me li faccio tutti in barca a vela».

 

 

RENZI: “NON LO APPOGGEREMO”

Matteo Macor per “la Repubblica” - Estratti

 

La pax di coalizione val bene una scommessa, a maggior ragione a un mese e mezzo dal primo voto dell’autunno difficile che attende le forze di governo. Si spiega così, tra Roma e la Liguria, il calcolo che nelle ultime 48 ore ha portato i leader nazionali del centrodestra prima a chiedere e poi varare la candidatura alle prossime Regionali del sindaco di Genova Marco Bucci.

 

Una puntata rischiatutto, pensata nonostante il no già ricevuto in estate da Matteo Salvini e portata a casa da Giorgia Meloni nel pieno dello stallo sulla scelta del candidato presidente, impantanata per giorni sugli unici due nomi sul tavolo, quelli di Edoardo Rixi e della deputata Ilaria Cavo, che risolve almeno un problema a livello nazionale, ma lascia più di un dubbio sul terreno locale.

 

 

 

(…)

bucci renzi

«Mi candido perché a questo punto non potevo tirarmi indietro, soprattutto dopo la richiesta della premier: non posso permettere la regione finisca nelle mani dei signori del no a tutto», spiegava ieri Bucci il ripensamento che l’ha portato a rivedere quello che diceva non più tardi di dieci giorni fa, quando dichiarava di non potersi candidare per «non prendere in giro gli elettori». A fargli cambiare idea, oltre alla lunga telefonata di Meloni («La decisione politica l’ha presa lei, quella personale l’ha lasciata a me»), la mancanza di alternative, si ammette da destra.

 

giovanni toti elisabetta canalis marco bucci 1

Se la carta Bucci rilancia le quotazioni del centrodestra soprattutto a Genova, primo bacino di voti della regione dove il consenso di Bucci è altissimo sin dai tempi della ricostruzione dopo il crollo del ponte Morandi, è vero del resto che «rimane quella della disperazione», si punge da sinistra, dove la mossa non ha scatenato le fibrillazioni che ci si aspettava. «Bucci è stato un bravo sindaco, ma stavolta non lo appoggeremo », ha chiarito via social Matteo Renzi, confermando la virata di Iv. «Noi a Genova eravamo già all’opposizione», ricorda Carlo Calenda. «Sono scappati tutti, e sono stati costretti a cercare Bucci», avrebbe poi confessato il candidato del campo, Andrea Orlando, ai suoi.

 

 

Articoli correlati

BUCCI E L'ENNESIMO ATTO DI ARROGANZA DI POTERE MESSO IN ATTO DA GIORGIA MELONI

(...)

marco bucci giovanni toti elisabetta canalis

 

 

matteo salvini a buccinasco

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…