riccardo licci francesco chiricozzi

“HO PAURA DI LORO NON LI PERDONERÒ MAI” - PARLA LA VITTIMA DELLO STUPRO DI VITERBO A OPERA DI DUE MILITANTI DI CASAPOUND: “IO CONSENZIENTE? È UNO SCHIFO. SPERO CHE NON LI FACCIANO USCIRE DAL CARCERE. HO IL TERRORE CHE RITROVARMELI DAVANTI O DI SUBIRE MINACCE PER RITIRARE LA DENUNCIA” - IL PADRE DI RICCARDO LICCI: “È VERO GLI HO DETTO DI BUTTARE IL TELEFONO MA IO QUEI FILMATI NON LI HO MAI VISTI…”

1 - VITERBO, LA VITTIMA «HO PAURA DI LORO NON LI PERDONERÒ MAI»

Virginia Piccolillo per il “Corriere della sera”

 

riccardo licci e francesco chiricozzi

«Non li perdono e non li perdonerò mai». Non ha dubbi, la donna di Viterbo vittima di abusi, secondo il giudice delle indagini preliminari Rita Cialoni, da parte di due militanti di CasaPound, Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci, ora in carcere ed espulsi dal movimento. «Li odio», dice al suo avvocato, Franco Taurchiano. E continua a ripetere: «Io consenziente? È uno schifo. Spero che non li facciano uscire dal carcere. Ho ancora tanta paura».

 

Il terrore di «ritrovarseli davanti» e di subire «minacce per ritirare la denuncia» sui fatti del 12 aprile. La serata iniziata in un pub, con chiacchiere e bevute, proseguita nel locale degli eventi di CasaPound «Old Manners» e terminata con «reiterati abusi» compiuti su di lei semisvenuta, dal consigliere comunale di Vallerano e dal suo «camerata». Convinti, secondo la loro versione, che lei fosse consenziente.

FRANCESCO CHIRICOZZI

 

Ad incastrarli i loro stessi telefonini. I selfie e i video con i quali il diciannovenne e il ventunenne avevano filmato gli abusi. Ma anche gli sms del padre di Riccardo Licci che, come emerge dall' ordinanza di custodia cautelare, li aveva avvisati che era meglio cancellare i video e le chat e buttare via il telefono. Suggerimenti che non configurano reato, essendo un congiunto dell'indagato. Comunque consigli inutili. Quelle scene sono ora sequestrate e secondo i magistrati si tratta di violenze delle quali la donna non ha memoria.

 

«Non mi ricordo niente. Mi hanno dato un pugno. Questo sì me lo ricordo, ma poi ho un blackout. Mi sono svegliata a casa mia, vestita, nel mio letto, e non sapevo nemmeno come c'ero arrivata. Ma mi sentivo male. Avevo un occhio nero, dolori alle ossa e sono andata al Pronto Soccorso», ha riferito all' avvocato. È lì che è scattato l' allarme. I sanitari, dalle lesioni, hanno sospettato la violenza sessuale. Anche se, protestano i difensori degli indagati, «non ci sono lesioni interne». E sono scattate le indagini e le perquisizioni.

 

riccardo licci e francesco chiricozzi 1

Già oggi il pubblico ministero potrebbe disporre l'incidente probatorio. La donna sarà ascoltata in ambiente protetto. E, in un'altra stanza, verranno interrogati gli indagati che dicono di averla conosciuto nel pub e di non averla forzata a seguirli, né a bere, né ad avere un rapporto sessuale. Lei conferma di averli seguiti «perché sembravano ragazzi per bene» e non pensava «che si sarebbero trasformati in bestie», mostrando quella che il gip definisce «personalità negativa», caratterizzata da «discontrollo degli impulsi» e «assenza di freni inibitori».

 

FRANCESCO CHIRICOZZI

Tornano alla memoria le parole dalla madre di Francesco Chiricozzi, che dopo il pestaggio ad opera di suo figlio e altri di un ragazzo che aveva ironizzato su Mussolini, scrisse: «Il fatto di avere un figlio sottrattomi in maniera subdola da 4 farneticanti di CasaPound, ritrovo di falliti e violenti che si cibano di luoghi comuni e scemenze, non esclude di farmi schierare dalla parte della vittima».

 

2 - «È VERO GLI HO DETTO DI BUTTARE IL TELEFONO MA IO QUEI FILMATI NON LI HO MAI VISTI»

Stefania Moretti per il “Corriere della sera”

 

Neanche una parola per la vittima. Roberto Licci, 54 anni, padre di quello che secondo i magistrati è uno degli stupratori di Viterbo - con il quale condivide la fede politica in CasaPound - non ne pronuncia molte, di parole, perché inizialmente dice che «noi dichiarazioni non siamo in grado di farne, non adesso, né io né la mamma». Ma qualcosa, alla fine, la dice.

FRANCESCO CHIRICOZZI

 

E di fronte a una donna che denuncia di essere stata violentata da suo figlio, la linea è questa: «La verità deve ancora venire fuori e ora come ora non sappiamo qual è. Saranno gli inquirenti a doverla accertare. C'è un' indagine in corso e ci affidiamo a loro». Da ieri, i media fanno anche il suo nome nel raccontare quello che per il pm è lo stupro al pub «Old Manners» di Viterbo: Roberto Licci è tra coloro che hanno provato a coprire Riccardo, invitandolo a gettare via il telefono che, all' interno, aveva le quattro foto e i quattro filmati di quanto accaduto nella notte del 12 aprile.

 

Il figlio Riccardo, 21 anni non ancora compiuti, è rinchiuso nel carcere Mammagialla di Viterbo da quattro giorni. Con lui c'è Francesco Chiricozzi, 19enne, consigliere comunale di Vallerano in quota CasaPound, che ha promesso le dimissioni ma non le ha ancora presentate.

 

FRANCESCO CHIRICOZZI

Per Roberto Licci, però, la realtà è diversa da quella descritta nell'ordinanza che ha spedito dietro le sbarre suo figlio assieme a uno dei suoi migliori amici. Secondo il gip Rita Cialoni, infatti, le immagini della notte al pub dei neofascisti sono state «condivise con una serie di soggetti terzi, ivi compreso il padre del Licci». Lui oggi smentisce: «Io non ho né ricevuto né guardato quei video e quelle foto».

 

Ma ammette l'altra parte dell' ordinanza. Quella che elenca uno a uno i messaggi ricevuti da Riccardo su WhatsApp, tra cui quello del padre memorizzato in agenda come «papà»: «Riccardo, butta il cellulare subito». Ma perché avrebbe dovuto disfarsi del telefono se era innocente?

 

«Io non sapevo con precisione di cosa si trattasse. È vero che gli ho scritto di gettare via tutto ma credo di essermi comportato da padre. Ho commesso un reato con quel consiglio? Non credo proprio. Sono suo papà, cercavo solo di pensare a lui».

 

Alla donna di 36 anni andata in questura a sporgere denuncia per violenza sessuale, invece, Roberto Licci non ha pensato. Oggi, ancora più che nei giorni scorsi, sembra concentrato esclusivamente sul figlio. Roberto Licci, assicuratore, si candidò come consigliere comunale alle elezioni amministrative della città dei papi nel 2018, lista CasaPound. Prese diciannove preferenze.

 

l'arresto di riccardo licci

Ieri è andato con la famiglia a trovare il figlio Riccardo in carcere: «È provato. E noi siamo assolutamente dispiaciuti». Dei contenuti del colloquio preferisce non parlare: «Mi spiace, ma non dico quello che ci siamo detti io e mio figlio». Com' è Riccardo? «Un ragazzo tranquillo, come ce ne sono tanti: non ci aveva mai dato problemi». Sembra proprio di sentirlo parlare di una persona del tutto diversa dal profilo tratteggiato dal gip: «Personalità negativa», «assenza di freni inibitori», «pericolosità sociale». Tanto a carico di Riccardo Licci quanto di Francesco Chiricozzi ci sono «precedenti di polizia per minacce, percosse e danneggiamento». Ma Roberto Licci di questo nulla sa o nulla intende dire. «Non ci ha mai dato problemi», ripete fino a quando non taglia corto: «Non abbiamo altre dichiarazioni da fare».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…