Barbara Costa per Dagospia
“Tu come ti chiami? Che lavoro fai? La lecchi la f*ga?”. Questo si deve dire, soltanto questo, a meno che non ti imbatti in uno “che pensa che leccarla sia una cosa che si chiama "tuffo nel pelo", e che la fanno i pervertiti”. Scappa via da tali debosciati, ma che, non lo sai? Gli uomini si dividono in 2 categorie: bravi ragazzi, e str*nzi. Il 90 per cento sono str*nzi, grazie a dio. Ne vale la pena. Specie con quelli “che hanno gli occhi così azzurri che sembra che il cielo gli risplenda dentro”. E se lo str*nzo ti delude… ti puoi vendicare “passandogli per dentifricio la tua polvere vaginale!”.
Così faceva Eve Babitz, così ci insegna e scrive, e nei particolari, in "La Mia Hollywood", la sua (prima) autobiografia (Bompiani). Autobiografia datata 1974, e ci è voluto mezzo secolo per libarla nella nostra lingua!!! Hanno avuto paura, e hanno avuto motivo di averla avuta. Eve Babitz è un mostro. Di bravura. Di vita. Di femmina. Di scrittrice. Del fatuo. Ovvero, di quel che più vale la pena vivere. Ehi: “Ognuno, finché è vivo, dovrebbe fare una festa tutta sua: la morte non è altro che gente che se la spassa senza di te”.
Si scrive per aver qualcosa da fare durante la giornata, e la più segreta ambizione di Eve Babitz è “stata quella di restare zitella”. Uomini che vanno e vengono, tra le gambe, ma che dopo non ti stanno tra i piedi, se ne vanno, da casa tua, e tu sei libera, “e non t’annoi mai”. Perfidamente rimproveravano alla Babitz di non maturare, ma…“chi l’ha detto che bisogna diventare maturi? Io non voglio diventare vecchia e morire. Io voglio solo morire. Non posso? Invece sì. L’ho sempre fatto. Io non credo nel dover affrontare il dolore a meno che non sia del genere che ti piace. Io consiglio a chiunque mi voglia dar retta di evitare le sofferenze o finirete per acquisire gusto per il dolore, e credere che vi piaccia, quando invece… è solo un film!”.
Qualcosa in contrario? Cosa? E perché non farvi chili di fatti vostri invece di puntare il dito sulle scelte altrui? È di Eve Babitz (com’è mio) l’odio puro per chi dice “è per il tuo bene”. Bene di chi? Ma perché parenti e ficcanaso imperterriti ci chiedono “quand’è che ti sposi? Ma vaffanc*lo! e le sbatto giù il telefono. Mia nonna vuole che mi sposi come lei e che abbia figli e nipoti ingrati che le sbattono il telefono in faccia”. Innamorarsi? Che rottura. “L’amore è qualcosa che fanno gli altri per mettersi nella giusta disposizione di procrear figli”.
I Principi Azzurri non esistono, esistono gli uomini e se non sono quelli giusti, tanto meglio. Poi, se sono sposati, bingo! Gli sposati hanno fame di sesso ignota ai single. “Le loro mogli si infuriano se scrivo le iniziali dei loro nomi”. Ma tra gli amanti di Babitz, Jim Morrison, Harrison Ford, Ed Ruscha, Steve Martin, Ahmet Ertegün, e sono quelli che si possono dire. Questo sì che è vivere! Perché sposar bifolchi, e finire a far lavori tediosi, “estetiste a 1 dollaro e 60 l’ora, commesse a Tutto a 2 dollari… è corteggiare il disastro!”.
Guai a rimanere intrappolati nella prigione che ci si è ideati. Il potere sta nel valore aggiunto di sapere cosa ti piace. E a Eve Babitz non piacciono “Kubrick. La fantascienza. Parigi. La stabilità. I frignoni. Le sorprese. I cani. E i bambini, e farei di tutto per Andy Warhol, se solo mi pagasse!”. Warhol sta a New York e a Babitz N.Y. non piace, lì parlano e diavolo “non mettono gli spazi tra le parole!”. Eve vive a N.Y. un anno, e “che puoi fare a NY, se non mangiare? Le alternative? Bellevue o eroina”.
O presentare Frank Zappa a Salvador Dalì. “Ho spedito 40 kg di "Life" da N.Y. a L.A. Bus Greyhound. Non è costato troppo”. Con la gatta Rosie, Babitz ritorna nella sua L.A. I posti vanno scritti SOLO con la maiuscola. Non si va a ovest: si va a Ovest. E a L.A., “dove vuoi andare che non sia vicino a un’uscita autostradale?!? Me ne frego di cosa pensano gli altri! A L.A. non è importante, e finisce lì”.
Eve Babitz è di L.A, “dove il sole sprofonda a Ovest e dove tutto quello che resta sono le Hawaii”. Eve Babitz è nata e cresciuta a Hollywood. Non si è mai messa troppi vestiti addosso. Nella sua vita le stagioni non ci sono mai state. E “la sapete una cosa? A Hollywood, a 14 anni, e non mi era ancora venuto il ciclo, mi ha dato il primo bacio indimenticabile e null’affatto paterno Johnny Stompanato, poveretto”, e poveretto si sa il perché. O no? E chi sa chi è (stata) Ona Munson? Indizio: ha fatto la p*ttana… Eve Babitz ha perso la verginità “a 17 anni, e grazie a 2 lattine di Rainier Ale da 26 cent. Non ho sanguinato, non mi ha fatto male e non sono diventata una donna. Pochi mesi dopo ho preso il diploma con dello sperma che mi gocciolava da una gamba”.
Eve Babitz mai è stata “un dolce petalo di passività: sono di L.A. e col cavolo che credo in Dio per via dei terremoti: io so già come va a finire. Se Dio vuole che gli creda io lo farò, ma solo per l’Oceano Pacifico, e i tramonti. Per il resto… aspetterò sotto lo stipite”. Le religioni orientali? Per carità! “Dicono che Budda non ha avuto donne. Certo! Come faceva a usare il caz*o in mezzo a tutto quel grasso??? Probabilmente era lungo 5 cm disteso nell’impeto”.
Pioniera dell’uso libero del diaframma, Eve Babitz si è un’intera vita domandata “come deve essere riuscire a entrare in un Dior. E comunque non posso lamentarmi. Non credo che si debba fare i difficili, e io sono bella quanto basta. E certe volte sono anche magra quanto basta”. Gay? Bisex? “No alle donne. Come regola. A meno che i suoi seni non siano un Botticelli migliorato. In quel caso… una cosa è esser lesbiche. Un’altra è entrare negli Uffizi”. Mai farsi addomesticare! Sintonizzati su altri canali. Interessati.
Ci sono vite da sperimentare. Autodefinitesi “sentimentalmente ritardata”, per Eve “il rossetto arancione gessoso da un punto di vista filosofico non ha senso, e lo dico sempre, come c’è niente di più utile di una borsa nera… e io non riesco a funzionare nella confusione, e non ho il coraggio d’andare da nessuna parte senza "Earthly Paradise" di Colette, e se mi succede qualcosa, e non ce l’ho?!??? Proust?
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Basta il ritrattino da checca che ne fa Colette: 3 paragrafi e ti risparmi 9 milioni di pagine! Ma io gli eccitanti… non è che non li amavo, era solo troppo complicato... ma lo sai che mi hanno presentato a un Beatle come la ragazza migliore d’America!??? E allora sì, lui mi telefona, alle 6 del mattino, e per dirmi di non farlo impazzire troppo… e la Woolf è nella ragione e le femministe nel torto, e dato che questo è il mio libro, e dato che è esistito James Joyce, perché non mi fate fare a modo mio? E tu, mia cara, cos’altro vuoi da bere?”. Eve Babitz, sun woman.
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