ristoranti contro il green pass roma

“IO NON LO CHIEDO IL GREEN PASS, NUN ME INTERESSA. SI C'HAI PAURA LASCIA PERDE, NUN CE VENI' PROPRIO A CENA. RISCHIAMO TUTTI, IO RISCHIO IL LOCALE!” – DA FORTUNATO AL PANTHEON AL BOTTAROLO: I RISTORANTI ROMANI CHE  NON EFFETTUANO ALCUN TIPO DI CONTROLLO SI SONO MESSI IN RETE - “QUESTO SUPER GREEN PASS NON SERVE A NULLA PER QUANTO RIGUARDA LA SICUREZZA. E SE MI FANNO LA MULTA IO NON LA PAGO E FACCIO RICORSO”

ARIANNA DI CORI per Repubblica - Roma

 

«Non si preoccupi, il Green Pass non è un problema, non ce l'ho nemmeno io » . L'unica accortezza, quando si arriva al noto ristorante Fortunato al Pantheon, affacciato su Piazza della Rotonda, è «chiedere di Pino», che provvederà, senza dar troppo nell'occhio, a far entrare gli avventori sprovvisti di certificato.

 

da fortunato ristoranti contro il green pass roma

E la cena no-vax è servita. Trenta ristoranti Con la stessa " policy", solo a Roma ci sono almeno altri 30 ristoranti. Tutti dichiaratamente no-Pass, organizzati in una rete con tanto di mappe interattive per localizzarli, fornite persino di un sistema di segnalazione, dove croci rosse segnalano «i locali da boicottare» (perché richiedono il Green Pass, è il caso del Monk), e altre, verdi indicano invece i « pentiti » , ovvero chi inizialmente faceva i controlli ma poi ha deciso di convertirsi, in nome della tanto decantata libertà di cui è infarcita la retorica no-vax.

 

 Tra loro si definiscono « professionisti non discriminatori » . E l'aspetto più sorprendente è che tutto questo avviene alla luce del giorno: le mappe con i ristoranti accessibili per chi rifiuta vaccino e Pass si trovano su due siti accessibili a chiunque, Animap e Umap, con un gruppo Telegram super popolare, dal nome " Esercenti no Green Pass" ( 33.241 membri), nato ad agosto dello scorso anno in concomitanza con l'introduzione della certificazione verde, a fare da cassa da risonanza. Pubblicizzare la propria attività sulle due mappe interattive è semplice. Basta scrivere direttamente agli amministratori del gruppo Telegram o al team Animap. Una sola clausola: registrandosi il ristorante « rinuncia espressamente alla presentazione dei documenti sanitari».

scomodo ristoranti contro il green pass roma

 

Fortunato al Pantheon Un pezzo di storia romana, una volta meta prediletta di Fanfani e De Mita, ancora oggi tanto amato dai politici - frequentatissimo dagli eponenti del Pd nei giorni di elezione del Presidente della Repubblica - da essersi guadagnato il soprannome " la seconda camera", Fortunato al Pantheon è il più celebre tra i ristoranti romani a campeggiare nella mappa Umap " Esercenti liberi". « Nun te preoccupa' » , è il mantra di Fortunato, quando si parla di Green Pass.

 

Scomodo Food&Music Per chi ama la cucina fusion, ma non vuole rinunciare all'ideologia del " No", c'è Scomodo Food& Music su via Casilina. " Va bene se viene senza Green Pass - risponde una dipendente - ma meglio che non lo ce lo diciamo al telefono". Dar Bottarolo « Io no' o chiedo, a me nun me interessa » , chiarisce subito il titolare del ristorante in via dei Lincei a Tor Marancia alla domanda se è necessario esibire il Green Pass. Certo, il rischio di venire sanzionati. in caso di controlli da parte delle forze dell'ordine c'è. Ma al Bottarolo non piacciono i pavidi. «Si c'hai paura lascia perde, nun ce veni' proprio a cena. Rischiamo tutti - sottolinea - io rischio il locale!».

 

Sale & Peperoncino

il bottarolo ristoranti contro il green pass roma

Alcuni ristoranti sono più guardinghi di altri e non amano che si parli di Green Pass, anzi, assenza di esso, al telefono. «Eh, eh, eh - redarguisce il gestore di Sale e Peperoncino di via Portuense - queste frasi non vanno dette al telefono, c'avete tutti lo stesso vizio». Ma poi rassicura. «Va bene signora, non c'è problema per noi, se c'ha chiamato vuol dire che sa già qualcosa», aggiunge, riferendosi alla mappa di cui ( orgogliosamente) fa parte. Pizzeria Macinanti

 

C'è chi è invece molto più loquace, come il titolare della pizzeria Macinanti, a pochi passi da via dell'Oceano Atlantico all'Eur. « Per mangiare al ristorante serve il Green Pass, lo sappiamo - spiega il gestore dall'altra parte del telefono - noi non lo controlliamo, ma se vengono fanno la multa, a noi come a voi». Ma l'ideologia è più forte di una sanzione. E l'uomo dimostra di avere grande esperienza nella gestione di eventuali problemi.

 

sale e peperoncino ristoranti contro il green pass roma

« Noi non facciamo i controlli in genere, non siamo autorizzati a farlo, e sinceramente abbiamo notato che questo Super Green Pass non serve a nulla per quanto riguarda la sicurezza. E se mi fanno la multa io non la pago e faccio ricorso. Abbiamo persino amici che nel primo lockdown tenevano aperto senza mascherine, li hanno fatti chiudere ma dopo 6 mesi gli hanno restituito la licenza». Una lunga lista I ristoranti citati sono solo alcuni della lunga lista, consultabile online su Umap.fr. Ce n'è per tutti i gusti e per tutte le tasche: dalle birrerie come Maulbeere a Centocelle o Stappo a Monteverde, fino a i ristoranti etnici come Zenobia a piazza Dante. Persino un cat bistrot, il Romeow a Ostiense: i gatti, a quanto pare, non chiedono il Green Pass.

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”