di maio trenta

“MI HANNO FORZATA A FARE SCELTE CHE NON AVREI FATTO” - I MISSILI DELL’EX MINISTRA DELLA DIFESA ELISABETTA TRENTA: “MI TROVAI IN UNA SERIE DI SCONTRI CON DI MAIO. DISSI CHE AVEVAMO BISOGNO DI UN BUDGET IMPORTANTE PER RINNOVARE IL PARCO MISSILISTICO. MI URLÒ CONTRO CHE NON AVREBBE MAI DATO QUELLA CIFRA. SI RAFFREDDÒ IL RAPPORTO” - “CONTE? UN ABILE INTERPRETE DEL POTERE, MI SEMBRA UN UOMO DEL PD…” - "DI MAIO MI CHIESE SE AVESSI PREFERITO FARE LA MINISTRA DEGLI ESTERI O DELLA DIFESA..."

Aldo Torchiaro per “il Riformista”

ELISABETTA TRENTA

 

Stanchi dei vecchi scenari della politica? Nuovi Orizzonti per l'Italia si propone di farne piazza pulita, rielaborando la genuina essenza del Movimento Cinque Stelle. Il progetto di Elisabetta Trenta, che fu Ministra della Difesa nel governo Conte I, è ambizioso: «Rinnovare la politica a partire dalla rifondazione del Movimento».

 

È proprio decisa, vuole fondare l'ennesimo partito nuovo?

Tra quelli di ex M5S è il numero sei. Sì, perché vanno distinti i principi dalla loro attuazione, e dalla deriva che certe cose hanno preso. Io voglio fare politica sulle idee, nel Movimento sentivo parlare solo di posti e di poltrone.

elisabetta trenta e giuseppe conte

 

I Cinque Stelle di Conte non sono risanabili dall'interno?

No, mi creda. Bisogna uscirne e provare a ricostruire un soggetto politico che si richiami ai principi di base del Movimento senza la stessa deriva.

 

Lei ha provato a farsi valere all'interno?

Eccome. Ho partecipato agli Stati Generali, fatto le mie proposte, mi ero candidata per il direttorio. Ma arrivò Grillo a dire di no, che lui si fidava di Conte. Alla faccia del processo dal basso. Stanno prendendo in giro loro stessi e i loro elettori. Non si sono strutturati come partito, malgrado fossero un partito di tipo tradizionale: con le tessere, le correnti. E una linea di decisione ristretta, verticistica. Arrivati al governo, sono diventati la negazione di tutto quello che avevano detto. Altro che voce agli attivisti, qui non c'era neanche voce per una ministra come me.

elisabetta trenta luigi di maio

 

E invece secondo il suo progetto si può essere di rottura, eticamente attenti ma non antisistema?

Sì, si può e si deve. Gli italiani chiedono un'offerta politica nuova, ma se li ascoltiamo vogliono più cautela sulla giustizia e sul fisco di quella esorbitante fascinazione che ha avuto il Movimento per le manette.

 

Ripartiamo da lei. Ha mai fatto attività politica, prima?

 No. Non nel senso dei partiti. Facevo attività di ricerca internazionale, quindi più policy che politics.

 

Come è stata scelta dai Cinque Stelle?

Avevo partecipato alle parlamentarie, avevo incontrato Di Maio all'università. E gli dissi: se ti serve una mano, ci sono. Lui mi diede una mail, io gli scrissi.

elisabetta trenta 2

 

E poi? Come è diventata Ministra della Difesa?

Mi telefonò una ragazza, nei giorni successivi alle elezioni del 2018. Mi disse: «Sono della segreteria di Di Maio, mi manda il suo curriculum?». Lo mandai, chiedendo per cosa fosse. Mi rispose che serviva per una intervista. Non capii. Forse voleva dire che sarebbe seguito un colloquio. E infatti poi mi chiamarono per dirmi che ero stata selezionata per far parte del governo come Ministra. Senza aggiungere altro. Ho pensato a uno scherzo, ho attaccato. E ho richiamato quell'amico mio che fa spesso gli scherzi, chiedendogli se fosse stato lui.

elisabetta trenta

 

Ma non era uno scherzo.

 Infatti poi mi chiamò Di Maio, al telefono. Erano giornate concitate. A un certo punto mi chiese se avessi preferito fare la ministra degli Esteri o la ministra della Difesa.

 

E lei disse: Difesa.

Io dissi: «Luigi, gli Esteri mi pare troppo». Facciamo la Difesa.

 

Ma sì, che sarà mai. Che c'era, nel suo curriculum?

Nel mio cv ci sono anni di lavoro nella cooperazione internazionale nel post-confl icts, ho lavorato in Iraq nove mesi come political advisor. Dal 2005 al 2014 sono stata lì varie volte per il rafforzamento istituzionale. E ho lavorato su progetti in Libia, nel Mediterraneo. Avevo così iniziato a lavorare sul ruolo dell'intelligence. Poi ho fatto un master alla Link Campus in intelligence e sono entrata nella riserva selezionata dell'esercito.

 

giuseppe conte luigi di maio foto di bacco (1)

Quasi quasi poteva prendere la Farnesina, a quel punto. Ci misero Moavero Milanesi.  

Di Maio mi disse di cercare persone per entrambe le posizioni. Avrei potuto dire gli Esteri, ho detto Difesa. E mi ha messa lì. Poi ho capito che voleva solo una bandierina, mentre io ero un essere pensante, parlavo con la libertà e la competenza che mi sono proprie.

 

Su cosa ha battuto i pugni sul tavolo?

Sugli F35, gli armamenti, l'Afghanistan, il M5S mi sembrarono inadeguati a gestire il Ministero della Difesa. Forse non avrebbero dovuto prendere quel ministero.

elisabetta trenta 3

 

E allora neanche i trasporti, le infrastrutture...

È difficile fare opposizione e governo insieme. Per me, non c'era modo. Sugli F35 io stavo cercando di fare in modo che una parte del budget a loro dedicato fosse spostato in avanti. Si poteva fare, si sarebbe potuto fare. Si è invece ritenuto più utile far cadere tutto. Abbiamo vincoli Nato, non si possono tradire gli impegni internazionali.

 

Le hanno chiesto di tradirli?

Mi hanno forzata a fare scelte che non avrei fatto. Un paese è veramente democratico quando i cittadini capiscono come stanno le cose. E non in maniera ideologizzata.

giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza

 

I missili hanno affondato lei, alla fine.

Mi trovai in una serie di scontri con Di Maio. Dissi che avevamo bisogno di un budget importante per rinnovare il parco missilistico. Mi urlò contro che non avrebbe mai dato quella cifra. Gli provai a spiegare "Guarda, i missili scadono come le scatolette di tonno". Lo dissi così, con semplicità, per farmi capire.

 

E poi che successe?

elisabetta trenta ursula von der leyen

Si raffreddò il rapporto. Quando ci fu la selezione per i facilitatori, mi presentai, ma mi trovai subito esclusa senza capire per quale ragione. E il giorno dopo iniziò sui giornali il depistaggio con la questione della casa, di cui avrei goduto illecitamente. Ho fatto tredici querele su quell'episodio. E nel settembre 2019 non venni più chiamata, al cambio di governo capii di esserne stata messa fuori.

 

Come si definisce?

Una moderata radicale: il dialogo è alla base della politica, il compromesso buono è alla base della politica.

 

Com' è Giuseppe Conte?

Un abile interprete del potere, ha compreso quali sono le linee interne. Guardandolo da vicino, mi sembra un uomo del Pd.

 

Dice che vorrebbe "una donna" per il Quirinale.

Cose che si dicono. Io dico che vorrei una figura autorevole e rispettata, poco importa se uomo o donna.

IL TRASLOCO DI ELISABETTA TRENTA DALLA CASA DI SAN GIOVANNI

 

Potendo scegliere?

Se potessi scegliere, vorrei un Sandro Pertini. Un esempio vero di lotta per la libertà e per la giustizia sociale. Rappresentare il popolo non signifi ca essere populista, ma vicino alla gente.

 

Come va a finire la partita del Quirinale?

Se Draghi non viene eletto subito, difficilmente sarà eletto dopo. Che questo Paese abbia un solo personaggio proponibile, è la cosa più triste e la miglior fotografi a della crisi della politica. Così come non è possibile che senza Draghi il Pnrr cada. Sarà necessario rivedere il valore della politica, perché in Parlamento c'è solo chi alza la mano a comando. Ci siamo trasformati in qualcos' altro?

grillo di maio

 

Lei ha la sensazione che apparati di sicurezza del nostro Paese cerchino uno sbocco politico diverso?

I capi delle forze armate, i magistrati, i poteri creano un rapporto di scambio che non garantisce la necessaria indipendenza. Sono stata contraria alla norma di modifi ca della Legge 124 del 2007, votata poi con la fiducia, in cui il capo del Dis può essere riconfermato più volte. Anche di anno in anno. Questo non crea la necessaria indipendenza tra apparati di sicurezza e politica. Crea una commistione, una contiguità. Mentre deve esserci una certa indipendenza.

 

ELISABETTA TRENTA

Gli apparati di sicurezza come guardano alla politica?

 Con giusto interesse: la politica è alla base di tutto, tutti devono lavorare per concorrere a mettere in pratica l'indirizzo politico che prevale in democrazia. Vanno trovati i meccanismi per evitare le leggi fatte ad hoc, con quei rapporti mai chiari che ho visto sin troppe volte, in questi anni.

 

Lei dice di non essere giustizialista ma garantista. Non era in buona compagnia...

Il giustizialismo è stato un argomento usato per colpire l'avversario politico. Ma tra la riforma Cartabia e la riforma Bonafede vorrei trovare una via di mezzo. Sono per una giustizia giusta: non si può agire sul solo numero di anni per il calcolo dell'improcedibilità ma va riformata l'organizzazione del processo.

 

Ci sono stati eccessi nel giustizialismo dei Cinque Stelle?

Eccessi che io ricordo, ma vorrei sapere quanto rimane nel ricordo collettivo. Di Maio sul caso Uggetti si è perfino scusato. E vado oltre: dopo tanti anni di antiberlusconismo, sono certa che qualche parlamentare dei Cinque Stelle voterà Berlusconi, nel segreto dell'urna.

ELISABETTA TRENTA E IL MARITO CLAUDIO PASSARELLI

 

Perché un elettore dei Cinque Stelle deve dare le spalle a Conte e votare per voi?

Perché vogliamo rappresentare le esigenze vere della gente, con altrettanta dignità degli interessi di ciascuno. Qualsiasi organizzazione è formata da varie parti, bisogna sempre cercare un equilibrio. Vorrei correggere gli squilibri che il Movimento ha accentuato. Senza dimenticare mai gli ultimi. La società di oggi è troppo polarizzata. Dobbiamo lavorare sulle sfumature tra il bianco e il nero. La soluzione sta tra le pieghe, nelle sfumature. Ma viviamo in un mondo complesso.

 

I primi compagni di strada?

elisabetta trenta lorenzo guerini

Due testimoni di giustizia, Pino Masciari e Ignazio Cutrò, due imprenditori che hanno perso tutto e hanno fatto della lotta alla mafi a la lotta per la loro vita. Non sono politici. Poi c'è Nicola Cechini, che da Italia dei Valori è venuto con noi, e poi c'è Roberto Catani, avvocato di Ancona. Si occupa di giustizia per noi, ed è un garantista. Ci sono poi molti militari e persone perbene che mi sono vicine.

elisabetta trentaELISABETTA TRENTA E PAOLO RAUDINO

Ultimi Dagoreport

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…