roma disabile bulle bullismo ragazza 12enne bambina

“MIA FIGLIA POTEVA MORIRE” – PARLA LA MAMMA DELLA DODICENNE DISABILE AGGREDITA E PICCHIATA IN DIRETTA INSTAGRAM: “NON CONOSCEVA QUELLE RAGAZZE, AVEVA SOLO DELLE AMICHE IN COMUNE. È STATA UN’ESIBIZIONE DI FORZA OSTENTATA VIA SOCIAL. HANNO FATTO LA DIRETTA SU INSTAGRAM MENTRE LA PICCHIAVANO. DECINE DI RAGAZZI, SI VEDE DAL VIDEO, HANNO IL CELLULARE IN MANO E RIPRENDONO” – “QUANDO SONO ARRIVATA ERA QUASI NUDA. AVEVA LA MAGLIA STRAPPATA, IN PARTE SOLLEVATA E..."

Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”

ragazza disabile aggredita a roma dalle bulle 2

 

«Mia figlia, disabile di 12 anni, è stata malmenata da tre bulle per qualche like su Instagram. Quando il branco la picchiava altri ragazzini euforici riprendevano la scena e trasmettevano tutto in diretta social. Questa è la più amara delle verità».

 

La madre di Paola, 12 anni, (il nome è di fantasia) è incredula. Arrabbiata. Anche se la solidarietà che sta incassando in queste ore le solleva il morale. «Non siamo sole», ammette. Tra le prime a chiamare la donna due ministre sensibili a queste tematiche: la titolare del dicastero per le Disabilità, Erika Stefani e la collega Mara Carfagna, per il Sud e la Coesione Territoriale.

 

MARA CARFAGNA 3

«Non esistono giustificazioni né attenuanti a quanto è successo», sottolinea Stefani. Carfagna si è sincerata delle condizioni di salute della piccola e a breve incontrerà madre e figlia. La vittima, però, a distanza di tre settimane dal pestaggio porta ancora addosso le ferite di ciò che è accaduto.

 

Ieri, dopo l'ennesima visita in ospedale, i medici hanno aggiornato i giorni di prognosi: dai 21 iniziali sono arrivati a un totale di 37. Paola dovrà sottoporsi ancora a diverse sedute di fisioterapia prima di riprendersi. Intanto corre parallela l'indagine. Il caso della 12enne bullizzata è arrivata alla procura dei minori.

 

ERIKA STEFANI

I carabinieri della compagnia di Montesacro hanno depositato ieri una dettagliata informativa in cui viene descritto, in modo minuzioso, ciò che è accaduto il due aprile in un parco a Roma nord e hanno indicato il reato di lesioni aggravate in concorso. I militari hanno già identificato le tre responsabili dell'aggressione.

 

Cosa è accaduto il 2 aprile a suo figlia?

«Alle 17 e 17 minuti mia figlia mi telefona e mi dice mamma mi vieni a prendere? Esco di casa in auto e mi dirigo verso il parco. Durante il tragitto Paola mi richiama nuovamente: sbrigati e poi chiude la conversazione. Capisco che qualcosa non sta andando per il verso giusto».

ragazza disabile aggredita a roma dalle bulle 3

 

A questo punto cosa succede?

«C'era traffico, ero spaventatissima. In realtà saranno passati pochi minuti ma mi sembrava di non arrivare mai. Mentre ero al volante mi dicevo mio Dio ma cosa accade. Poi finalmente sono lì. E assisto a una scena che non saprei descrivere: la mia Paola, una bambina di 12 anni con delle disabilità, con la maglia strappata, in parte sollevata, con il viso gonfio, sorretta a fatica da un'amica. Ero sconvolta»

 

Paola le ha detto qualche cosa?

 «Ci siamo guardate negli occhi. Io mi sono levata la felpa che indossavo e l'ho messa a lei. Era quasi nuda nel busto. Gliel'ho infilata piano. Per un attimo ho avuto paura a mettergliela, conosco bene le sue fragilità. So quali sono i suoi punti deboli e speravo che non l'avessero colpita in certe parti. Mia figlia sarebbe perfino potuta morire»

 

LA DISABILE PICCHIATA DALLA BABY-BULLE A ROMA

A questo punto andate in ospedale?

 «Sì, immediatamente. Mi dirigo nell'ospedale che ha in cura la mia piccola. Perché penso che in caso di lesioni gravi sappiano intervenire subito. Nel frattempo succede qualche cosa che mi lascia basita».

 

Che cosa?

 «Il telefonino di mia figlia squilla senza sosta. Amici e conoscenti la chiamano. Il video del pestaggio era andato in diretta sui social. Qualcuno le telefona perché vuole sincerarsi della sua situazione.

 

Molti altri no, vogliono sapere dettagli solo per continuare a spettegolare. Il punto è che Paola non ricordava nulla. Quindi ero ancora più spaventata»

 

Una sorta di blackout ?

BULLISMO A SCUOLA

 «Lei ha un vuoto di memoria. Oggi fa fatica a ricordare quello che è accaduto dal momento del pestaggio sino all'arrivo in ospedale. Proseguo con il racconto»

 

Prego...

«Finalmente arriviamo al pronto soccorso. I medici escludono traumi che le possano aver causato danni irreparabili. Ma comunque alla fine stabiliscono 37 giorni di prognosi (21 il 2 aprile e altri 15 in una successiva visita ) che sono tantissimi. Inoltre per un lungo periodo dovremo andare a fare dei controlli»

 

Perché hanno picchiato in quel modo sua figlia?

ragazza disabile aggredita a roma dalle bulle

«Questa risposta la dovrà fornire la magistratura, la procura, i carabinieri. Di certo Paola non conosceva le ragazze che l'hanno malmenata. Con loro aveva delle amicizie in comune. Questo sì. Per quello che ho potuto capire si è trattato di una esibizione di forza ostentata via social.

 

Hanno fatto la diretta su Instagram mentre la picchiavano. Decine di ragazzi, si vede dal video, hanno il cellulare in mano e riprendono. Infine poche ore dopo il pestaggio una delle bulle si vanta con le amiche sempre sullo stesso social».

 

Cosa si aspetta adesso?

«Da un lato giustizia. Mia figlia poteva morire date le sue patologie. Dall'altro spero che Paola recuperi completamente. Lei ha fatto dei miracoli per arrivare alla condizione di salute psico fisica in cui si trova ora. Nessuno può rovinare anni di sacrifici. Un'ultima cosa. All'inizio ci siamo sentiti soli, poi siamo stati presi per mano dal Centro Nazionale contro il Bullismo - Bulli Stop, dalla presidente Giovanna Pini e dall'avvocato dell'associazione Eugenio Pini, abbiamo trovato sostegno e la forza di denunciare».

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”