giornata africa peschiera del garda

“NON TUTTI SONO ANDATI LÌ PER FARE BORDELLO” – PARLANO I RAGAZZI CHE ERANO AL RADUNO DI GIOVANI IMMIGRATI DI SECONDA GENERAZIONE A PESCHIERA: “LE VIOLENZE COLPA DI 50-60 PERSONE CHE RIESCONO A DIVERTIRSI SOLO SE FANNO CASINO”. E TRA DI LORO C’È CHI SI INCAZZA: “POI VI LAMENTATE DEL RAZZISMO IN ITALIA. STATE ROVINANDO LA REPUTAZIONE DI TUTTI GLI STRANIERI” - MA C’È CHI PROVA A “GIUSTIFICARE” L’ESPLOSIONE DI RABBIA: “PER GLI ITALIANI SIAMO SOLO FECCIA. SONO RIUSCITI A FARCI CREDERE DI ESSERE PIÙ AFRICANI CHE ITALIANI. NON CAPISCO QUINDI PERCHÉ TUTTO STO SCANDALO…”

1 - FOLLIA E MOLESTIE, VIAGGIO TRA I RAGAZZI DEL GARDA "RABBIA E ISOLAMENTO MA NON SIAMO TUTTI COSÌ" DENUNCE DI 5 RAGAZZE

Monica Serra per “la Stampa”

RAGAZZE MOLESTATE TRENO PESCHIERA DEL GARDA

 

Magliette griffate, canotte bianche, collane e anelli dorati. I loro idoli sono cantanti trap, vivono sui social - su Tiktok soprattutto che Facebook è «per vecchi» - dove raccontano ogni passo che fanno, compresi i momenti banali, trascorsi ad ascoltare musica al parco, a indossare un paio di sneakers nuove. Tra loro si chiamano «fra'», «bro'». E pubblicano senza sosta. Balletti improvvisati in stazione, richieste di compagnia femminile per una serata a Jesolo o a Rimini, attimi di follia in cui «spacchiamo tutto», al ritmo del tormentone Alicante.

 

Com' è successo a Peschiera del Garda il 2 giugno, dove dopo una giornata di follie nonostante l'allarme lanciato in anticipo dalla sindaca Orietta Giaulli, e rimasto inascoltato, ora la procura di Verona indaga sulla presunta violenza sessuale sul treno di ritorno a cinque ragazze di Milano e Pavia, e sta valutando se ipotizzare anche l'aggravante dell'odio razziale (al contrario) perché chi ha accerchiato e palpeggiato urlava «Qui comanda Africa», «Le bianche non devono salire».

giornata africa a peschiera 2

Nel piccolo centro sul lago e sulla spiaggia lido Campanello giovedì scorso erano 2.500, soprattutto italiani di seconda e terza generazione, tra i quindici e i vent' anni, nati da famiglie marocchine ed egiziane.

 

«Tutto è nato da un video virale su Tiktok», racconta Momo (nome di fantasia), 16 anni e genitori marocchini, ritratto nei video di Peschiera e che dopo qualche resistenza ha deciso di parlare, a differenza di un paio di sue coetanee (una italiana) che invece in cambio chiedono soldi: «Racconto solo se ci guadagno qualcosa».

giornata africa a peschiera 1

Momo spiega che alcuni ragazzi hanno girato il video-invito «il sabato precedente sulla spiaggetta: ballano, cantano, fanno il bagno». In testa c'è la scritta «2 giugno a Peschiera?».

 

Il maxi-raduno nasce così, con un filmato che raggiunge soprattutto studenti in vacanza per il ponte di Vicenza, Padova, Verona, ma anche Cremona, Milano, Bergamo, Brescia... In maniera incontrollata come accade col passaparola sui social. «Non tutti sono andati lì per fare bordello - spiega Momo - io non l'ho fatto. Ero lì per divertirmi, ballare, fare il bagno, conoscere gente». I saccheggi nei bar, i danneggiamenti, gli assalti ai turisti, o al trenino, le pietre contro la polizia in tenuta antisommossa, l'accoltellamento dopo il furto sarebbero stati commessi «da un gruppo ristretto, 50-60 ragazzi, di quelli che riescono a divertirsi solo se fanno tanto casino e non si può fare nulla per fermarli», prende le distanze Momo. Che però non sa spiegare l'origine di tanta rabbia: un po' sarebbe colpa del «lockdown» o di «condizioni di famiglia disagiate», un po' sarebbe «colpa dello Stato che non fa nulla per dare a questi ragazzi un'opportunità».

giornata africa a peschiera

 

Sulla questione ha le idee più chiare Ossama, 20 anni, famiglia marocchina, che parla con accento lombardo e sta studiando per la maturità. Lui su Tiktok, come tanti, ha criticato quel che è successo a Peschiera: «Invadete una città come animali, accoltellate, spaccate, fate risse, rubate, fate intervenire la squadra antisommossa e poi vi lamentate del razzismo in Italia. State rovinando la reputazione di tutti gli stranieri che sono brave persone. E per cosa? Per comportarvi come delle scimmie appena uscite dallo zoo? Mi vergogno per voi!».

Al telefono sostiene che questi giovani di seconda e terza generazione «sono troppo influenzati dai social, dal mondo della musica trap, che ascolto anch' io, non voglio condannarla, da certi film e finiscono per credere che vivere ispirandosi a quella violenza e a quegli ideali faccia "figo"».

 

Ossama vive in Lombardia e fino allo scorso anno frequentava «solo ragazzi stranieri, gruppi che da una parte soffrono il razzismo che ancora esiste, dall'altra tendono a isolarsi, vivono di pregiudizi che esistono solo nella loro testa. Era il nostro mood, ci sentivamo diversi e restavamo in disparte. È una specie di razzismo al contrario che fa più ridere dell'altro», riflette. «Con i miei amici non andavamo in centro perché ci sentivamo guardati male, stavamo sempre tra di noi, rischiavamo di metterci nei guai». Poi però qualcosa per Ossama è cambiato: «Ho capito che alcuni limiti erano nella mia testa, ho iniziato a frequentare altra gente, a pensare che voglio costruire qualcosa nella vita».

rave peschiera

 

Chi danneggia, spacca, saccheggia per Ossama non viene necessariamente da periferie disagiate: «In alcuni casi sì, ma tanti di questi ragazzi a casa sono agnellini, sempre educati con mamma e papà. Poi quando escono si trasformano». Spesso «si circondano di ragazzine italiane che siccome sentono una certa musica pensano faccia figo uscire col marocchino: è una moda». Ma «sbaglia chi pensa che le violenze o le molestie alle ragazze siano figlie della nostra cultura.

 

Molti di noi sono musulmani e il Corano non consentirebbe mai un simile trattamento delle donne». Quel che è successo sul treno alle cinque ragazze o se davvero ci sono altri casi di violenze che la procura di Verona per ora ipotizza, per Ossama «è frutto dell'ignoranza che non ha colore». E per chi indaga è figlio anche della dinamica di massa. Che mai come in questo caso, si muove con le regole del branco.

rave party peschiera

 

2 - LA RABBIA DEI FIGLI DI IMMIGRATI "GLI ITALIANI CI HANNO ISOLATO PER QUESTO CI SENTIAMO AFRICANI"

Karima Moual per “la Repubblica”

 

«Quello che è successo è vergognoso, quelle molestie sono terribili, ma possibile che i riflettori si accendono solo quando scoppia il caos? Si svegliano solo adesso scoprendo la rabbia e la violenza che molti ragazzi stanno sfogando? Ma di noi non ha mai avuto pietà nessuno, dallo stesso momento in cui ci hanno sbattuti nei peggiori quartieri, possibilmente ammassando tutti insieme, per identificarci ancora meglio come immigrati, africani a vita. Alla fine, ce l'hanno fatta. Sono riusciti a farci credere di essere più africani che italiani. Non capisco quindi perché tutto sto scandalo». Così Hassan (nome di fantasia) da Milano, quartiere San Siro, spiega il disagio di una generazione di figli di immigrati. «Sì, mi sento africano, marocchino e non certo italiano. Non sono mica scemo. So come ci guardano gli italiani e, sinceramente, preferisco tenermi strette le mie origini ».

rave peschiera

 

Mentre si racconta, cerca di spiegare, la voce a volte trema, eppure non ha nessuna voglia di fermarsi ed è convinto di rientrare in una specie di figura, marocchina, immigrata, africana, che non è altro che qualcosa di immaginario e astratto.

E basta vedere il volto dei genitori, sentirli parlare, per capire quanta distanza ci sia tra lui e il loro mondo. «Ma non ti guardi intorno sorella? Siamo solo la feccia per loro (inteso, gli italiani, ndr), e da dentro queste fatiscenti palazzine sono in pochi a permettersi di sognare. Fare piccole rapine, spacciare, per molti ragazzi è ormai normale».

 

le ragazze molestate sul treno da gardaland

Un disagio che esprime anche Farid, che ha appena 14 anni e vive a Vercelli, Mounir, diciottenne di Tor bella Monaca, estrema periferia est di Roma. Ragazzi che vivono in quartieri popolari e realtà diverse ma sembrano tutti fatti con lo stampino: abbigliamento, gusti musicali, tanta rabbia e voglia di emergere, uscire dal "ghetto" a tutti i costi.

«È un ghetto non solo di palazzine - spiega Fatma, 18 anni, tunisina ma di percezioni, opportunità, parole, stigmatizzazione e pregiudizi che continuano ad imprigionarci, senza via di scampo. I rapper emergenti, come Sacky, Baby Gang, Neima Ezza un po' danno sfogo al nostro disagio».

 

Dice Rashid, 20 anni, Barriera di Torino: «Io non sono una vittima. Semplicemente so che devo andare a prendere quello che mi spetta. Perché tanto qui non me lo darà nessuno. Sai quante volte mi hanno fermato le forze dell'ordine solo perché ho la faccia da maghrebino? Tanto vale fare il vero spacciatore».

ressa di ragazzi sul treno per peschiera

Parole troppo grandi per ragazzi troppo giovani nati in Italia da genitori immigrati e dove «l'Africa» è in realtà la città o il villaggio dove sono nati i loro genitori. Eppure, quelle parole riescono a dirle leggeri.

 

Quella che sembra accomunare una parte dei figli di immigrati. Basta parlarci, entrare un po' nella loro testa e scardinare i miti che si sono costruiti per capire che sono, da una parte, al centro di un vero scontro generazionale con la cultura e le tradizioni dei genitori; dall'altra, in un conflitto identitario con il Paese dove sono nati e cresciuti. Uno scontro che, in ultima istanza, sfocia in rabbia e violenza, come quella avvenuta il 2 giugno sulle spiagge di Castelnuovo e Peschiera del Garda dove si sono riversati centinaia di ragazzi arrivati dalla Lombardia per un raduno trap chiamato «L'Africa a Peschiera».

immigrati 

 

Come si è riusciti a portare una parte delle seconde generazioni di nuovi italiani a percepirsi "Africa" nel Paese in cui sono nati e cresciuti? E attenzione, a percepirsi "Africa" nell'accezione negativa, rispondendo al peggior pregiudizio razzista. Perché quello è stato: la devastazione fisica del luogo pubblico per finire con le molestie orrende che hanno colpito anche qui, come a Capodanno a Milano, ragazze inermi, magari coetanee, compagne di scuola, sorelle, amiche, che di colpo vengono disumanizzate, per diventare solo «bianche» da molestare.

immigrati 

 

Un nichilismo estremo. Una semplificazione rozza e al limite che divide tra bianco e nero, quando anche il bianco e il nero in quel dato contesto in realtà non esistono, ma sono solo una percezione che si è fatta realtà nella più becera violenza, che ci indica come nei prossimi anni sarà complicato trovare la ricetta giusta per scardinare un incubo che si è avverato, per la gioia di chi ha tifato sempre affinché una integrazione non fosse possibile e non ha fatto nulla perché si realizzasse.

Ultimi Dagoreport

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…