ratzinger bergoglio

“ORA CHE BENEDETTO XVI È MORTO, POTREBBE COMINCIARE UNA STAGIONE DI CONFRONTO PIÙ ASPRO TRA I VARI SETTORI DELLA CHIESA” - MASSIMO FRANCO: “MAGARI DI CRITICHE APERTE NEI CONFRONTI DI ALCUNE SCELTE DI PAPA FRANCESCO. BERGOGLIO SA CHE RATZINGER RAPPRESENTAVA UNA GARANZIA PER TENERE UNITA LA CHIESA. IL PERICOLO, ORA, È CHE SENZA LA BARRIERA PROTETTIVA DELL’EMERITO, LE PERSONE CHE ANDAVANO ‘A CURARSI AL MONASTERO’, COME HA DICHIARATO CON PAROLE DURE IL CARDINALE GERHARD MULLER, POSSANO RITROVARSI SBANDATE; E SIANO TENTATE DI ORGANIZZARE UNA FRONDA”

Massimo Franco per www.corriere.it

 

bergoglio ai funerali di ratzinger

Monsignor Ganswein, che ha rivelato il dolore di Benedetto per le decisioni di Francesco sulla messa in latino, era già finito al centro dello scontro tra i tradizionalisti e i bergogliani. Oggi la storia rischia di ripetersi: e l’ala più distante dal Papa, priva del «freno» rappresentato da Ratzinger, sembra pronta a esplicitare le sue critiche

 

L’inizio della fase due del papato di Francesco è stata marcata dal secondo inquilino del Monastero dove viveva Benedetto XVI: il prefetto della Casa pontificia, monsignor Georg Gänswein. In un’intervista al giornale tedesco Die Tagespost, l’uomo più vicino da sempre a Joseph Ratzinger parla di «punto di svolta» nei rapporti con Jorge Mario Bergoglio nel 2021: l’anno in cui da Casa Santa Marta, residenza di Francesco, arrivò la decisione di scoraggiare la celebrazione della Messa in latino.

 

bergoglio arriva in piazza san pietro

Papa Benedetto lo lesse «con il dolore del cuore», ha raccontato Gaenswein, che è stato con lui fino all’ultimo; e che in questi giorni ha vegliato la salma esposta nella basilica di San Pietro, commosso e con l’aria provata, accompagnando i visitatori illustri. La sua può essere stata la rivelazione di un episodio che aveva colpito particolarmente Ratzinger; e che non nasconde nessuna intenzione di creare polemiche sui rapporti tra i cosiddetti «due papi».

 

Ma Die Tagespost è lo stesso giornale, considerato vicino all’Opus Dei e pubblicato a Wurzburg, che il 5 febbraio del 2020 rivelò la rimozione di «don Georg» dal suo incarico.

bergoglio arriva in carrozzina ai funerali di ratzinger

Scrisse che il papa gli aveva ordinato di non sedere più alla sua destra nelle udienze pubbliche; di non andare nemmeno in ufficio e di assistere soltanto Benedetto al Monastero. Era stato l’epilogo di un sordo conflitto tra i tradizionalisti cattolici che cercavano di strattonare il papa emerito perché criticasse di più Francesco, e la cerchia della «corte parallela» di Casa Santa Marta.

 

bergoglio ratzinger e celestino vi

Gänswein, stretto sempre più nella gabbia di una doppia fedeltà, alla fine era diventato il capro espiatorio dello scontro. Pretesto scelto per metterlo da parte: il pasticcio editoriale di un libro del cardinale conservatore Robert Sarah, che sembrava avesse scritto insieme con Ratzinger. Benedetto, invece, aveva soltanto autorizzato la pubblicazione di un suo breve saggio sul «no» al sacerdozio degli uomini sposati. Ma l’operazione editoriale, condotta maldestramente, aveva aumentato la tensione già latente tra i cerchi magici dei «due papi»: fino al cortocircuito che aveva portato a sacrificare «don Georg».

bergoglio ai funerali di ratzinger

 

La cosa singolare è che la sua scomparsa accanto a Bergoglio dal 15 gennaio del 2020 non è mai stata mai annunciata dal Vaticano. Per tre anni nessun comunicato ufficiale. Nessuna motivazione, tranne quella un po’ goffa secondo la quale non c’era stata «nessuna sospensione»: solo «un’ordinaria redistribuzione dei vari impegni e funzioni» del Prefetto della casa pontificia, spiegò imbarazzato il portavoce vaticano Matteo Bruni.

 

Ma quella scomparsa dalla scena pubblica, sostituito dal suo vice monsignor Leonardo Sapienza, è stato il primo indizio di una continuità interrotta, e di un’armonia incrinata.

i nuovi cardinali incontrano ratzinger

E ora che Benedetto è morto, ci si chiede se stia per cominciare una stagione di confronto più aspro tra i vari settori della Chiesa; di critiche aperte nei confronti di alcune scelte del pontefice argentino; e di resa dei conti finale con «don Georg», magari usando anche la sua ultima intervista al quotidiano tedesco.

 

Avere parlato del dolore di Benedetto per la scelta del successore di scoraggiare le Messe in latino prima ancora che si celebrino i funerali è stato visto da alcuni come un gesto di imprudenza; un’arma consegnata a chi vuole sostituirlo anche formalmente come Prefetto della Casa pontificia: incarico che finora ha mantenuto, seppure senza poterlo esercitare.

 

BERGOGLIO RATZINGER

Le ali più radicali del cattolicesimo stanno estremizzando le divergenze reciproche da tempo. La filiera più ortodossa del cattolicesimo è in fermento. E ora che manca il diaframma moderatore di Ratzinger, promette di tracimare. Se ne ha sentore da quando Francesco ha fatto capire di volere come nuovo custode dell’ortodossia l’attuale vescovo di Hildesheim, monsignor Heiner Wilmer: una personalità che riflette le posizioni più radicali dell’ala progressista dell’episcopato tedesco su temi come la sessualità in generale e l’omosessualità. Insomma, un anti-Ratzinger.

 

bergoglio ratzinger

La nomina era prevista per metà dicembre, ma è stata rimandata. Nel momento in cui verrà ufficializzata, esisterebbe già un gruppo di cardinali tradizionalisti pronti a contestarla.

 

In più si registra un malumore diffuso dei ratzingeriani per il modo in cui sono state organizzate le esequie di Benedetto. «Volevano che i funerali fossero sottotono, e invece ci sono decine di migliaia di persone che spontaneamente vanno a salutare papa Ratzinger nonostante fosse diventato invisibile da quasi dieci anni. È un omaggio alla sua statura di grande teologo e un segnale di stima che dovrebbe insegnare qualcosa ai consiglieri di Francesco», ammonisce uno dei cardinali tradizionalisti più influenti.

 

BERGOGLIO RATZINGER

Non solo. La stessa decisione di invitare ufficialmente solo le autorità di Stato italiane e tedesche, declassando la partecipazione delle altre delegazioni a visite private, è stato considerato un modo per sminuire la solennità dell’estremo saluto a Ratzinger: un calcolo, se tale è stato, smentito dalla partecipazione di massa di questi giorni e dalla presenza di primi ministri e reali.

 

BERGOGLIO RATZINGER

In realtà, Bergoglio sembra avere compreso prima di altri le incognite che si aprono per lui. Sa che Ratzinger rappresentava una garanzia per tenere unita la Chiesa, frenando le spinte di chi voleva un suo pronunciamento contro Francesco. Sa che non ha mai detto una sola parola contro di lui, e ribadito in più occasioni: «Il Papa è uno solo». Il pericolo, ora, è che senza la barriera protettiva dell’Emerito, «le persone ferite da Francesco» che andavano «a curarsi al Monastero», come ha dichiarato con parole dure il cardinale Gerhard Muller, possano ritrovarsi sbandate; e siano tentate di organizzare una fronda contro il pontefice argentino.

 

Di nuovo, monsignor Gänswein rischia di trovarsi in bilico tra l’identità di uomo fidato di Benedetto e di collaboratore, da ormai tre anni congelato, del papa attuale. E di essere identificato come l’anello più esposto dell’«altra Chiesa», quella impropriamente identificata con il papa emerito, da colpire e spezzare nel momento di massima debolezza.

BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO

 

Il papato di Francesco non è finito, ma è finito con Benedetto «un» suo papato, quello della convivenza diplomatizzata col predecessore. E pochi sono pronti a scommettere che in questo «secondo tempo» la corte di Casa Santa Marta concederà spazio a Don Georg.

Ultimi Dagoreport

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…