maria cristina finatti luciana litizzetto

“PERCHE' LA LITTIZZETTO HA LASCIATO LA SCUOLA? HA TROVATO DI MEGLIO NEL MONDO DELLO SPETTACOLO?”MARIA CRISTINA FINATTI, LA PROF A CUI I SUOI STUDENTI DEL LICEO HANNO SPARATO ADDOSSO DUE PALLINI DI GOMMA, RISPONDE ALL’EX PROF E COMICA (CHE LA ACCUSAVA DI NON AVER EMPATIA CON I RAGAZZI): “UNA CHE DICE QUELLE COSE NON LA CONSIDERO NEANCHE” – LE ACCUSE DI FINATTI ALLA PRESIDE: “SEMBRAVA FOSSE COLPA MIA, MI HA TOLTO TRE DELLE 9 CLASSI CHE AVEVO….”

 

Estratto dell’articolo di Corrado Zunino per www.repubblica.it

 

MARIA CRISTINA FINATTI

Professoressa Maria Cristina Finatti, perché i ragazzi di 15 anni a cui stava mostrando diapositive di Scienze le hanno sparato due pallini di gomma addosso?

"Perché cercano i follower, la condivisione sui social. E subito dopo cercano i soldi. Perché non hanno educazione, né un sentimento di riconoscimento del prossimo. Perché non si rendono conto di quello che fanno e io proprio non riesco a perdonarli".

 

Proviamo a ricordare quel giorno?

"Era un martedì, martedì 11 ottobre. La prima ora e mezza di lezione, dalle otto alle nove e trenta. Sono in una classe prima. Li conoscevo da un mese, sarà stata la quarta lezione con loro".

 

Quando è entrata...

"C'era un'aria strana, un'agitazione".

MARIA CRISTINA FINATTI - LA PROF COLPITA IN AULA CON UN FUCILE AD ARIA COMPRESSA

 

Com'era quella classe?

"Come tutte le altre, non vogliono studiare. Sono tanto superficiali 'sti ragazzi. Credono di sapere, ma non hanno un punto di vista sulle cose".

 

Lei ci prova a farli crescere?

"Certo, ma sono difficili da tenere. Se li fai studiare, si ribellano. Se non fai fare niente, abbassano la conflittualità. Vorrebbero quello: non fare niente".

 

Torniamo a martedì 11.

"Avevano sistemato i cellulari sul davanzale, sopra i caloriferi. Ho accettato di non metterli dentro la solita scatola, come ci chiede la preside. Abbiamo fatto un compito, l'hanno completato e ho visto che si sono messi in postazione. In fondo alla classe c'era quello con la pistola, a fianco a me, alla mia destra, il compagno che doveva far partire il telefonino. L'avevano appoggiato su uno zaino messo sopra il banco. Avevano organizzato tutto".

PROFESSORESSA COLPITA IN CLASSE DA PISTOLA AD ARIA COMPRESSA

 

Si è accorta di quello che stava succedendo?

"Ho ricostruito dopo, in quel momento non mi sono accorta di nulla. Hanno spinto uno dei ragazzi a sparare, lo dirà anche lui: 'Mi hanno costretto'. Il primo proiettile non mi ha colpita. Mi sono alzata in piedi per requisire l'arma, ma non l'ho trovata. Mi sono rimessa a spiegare. Stavo mostrando alcune diapositive e, quando eravamo a fine ora, dal fondo arriva una domanda, era la prima volta dall'inizio dell'anno.

 

 'Torni indietro prof, ci ripete quello che ha appena detto?'. Scienze è una disciplina bellissima, sa, ed ero contenta di quell'improvvisa attenzione. La verità, però, è che volevano solo che mi mettessi nella posizione migliore. Volevano colpirmi. Mi stavo facendo in quattro per far capire loro la disciplina, ma non stavano seguendo proprio nulla".

 

È partito il secondo colpo.

"Ero seduta alla cattedra, e ho sentito un dolore fortissimo. Mi sono alzata di nuovo. Non avevo visto sparare, no. Non avevo visto neppure la pistola giocattolo".

 

PROFESSORESSA COLPITA IN CLASSE DA PISTOLA AD ARIA COMPRESSA

Il secondo proiettile l'ha colpita alla testa, vicino all'occhio sinistro.

"Sì. Ho visto a terra, finalmente, i due pallini. E i ragazzi intorno, tutti, che mi prendevano in giro: 'Cos'è successo prof?'".

 

Nessun studente ha preso le distanze?

"Uno sì. L'ho sentito dire 'che cosa avete fatto? Non dovevate sparare'. L'hanno insultato e si è messo a sedere".

 

Ha chiesto aiuto, a chi si è rivolta?

"Con il primo proiettile avevo lasciato andare. Non avevo niente in mano, ho pensato che i dirigenti non mi avrebbero neppure creduto. Dopo il secondo sparo sono andata dalla preside".

 

E lei?

"Ha ascoltato e mi ha detto: 'Vai a casa'. Così, senza neppure accompagnarmi, farmi accompagnare. Mi sono sentita subito sola. Mi avevano sparato ed ero io il problema, sembrava fosse colpa mia, che avessi fatto male in classe. La dirigente non ha neppure chiamato i carabinieri. Avrei dovuto andarci io, coni i pallini in mano. Invece li ho consegnati al vicepreside, che stupida".

 

[…]

 

LUCIANA LITTIZZETTO 1

Ora sono scattate le sospensioni a scuola per tre studenti.

"Tre, quattro, non so, sospensioni con obbligo di frequenza. La preside mi ha tenuto fuori da tutto, non so nulla dell'inchiesta interna. So che mi ha tolto tre classi, questo sì, di nove che ne avevo. Ho temuto che me le togliesse tutte e nove".

 

[…]

 

Si considera una docente buona? Troppo buona?

"Non può essere una vergogna essere buoni, credo che dare agli altri sia importante e mi riconosco in pieno nelle indicazioni della religione cattolica. Credo sia importante perdonare, sì. E so sopportare.

 

Ma questo non vuol dire che in classe, alle interrogazioni, non dia i miei 3. Alcuni alunni a fine quadrimestre in Scienze hanno l'insufficienza. Purtroppo, per questa prima non ho partecipato all'ultimo scrutinio. La preside mi ha cambiato a ottobre con una docente veneziana, specializzata sul sostegno".

 

[…]

luciana littizzetto che tempo che fa

 

Luciana Littizzetto, la comica, per nove anni è stata insegnante. Ha detto in radio: "Se ti sparano in classe non hai proprio una grande empatia con i ragazzi".

"Difficile che uno mi possa dire che non ho interessato gli studenti, solo chi non mi conosce può parlare così. Una che dice queste cose non la considero neanche. Ha una parola per tutto, la Littizzetto? E perché ha lasciato la scuola? Ha trovato di meglio nel mondo dello spettacolo? Io la scuola non la lascerei anche se dovessi trovare di meglio. E poi, mi chiedo, Luciana Littizzetto che cosa fa per i giovani? La verità è che bisogna farli lavorare e io da loro pretendo. Oggi, però, i ragazzi, tutti, non solo quelli che mi hanno fatto del male, mi spaventano".

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”