“QUANDO ANDRAI ALLE MEDIE SPIEGHEREMO AI TUOI GENITORI CHE CI AMIAMO” – LA MAESTRA DI VICENZA INDAGATA PER VIOLENZA SESSUALE CHIAMAVA IL SUO ALLIEVO DI DIECI ANNI “AMORE MIO” E LO AVREBBE BACIATO IN BOCCA ALMENO TRE VOLTE – I GENITORI INCREDULI DI FRONTE AGLI SMS DELLA QUARANTENNE, CHE SI DIFENDE: “È STATO IL BAMBINO A…” – VIDEO

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Niccolò Zancan per “la Stampa”

 

MAESTRA BACIA ALUNNO MAESTRA BACIA ALUNNO

I messaggi sono più di cento. «Amore mio». «Ti penso sempre». «Studia bene». Tutti sono affettuosi. Alcuni possono essere fraintesi ma altri, apparentemente, meno: «Quando andrai alle medie spiegheremo ai tuoi genitori che ci amiamo e che vogliamo stare insieme». Lei ha quarant' anni, lui appena dieci. Lei è l' insegnante di sostegno che si è presa cura di lui durante la quinta elementare dell' anno scolastico 2017/2018 in una scuola della provincia di Vicenza. Mai c' erano state segnalazioni sul suo conto: nessun problema di alcun genere. Una maestra molto stimata, che tutti continuano a difendere con forza anche adesso mentre il mondo le sta crollando addosso. Eppure...

 

I genitori e la denuncia

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«Abbiamo iniziato a vedere strani comportamenti da parte di nostro figlio», ha spiegato la madre del bambino. «Di colpo era cambiato. Teso. Sempre al telefono. Metteva in atto gesti autolesionistici. Ci mentiva: diceva di andare a trovare un amico e invece era con la sua maestra.

 

Ogni tanto studiavano anche fuori dall' orario scolastico. Ma quando con mio marito abbiamo controllato il suo cellulare, siamo rimasti sconcertati. Prima incredulità, poi rabbia. I messaggi risalgono a più di un anno fa, altri potrebbero essere stati cancellati.

Noi, dopo averne parlato a lungo, abbiamo deciso di andare dai carabinieri».

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Ieri mattina la maestra è stata sospesa dal suo ruolo per ordine del provveditore regionale agli studi. C' è un' inchiesta della procura di Vicenza coordinata dal pm Barbara De Munari che ipotizza il reato di violenza sessuale nella sua forma più attenuata, quella che una volta si sarebbe definita «per molestie». Il 27 giugno si è tenuto l' incidente probatorio dove il bambino, affiancato dagli psicologi, ha cercato di spiegare al giudice come sono andate le cose durante l' anno scolastico.

 

Ci sarebbe stato qualche bacio sulle labbra fuori da scuola, almeno in tre circostanze. Questa storia, scovata e portata alla luce dal cronista Diego Neri del Giornale di Vicenza, adesso è motivo di preoccupazione.

 

La difesa della maestra

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«L' insegnante sta vivendo giorni infernali», dice l' avvocato Michele Grigenti che con Emanuele Fragasso junior ne ha assunto la difesa. «La fase dell' inchiesta è molto delicata. Aspettiamo una perizia su tutta la chat di Whastapp e la trascrizione dell' incidente probatorio. Per questo motivo, preferiamo che la maestra non rilasci dichiarazioni, non ancora.

 

Ma quello che possiamo dire è che a noi non risultano messaggi affettuosi da parte sua, ma l' esatto opposto. Il tono era sempre dolce. Ma era il bambino a dirsi innamorato, era lui ad essersi infatuato.

 

In crescita abusi di minori su minori In crescita abusi di minori su minori

È stato lui a scrivere anche lettere e bigliettini. Non c' è riscontro da parte della maestra. Si è trattato di un rapporto sempre corretto. Nulla di sessuale. E se tre baci ci sono stati, tre baci che forse era meglio evitare, non erano certo baci con un' intenzione predatoria». Se la storia è così preoccupante, è per la delicatezza e per la cautela che richiede. C' è una famiglia che scopre un bambino di 10 dire frasi da adulto. «Ti voglio toccare», ha scritto in un messaggio.

 

C' è una scuola dal grande blasone e una maestra stimata che nessuna aveva mai criticato durante il suo lavoro. E tutti ricordano che soltanto un mese fa, un professore di Napoli accusato di violenza sessuale si è tolto la vita. «Siamo molto attenti, ma anche molto preoccupati, dice ancora l' avvocato Grigenti. «La maestra sta soffrendo moltissimo».

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I sospetti della madre La madre del bambino preferisce non dire niente. Però nei giorni scorsi ha rilasciato delle dichiarazioni al Giornale di Vicenza: «In alcuni casi è stata proprio lei che, sapendo che io e mio marito siamo molto impegnati, ci ha chiesto di poter fare compagnia a nostro figlio. Non ci vedevo niente di male. Ma a un certo punto ho iniziato a non riconoscerlo più. Ci ha spaventato la sua reazione alle nostre domande.

 

Con noi si è chiuso a riccio, ma con la psicologa ha trovato la forza di parlare». La maestra e l' allievo. Dentro un rapporto tanto prezioso dovranno adesso addentrarsi le domande dei periti. Sulla fiducia. Sul bene che è diverso dall' amore. Su tre baci dati sulle labbra. «O lì vicino», ha detto il bambino.

 

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