“C’ERA GENTE IRRICONOSCIBILE, SFIGURATA, CORPI MARTORIATI” – I SOCCORRITORI ARRIVATI SULLA MARMOLADA SI SONO TROVATI DAVANTI “UNO SCENARIO PAZZESCO”: BLOCCHI DI GHIACCIO E ROCCIA ENORMI DAPPERTUTTO, E POI I CADAVERI DEGLI ALPINISTI. I MORTI ACCERTATI AL MOMENTO SONO 6, I DISPERSI 17: È MOLTO DIFFICILE, PRATICAMENTE IMPOSSIBILE CHE SIANO SOPRAVVISSUTI. PER ALCUNI SARÀ NECESSARIO IL TEST DEL DNA PER L’IDENTIFICAZIONE – IL BLOCCO DI GHIACCIO CHE SI È STACCATO, A CAUSA DEL CALDO, ERA DI 200 METRI: È VENUTO GIÙ PER UN CHILOMETRO E MEZZO A CIRCA 300 KM/H E HA TRAVOLTO TUTTO CIÒ CHE HA TROVATO… - VIDEO: IL CROLLO VISTO DA UN RIFUGIO...

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1 - MARMOLADA:DISPERSI SONO ALMENO 20, PARENTI VITTIME A CANAZEI 

MARMOLADA - IL CROLLO VISTO DAL RIFUGIO MARMOLADA - IL CROLLO VISTO DAL RIFUGIO

(ANSA) - I vigili del fuoco hanno presidiato tutta la notte con i droni la zona del crollo in Marmolada e tra poco si alzeranno in volo anche i droni del Soccorso alpino del Trentino.

 

Nel frattempo a Canazei sono arrivati due gruppi di parenti di vittime e dispersi, che sono saliti di numero: sono infatti tre o quattro in più dei 16 comunicati ieri. Le vittime sono tutte al Palaghiaccio di Canazei, dove è stata allestita la camera ardente e dove i parenti, in mattinata, inizieranno il doloroso rito dei riconoscimenti dei corpi. Al momento sono 6 le vittime confermate: tre italiani, un cecoslovacco, più un uomo ed una donna non ancora identificati, ma il bilancio è verosimilmente destinato ad aggravarsi.

 

blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 2 blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 2

Le condizioni meteorologiche saranno determinanti per valutare l'intervento diretto dei soccorritori: il freddo e le basse temperature sono fondamentali per garantire un minimo di sicurezza alle operazioni, visto che sulla montagna è rimasto un'enorme quantità di ghiaccio pericolante. Per valutare come procedere sarà fondamentale la valutazione dei meteorologi di Arabba e Meteo Trentino.

 

2 - MARMOLADA, LA VALANGA DI GHIACCIO CORREVA A 300 ALL’ORA: 6 MORTI, 8 FERITI, MOLTI DISPERSI. «UNA CARNEFICINA»

crollo blocco di ghiaccio marmolada 2 crollo blocco di ghiaccio marmolada 2

Estratto dell’articolo di Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”

 

[…] «C’era gente irriconoscibile, sfigurata, corpi martoriati... d’altra parte la massa caduta è enorme e ha effetti devastanti», racconta Alex Barattin, responsabile del Soccorso Alpino di Belluno che è volato sul luogo della sciagura.

 

Le dimensioni del distacco sono eccezionali: circa 200 metri il fronte che è venuto giù per un chilometro e mezzo a circa 300 all’ora ingigantendosi fino a 400 metri di larghezza. Tutto materiale solido, pochissima neve, consumata anzitempo in questa estate torrida che vede lo zero termico collocarsi ben al di sopra dei 3.343 metri di Punta Penia, la vetta della Marmolada, la più alta delle Dolomiti (ieri alle 13 c’erano 10 gradi in vetta).

 

Il procuratore: «Una carneficina»

MARMOLADA - IL CROLLO VISTO DAL RIFUGIO 2 MARMOLADA - IL CROLLO VISTO DAL RIFUGIO 2

«Disastro inimmaginabile, una carneficina che difficilmente ci permetterà di identificare subito tutte le vittime, il cui numero sembra purtroppo destinato a salire... conteremo chi non torna», ha sospirato il procuratore di Trento, Sandro Raimondi, che sulla vicenda ha aperto un fascicolo per disastro colposo.

 

Saranno utili le segnalazioni di parenti e amici di persone che ieri non sono rientrate, per le quali si procederà con la comparazione del Dna. In Procura è giunta la telefonata del console rumeno che chiedeva informazioni su alcuni connazionali. […]

la dinamica del crollo sulla marmolada la dinamica del crollo sulla marmolada

 

3 - MARMOLADA, I RACCONTI DI CHI SI È SALVATO: «ERAVAMO PIÙ IN ALTO, CI SIAMO ABBRACCIATI E SIAMO RIMASTI ACCUCCIATI»

Da www.open.online

 

«Che strazio quei cadaveri tra i blocchi di ghiaccio. In tanti anni mai vista una cosa del genere». A parlare è uno degli uomini del Soccorso Alpino arrivato dopo il crollo di un blocco di ghiaccio sulla Marmolada. A causarlo è stato il distacco di un seracco e stamattina riprenderanno le ricerche dei 15 dispersi (le vittime al momento sono 6). I cadaveri finora recuperati sono stati ricomposti nel Palazzo del Ghiaccio di Canazei. In serata sono arrivati i primi familiari per le identificazioni. Quattro sono stati già identificati: sono 3 cittadini italiani ed un ceco. Restano da identificare un uomo e una donna. Fra i dispersi ci sono italiani, tedeschi, cechi e forse anche cittadini rumeni.

marmolada dopo il crollo del blocco di ghiaccio 1 marmolada dopo il crollo del blocco di ghiaccio 1

 

I sopravvissuti

«Comunque è molto difficile che ci siano dei sopravvissuti — dice oggi al Corriere uno degli uomini del Soccorso alpino -. Dal sopralluogo fatto in elicottero abbiamo visto che è venuta giù una massa larga 200 metri ed alta 80. Un mare di ghiaccio e detriti che da quota 3.200 è arrivato a circa 1.800 metri.

 

Sono rimaste ferite le persone che erano ai margini di questa marea e sono state investite dai detriti o dallo spostamento d’aria». C’è comunque chi si è salvato per un soffio. Come Stefano Del Moro, ingegnere di Borso del Grappa, che si trovava lì insieme alla compagna israeliana.

 

«Siamo dei miracolati. Eravamo poco più in alto rispetto al punto in cui ci sono state le vittime. C’è stato un rumore sordo, poi è venuto giù quel mare di ghiaccio. In questi casi è inutile scappare, puoi solo pregare che non venga dalla tua parte. Ci siamo abbracciati forte e siamo rimasti accucciati mentre la massa di ghiaccio ci passava davanti», racconta lui oggi al quotidiano.

 

MARMOLADA - IL CROLLO VISTO DAL RIFUGIO MARMOLADA - IL CROLLO VISTO DAL RIFUGIO

Stefano e la fidanzata erano più in alto di duecento metri rispetto alle due cordate tra volte dal ghiaccio, loro erano più in alto di nemmeno cento metri. Della «cascata di ghiaccio e detriti» hanno sentito solo il soffio gelido.

 

«Prima li vedevamo dall’alto, ma poi ci siamo girati per proteggerci». Sono tornati indietro e risaliti fino alla capanna di Punta Penia, da dove sono stati portati a valle in elicottero. Elisa Dalvit, trentina di Grumes, affida invece il suo ricordo a Repubblica: «Siamo saliti in quattro dalla ferrata della cresta ovest, ma un quinto ha preferito l’ascensione dalla via normale, facendo la ferratina. È arrivato dopo di noi, ci siamo fermati in vetta ad aspettarlo». Questo «è stato la nostra salvezza. Altrimenti ora saremmo tutti là sotto…».

marmolada dopo il crollo del blocco di ghiaccio 2 marmolada dopo il crollo del blocco di ghiaccio 2

 

4 - I SOCCORSI "SLAVINA A 300 KM ORARI I CORPI SONO IRRICONOSCIBILI"

E.Mar. per “la Stampa”

 

«Non abbiamo certezza di nulla sui dispersi, al momento. Le chiamate dei famigliari sono parecchie, anche solo per informazioni», dice il direttore della Protezione civile di Canazei Raffaele Del Col. Le sei vittime della valanga di ghiaccio e roccia sono nel paese della Val di Fassa.

 

La loro identità è da accertare e secondo gli inquirenti (è stata aperta un'inchiesta per disastro colposo dalla Procura di Trento) potrebbe essere necessario ricorrere all'esame del Dna perché alcuni corpi sono stati dilaniati, travolti, hanno accertato i tecnici del Soccorso alpino, da una massa di materiale scesa a 300 chilometri l'ora.

 

Nelle cordate coinvolte c'erano sia alpinisti italiani sia stranieri, accompagnati, secondo i testimoni, da guide alpine. Fra i famigliari che hanno telefonato alla centrale di soccorso alcuni hanno raggiunto nel tardo pomeriggio di ieri il palazzetto del ghiaccio dove c'era anche un'équipe di psicologi.

 

marmolada dopo il crollo del blocco di ghiaccio 3 marmolada dopo il crollo del blocco di ghiaccio 3

È stata imponente l'operazione di soccorso che ha impegnato le stazioni sia del Veneto sia del Trentino: cinque elicotteri, unità cinofile, almeno cinquanta uomini per le ricerche a terra. Fino a quando il rischio di nuovi crolli del ghiacciaio ha fatto interrompere le ricerche.

 

Il presidente nazionale del soccorso alpino Maurizio Dellantonio parla di «evento straordinario, quella parte di ghiacciaio che è crollata era lì da centinaia di anni». Aggiunge: «Da sopralluogo abbiamo capito che c'era un pericolo a monte del ghiacciaio in quanto la "calotta" di ghiaccio si è staccata, ma è rimasto un pezzetto in bilico, che non è piccolo, parliamo di centinaia e centinaia di metri cubi di ghiaccio.

marmolada prima durante e dopo il crollo marmolada prima durante e dopo il crollo

 

Tutta la parte "slavinata" di ghiaccio e roccia è stata monitorata a vista sia dall'alto, con i mezzi aerei, che dai lati. Senza indicazioni certe di eventuali dispersi, perché certezza non ce n'era, noi abbiamo dovuto fermarci. Dobbiamo mettere in sicurezza la zona, cioè restiamo fermi fino a quando quel pezzetto non cade o non lo facciamo cadere».

 

Fra i primi soccorritori a raggiungere il ghiacciaio sotto Punta Rocca c'era Luigi Felicetti, della Val di Fassa. Racconta: «Quando ci hanno chiamato hanno detto che è venuta giù la Marmolada. Al nostro arrivo ci siamo trovati davanti ad uno scenario pazzesco, c'erano blocchi di ghiaccio e roccia enormi dappertutto, abbiamo cominciato a cercare e abbiamo trovato le prime vittime».

 

blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 5 blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 5

E spiega: «Erano tutti con corde e ramponi, attrezzatissimi, sono stati davvero tanto sfortunati». Quanto accaduto non era prevedibile, la spaccatura improvvisa di un fronte glaciale, ma una perplessità sulle misure di sicurezza degli alpinisti è data dall'ora in cui erano ancora impegnati (alcuni in salita, altri in discesa) sulla Marmolada: intorno alle 13,30.

 

Perplessità che deriva dalle alte temperature che durano ormai da oltre un mese e con lo zero termico tra i 4.000 e i 5.000. In assenza di neve non ci sono pericoli di valanghe, ma le condizioni indicano un aumento del rischio di crolli glaciali.

Ora l'interrogativo più inquietante riguarda i dispersi.

 

blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 4 blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 4

Secondo le testimonianze e dopo il confronto con i gestori dei rifugi i soccorritori, ieri sera, ipotizzavano fossero almeno una quindicina. Per questo si stanno facendo controlli attraverso le auto ai piedi della Marmolada su entrambi i versanti, sia Veneto sia Trentino, per poter risalire alle identità dei proprietari e contattarli.

 

Così come è ancora in dubbio se le cordate coinvolte dalla valanga fossero due o quattro, come indicato in un primo momento. Ma a giudicare dalle ipotesi sul numero dei dispersi è possibile che vi fossero anche alpinisti che salivano (o scendevano) in altri gruppi o slegati.

 

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Nel giro di un'ora gli uomini del soccorso alpino si sono resi conto che il pericolo di nuovi crolli poteva aumentare per l'anomala temperatura: alle 14 in vetta alla Marmolada c'erano 10,3 gradi e 5 erano stati i gradi durante la notte. Di qui la decisione di sgomberare la montagna dalle cordate ancora impegnate.

 

La ricerca, anche con i cani, si sono concentrate circa 500 metri più in basso dal crollo del dosso glaciale accanto alla cima di punta Rocca. Nella zona alla fine del ghiacciaio che segue la base della montagna e dove piega ad angolo acuto verso la valle. Lì la valanga ha devastato il territorio. Gli uomini del soccorso parlano di «enormi blocchi sia di ghiaccio sia di roccia».

blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 3 blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 3

 

I video mostrano la velocità della valanga, nonostante gli ostacoli incontrati. Non ha lasciato scampo agli alpinisti che pure avevano avvertito il distacco e avevano cercato (secondo le testimonianze dei superstiti) di mettersi in salvo correndo lungo la linea di massima pendenza. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha seguito tutte le operazioni di soccorso, in contatto con il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, dal soccorso alpino, dai vigili del fuoco e dalle autorità locali, ringraziando i soccorritori «per l'incessante lavoro» ed esprimendo vicinanza alle famiglie di vittime e feriti a nome del governo.

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