shmuel peleg nonno eitan

“SONO FELICE DI ESSERE RITORNATO A CASA”: LE PRIME PAROLE DI EITAN ALL’AGENTE CHE LO HA ACCOMPAGNATO A CASA, NEL PAESINO DI TRAVACÒ SICCOMARIO IN PROVINCIA DI PAVIA, DOPO IL SUO RIENTRO IN ITALIA DA TEL AVIV - IL PICCOLO SOPRAVVISSUTO ALLA TRAGEDIA DEL MOTTARONE E CHE ERA STATO RAPITO DAL NONNO VIVRÀ ORA CON LA ZIA PATERNA. I LEGALI: ORA SI SPENGANO I RIFLETTORI SULLA SUA VITA PRIVATA E SI APRA UNA NUOVA FASE”

Giuseppe Guastella per corriere.it

 

ARRIVO EITAN IN ITALIA

«Sono contento di essere tornato a casa». Sono queste le prime parole che il piccolo Eitan ha detto all’agente che lo ha accompagnato a casa, nel paesino di Travacò Siccomario (Pavia), dopo il suo rientro in Italia. Felicità e commozione tra i familiari per quella che sembra, almeno apparentemente, la fine del calvario per il bambino di 6 anni che, dopo aver perso i genitori e il fratellino nella tragedia del Mottarone,

 

si è ritrovato in mezzo a un’aspra controversia tra le famiglie da parte di padre e madre e a vivere in un Paese che aveva lasciato quando aveva poco più di un anno e dove poi ha trascorso le vacanze. Il piccolo è tornato in Italia, dove vivrà «stabilmente», ieri sera dopo essere stato rapito e portato in Israele lo scorso settembre dal nonno materno Shmuel Peleg. I legali hanno rinnovato l’appello «per permettere ad Eitan di riprendere la sua vita di bambino di 6 anni». Ora, hanno detto, «si spengano i riflettori sulla sua vita privata» e «si apra una nuova fase» che gli consenta «un percorso di crescita più sereno, ancora più necessario se si considera la terribile tragedia che l’ha coinvolto».

SHMUEL PELEG EITAN

 

L’atterraggio a Orio al Serio

L’aereo da Tel Aviv che alle 22 di ieri sera è atterrato all’aeroporto di Orio al Serio riconduce il piccolo Eitan nel Paese in cui i genitori i genitori volevano che crescesse ed allo stesso tempo ripristina lo stato di diritto violato dal gesto di un nonno disperato che, sequestrando il nipote, ha dimostrato di credere più nella legge della forza che nella forza della legge.

 

nonno di eitan

Dopo 84 giorni in Israele, il bimbo di sei anni unico sopravvissuto della tragedia della funivia del Mottarone deve essere aiutato da tutti a superare, per quanto possibile, il tremendo trauma che ha subito il 23 maggio con la morte del padre, della madre, del fratellino e di uno dei bisnonni nello schianto della cabina della funivia che ha tolto la vita anche ad altre 11 persone. Per questo, già dal momento in cui il volo Ryanair è atterrato sulla pista nel Bergamasco, le forze dell’ordine hanno garantito uno scudo che ha protetto la privacy del bambino, della zia Aya Biran, del marito di lei e delle loro due figliolette che lo hanno accompagnato.

nonno eitan

 

Massima protezione della privacy del bimbo

Tutti sono stati fatti salire su un’auto scortata che è partita alla volta di Travacò Siccomario, il centro vicino a Pavia dove vivono gli zii di Eitan e dove, come stabilito da un giudice, vivrà il piccolo che, terminata la quarantena preventiva anti covid, finalmente potrà cominciare la prima elementare nella scuola delle suore Canossiane alla quale lo avevano iscritto i genitori prima di morire.

eitan

 

Non ci saranno festeggiamenti, almeno per il momento, anche per rendere ad Eitan il ritorno in Italia più vicino a qualcosa di normale e non l’epilogo di un sequestro ordito e portato a termine dal nonno Shmuel Peleg. Perché è di questo di cui la procura di Pavia, con l’aggiunto Mario Venditti e il sostituto Valentina De Stefano, accusa il 58enne ex colonnello dell’esercito israeliano e il suo complice, il contractor Gabriel Abutbul Alon, 50 anni, anche lui israeliano,inseguendoli con un mandato di cattura internazionale: Peleg è libero nel suo Paese, ma se lo lascia può essere arrestato; Alon è stato fermato e scarcerato su cauzione a Cipro dove risiede. L’Italia ha chiesto che vengano estradati.

Schmuel Peleg entra in tribunale

 

La rapida reazione della magistratura di in una vicenda che ha fatto il giro del mondo è dovuta alle indagini della squadra mobile di Pavia che subito ha raccolto gli elementi a carico dei due accertando che, prelevato Eitan in casa della zia l’11 settembre, avevano raggiunto Lugano in auto imbarcandosi su un volo privato per Tel Aviv. Peleg si dispera dopo che la Corte suprema gli ha dato torto per l’ennesima volta confermando l’affidamento del nipotino ad Aya, già deciso a Pavia nella lunga guerra legale ancora in corso che lo contrappone ad Aya.

 

la famiglia di eitan 5

Il gesto dell’ex militare non è stato diverso da quello di troppi padri e madri che strappano i figli all’altro genitore senza che, però, la giustizia italiana intervenga con analoga rapidità. Anche per questo i legali di Aya Biran, Grazia Cesaro e Cristina Pagni, sono soddisfatti di una conclusione giunta grazie alle «norme che proteggono i bambini», un «buon esempio di collaborazione tra Stati, un monito contro il fenomeno della sottrazione internazionale di minori».

striscioni per eitanla famiglia di eitan 4la famiglia di eitan 1la famiglia di eitan 2la famiglia di eitan 3il piccolo eitanEITAN CON I NONNI

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