palamara centofanti

“SONO STATO LO ‘SPONSOR’ DI PALAMARA” - FERMI TUTTI: FABRIZIO CENTOFANTI HA DECISO DI PARLARE (PER CHIEDERE IL PATTEGGIAMENTO) E SVELA I DETTAGLI DEL SUO RAPPORTO CON PALAMARA: “GLI HO PAGATO MOLTE CENE E PRANZI, ANCHE QUANDO NON ERO AL RISTORANTE CON LUI. HO SALDATO ANCHE IL CONTO DEI SOGGIORNI A IBIZA E ALL’HOTEL FONTEVERDE A SAN CASCIANO” – IL “COMPLOTTO” CONTRO PIGNATONE E IELO E LE CENE CON I VERTICI ISTITUZIONALI E DEL CSM: TRA QUESTE, CE NE SAREBBE UNA NEL 2016 CON L’ATTUALE PRESIDENTE DEL SENATO, CASELLATI

Emiliano Fittipaldi per www.editorialedomani.it

 

fabrizio centofanti

«Ammetto di essere stato stato lo “sponsor” di Luca Palamara. Gli ho pagato molte cene e pranzi, pagavo io anche quando non ero al ristorante con lui. Ho saldato anche il conto dei soggiorni a Ibiza e all’hotel Fonteverde a San Casciano. Il mio interesse? Non era legato a influenzare le nomine degli uffici giudiziari, ma alla mia attività di lobbista».

 

Fabrizio Centofanti ha deciso di parlare. L’imprenditore di Artena, indagato per corruzione dai pm di Perugia insieme all’ex magistrato, ha ammesso per la prima volta le utilità date all’amico, imprimendo una svolta decisiva all’indagine coordinata da Raffaele Cantone.

 

luca palamara

A Domani risulta infatti che la scorsa settimana Centofanti abbia confessato agli inquirenti le sue responsabilità, e consegnato anche dettagli inediti sul suo rapporto con Palamara e altri giudici di primo piano. Confermando, di fatto, più di una delle tesi accusatorie. L’imprenditore non solo ha ammesso il do ut des, ma ha pure deciso di cambiare la sua strategia difensiva: l’ammissione sembra prodromica alla richiesta di patteggiamento.

LUCA PALAMARA ADELE ATTISANI

 

Vedremo se la procura umbra accoglierà la proposta. Nel caso, sarà il gip a deciderne l’esito. Dovesse andare in porto l’accordo, per Palamara la situazione potrebbe precipitare, dal momento che si troverebbe solo in un processo difficile, con l’incubo di avere un coindagato che ha confessato di fatto la corruzione per funzione. Fattispecie grave che ancora oggi lui smentisce con vigore.

 

giuseppe pignatone

Non è tutto: nel colloquio con i magistrati perugini Centofanti parla anche del presunto “complotto” contro Giuseppe Pignatone e Paolo Ielo (ex procuratore capo di Roma e aggiunto) organizzato, secondo l’accusa, dallo stesso Palamara e dal pm Stefano Fava: non è un caso che il verbale sia stato depositato nel processo contro i due (sempre a Perugia) di cui è prevista oggi un’udienza delicata. Nell’interrogatorio il lobbista racconta anche di cene con i vertici istituzionali e del Csm: tra queste, ce ne sarebbe una nel 2016 con l’attuale presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Il conto l’avrebbe pagato sempre Centofanti.

 

Maria Elisabetta Casellati 2

Cene e viaggi

Il cielo per Palamara volge dunque al grigio plumbeo. La scelta di Centofanti di chiudere con il passato e ammettere (almeno in parte) comportamenti penalmente rilevanti rischia di mettere all’angolo l’ex pm, già espulso dalla magistratura a causa delle intercettazioni registrate dalla Guardia di finanza all’hotel Champagne.

 

L’imprenditore ha infatti spiegato ai pm di Perugia che Palamara è sì un suo caro amico, e che gran parte dei viaggi fatti insieme sono stati pagati da entrambi. Ma ha pure aggiunto che negli anni – quando Palamara era un importante capocorrente – gli avrebbe offerto «pranzi e cene» perfino quando il lobbista non era seduto al tavolo: in pratica Palamara gli lasciava il conto in sospeso in ristoranti di lusso, che lui saldava in seguito.

FILIPPO PARADISO

 

L’imprenditore ha anche detto di aver offerto all’ex magistrato anche un weekend a Ibiza.

 

Non solo a lui, ma anche a Renato Panvino, un dirigente della polizia molto vicino a Palamara. Ma perché tanta generosità? Centofanti nega di avere, attraverso queste utilità, mai interferito nelle nomine nei tribunali e nelle procure italiane, come sembrano evidenziare anche alcuni passaggi dell’inchiesta di Potenza che giorni fa ha portato agli arresti di Amara e del poliziotto Filippo Paradiso.

 

PIERO AMARA

Essere «sponsor» del potente magistrato, ha confessato però Centofanti, gli consentiva grandi vantaggi sia per l’attività di lobbying sia per i lavori della Cosmec, società con cui l’imprenditore organizzava convegni ed eventi soprattutto nel mondo delle toghe.

 

L’ex capo delle relazioni istituzionali di Acqua Marcia fa un esempio, e racconta di una cena in un hotel romano, avvenuta a inizio 2016 e, a suo dire, organizzata proprio da Palamara. Un rendez-vous durante il quale si sarebbe discusso della possibile nomina di Francesco Monastero a presidente del Tribunale di Roma: la cena fu «pagata da me», e vi parteciparono molti magistrati di magistratura indipendente.

 

Alla tavolata, dice Centofanti, era seduta anche l’attuale presidente del Senato Casellati, anche lei già citata più volte nelle carte dell’inchiesta potentina. Incontri come questi, ammette Centofanti, gli avrebbero consentito di aumentare molto la sua reputazione agli occhi di potenti e possibili clienti, e di trarne così benefici importanti.

PAOLO IELO

 

Contro Ielo

L’imprenditore ha anche voluto precisare alcune dichiarazioni del suo ex socio in affari Piero Amara, che qualche mese fa aveva affermato a verbale (con conseguente trasformazione del capo d’accusa contro Palamara da corruzione semplice e corruzione in atti giudiziari) come l’ex boss di Unicost avrebbe informato Centofanti dell’andamento di un’altra inchiesta congiunta delle procure di Roma e Messina, che poi nel 2018 il lobbista e l’ex legale dell’Eni in carcere per reati fiscali e corruttivi. Notizie riservate che Palamara avrebbe ottenuto giocando a tennis con il pm di Roma Stefano Fava, che deteneva il fascicolo romano insieme al procuratore Ielo.

 

luca palamara

Centofanti riferisce ora che l’amico non gli avrebbe mai dato notizie coperte da segreto istruttorio come perquisizioni o possibili misure cautelari, ma solo discusso con lui dell’«inquadramento generale dell’inchiesta». Aggiungendo però come Palamara gli dicesse che Fava non ce l’aveva con lui, ma che di fatto Centofanti rappresentava in primis una strada per provare a colpire Pignatone, inviso a Fava da tempo.

ADELE ATTISANI

 

Quest’ultimo, è noto, è indagato in un altro fascicolo perugino per accesso abusivo al sistema informatico, abuso d’ufficio e violazione del segreto d’ufficio (in quest’ultimo caso in concorso con Palamara), per aver rivelato – secondo l’accusa – a due giornali il contenuto di un esposto segreto che aveva mandato al Csm contro Pignatone e Ielo. Centofanti racconta ora che tra l’aprile e il maggio del 2019 ebbe un incontro con Palamara, a casa dell’imprenditore Alessandro Casali (anche lui sentito dalla procura).

 

Un appuntamento durante il quale Palamara gli avrebbe chiesto di cercare informazioni sul fratello di Ielo e sulle sue consulenze in Eni. Un dossier che sarebbe poi servito a Fava per la sua guerra contro il collega.

 

luca palamara

L’episodio – fosse vero e provato – rischia di peggiorare il quadro indiziario drasticamente. Vedremo se le affermazioni del lobbista reggeranno alla prova dei processi. Un fatto è certo: l’inchiesta perugina ha preso una nuova direttrice, e per gli imputati eccellenti, Palamara in testa, tutto si fa molto più complicato.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…