haftar serraj

LIBIA VUOL DIRE PETROLIO - LA POSTA IN GIOCO DELLO SCONTRO E’ IL CONTROLLO DELLE INSTALLAZIONI PETROLIFERE - SARRAJ CONTA SU 1500 MEZZI CONTRO I 560 DI HAFTAR, LE CUI FILE SONO PIENE DI MERCENARI - ALCUNI FUNZIONARI SAUDITI HANNO RIVELATO AL “WALL STREET JOURNAL” CHE L’ARABIA SI E’ IMPEGNATA IN FINANZIAMENTI MILIONARI PER SOSTENERE LA MARCIA SU TRIPOLI DA PARTE DI HAFTAR…

1 - IL VOLTAFACCIA DEL GENERALE ALL' INTESA «AMERICANA»

Stefano Agnoli per il “Corriere della sera”

 

al serraj haftar giuseppe conte

Che la principale posta in gioco in Libia restino le installazioni petrolifere, il controllo della compagnia di Stato Noc e della Banca centrale che gestisce la liquidità prodotta dalla vendita di greggio e gas, è da sempre evidente. Non è un caso che il numero uno della Noc, Mustafa Sanalla, abbia lanciato ieri l' allarme al Financial Times , sostenendo che il Paese si trova a fronteggiare la più grande minaccia dal 2011, cioè dalla caduta di Gheddafi. Senza produzione, senza quelle entrate e senza l'elettricità il Paese sprofonderebbe nel baratro.

 

E il prezzo internazionale del petrolio potrebbe subire contraccolpi al rialzo. Nella realtà, assicurano però gli uomini delle compagnie che operano su suolo libico, al momento l'operatività non sarebbe stata toccata (malgrado la notizia di un attacco aereo ieri a Zuwara, a 25 chilometri dal terminale gas di Mellitah).

 

MANIFESTAZIONE IN LIBIA

Gli scontri sono limitati alla capitale, minacciata da sud, sudovest ed est, mentre il petrolio e il gas continuano a essere estratti e a scorrere come nelle ultime settimane, con le diverse infrastrutture «protette» dalle milizie e pagate dalla compagnia di Stato. Con la situazione militare ormai in stallo (con i reparti di Misurata e Zintan il premier Sarraj potrebbe contare su circa 1.500 mezzi vari contro i 560 di Khalifa Haftar, le cui file sono nutrite da molti mercenari e che si trovano assai lontane dalle loro basi dell' est) rimane l'interrogativo di fondo sulle ragioni della mossa dell'uomo forte della Cirenaica, che non riscuoterebbe l'assenso di Egitto e Emirati, suoi alleati storici.

MANIFESTAZIONE IN LIBIA

 

In particolare, secondo fonti diplomatiche, colpisce l'improvviso voltafaccia del generale dopo i risultati dell'incontro di fine febbraio ad Abu Dhabi con Sarraj. Un vertice voluto in particolare dagli Usa, preoccupati anche per le possibili instabilità in Algeria e in Tunisia e decisi a tornare a occuparsi del caso Libia.

 

L'incontro negli Emirati, avvenuto alla presenza dell'ambasciatore Usa in Libia, Peter Bodde, avrebbe delineato un accordo di massima che prevedeva un passo indietro di Sarraj e la costituzione di un consiglio di presidenza con tre componenti, uno per ognuna delle regioni libiche, coordinato da un garante. Uno scenario che avrebbe dovuto costituire la base del vertice di Gadames ma che al principale sponsor di Haftar, la Francia, non sarebbe risultato particolarmente gradito.

 

2 - TRA I PICK-UP CHE DIFENDONO TRIPOLI "PER HAFTAR AEREI E SOLDI DEI SAUDITI"

Francesco Semprini per “la Stampa”

 

LIBIA - MILIZIE DI HAFTAR

«Questi pick-up sono nuovi, anche le mitragliatrici sono di recente fabbricazione». Abdel Bas Shiwa mostra il bottino delle ultime vittorie messe a segno dalle forze di al Serraj ai danni dei miliziani di Haftar. Una parata di mezzi e armi tirate a lucido, «cache di munizioni arrivati in questa parte della Libia poche settimane prima dell' offensiva su Tripoli ordinata dal generale».

 

I rilievi sul campo giungono lo stesso giorno in cui funzionari sauditi hanno rivelato al «Wall Street Journal» che Riad si era impegnata in finanziamenti milionari per sostenere la marcia su Tripoli da parte di Haftar. «L' Arabia saudita ha promesso di pagare decine di milioni di dollari per contribuire a finanziare l' operazione», riferiscono le fonti spiegando che l' offerta è giunta «giorni prima» dall' inizio delle ostilità, il 4 aprile, e alla visita che il generale ha compiuto a Riad il 27 marzo incontrando re Salman bin Abdulaziz Al Saud.

SOLDATI IN LIBIA

 

Ed è sempre di ieri la notizia, diffusa da media libici, di due aerei cargo provenienti dagli Emirati rilevati dai satelliti sulle piste dello scalo di Bengasi. Sebbene non vi siano conferme sui contenuti dei velivoli, la notizia desta timori, perché interpretata come una sorta di catena di rifornimenti a sostegno delle attività belliche di Haftar in Tripolitania, proprio nel momento in cui il generale e i suoi alleati stanno perdendo spinta.

 

Lo confermano i pick-up sequestrati dal 1° battaglione di Zawia comandato da Shiwa, tutti rigorosamente Toyota beige maculato e tutti con pochi chilometri. «Adesso - spiega - li pitturiamo di nero e li usiamo noi». L'offensiva di Haftar sulla città a 40 chilometri ad ovest di Tripoli è stata per ora arginata così come in altri punti caldi del risiko che ha tenuto banco nei giorni passati.

petrolio libia

 

Uno di questi è Ain Zara il punto di scontro più vicino al centro di Tripoli: è li che ci troviamo mentre un convoglio militare giunge ad alta velocità. Un combattente scende con fare deciso dall' ultimo mezzo, è vestito di nero, ha il volto coperto e imbraccia un kalashnikov. Ferma il traffico per far passare mezzi pesanti diretti a rinforzare le trincee di prima linea, mentre un checkpoint blindato segna il punto di non ritorno.

 

In lontananza si sentono sporadici scambi di fuoco, mentre l' artiglieria pesante resta silenziosa in questo sobborgo della capitale. Diverso è il clima in altre aree alle pendici di Tripoli, come l' aeroporto internazionale bersagliato dall' aviazione di Haftar, così come Wadi Rabea e Tajiura dove è stato distrutto un cache di armi del Gna. Nella notte tra giovedì e venerdì, invece, colpi di artiglieria di Haftar hanno raggiunto un' area abitata a Suwani provocando vittime tra i civili.

 

SARRAJ HAFTAR MACRON

I dispacci dal fronte segnalano tuttavia una novità assoluta, l' allargamento della linea di fuoco nell' estremo ovest del Paese, a Zuwara città a ridosso del confine tunisino popolata prevalentemente dalla minoranza berbera degli Amazigh, da sempre ostile al generale. I caccia della Cirenaica hanno raggiunto il campo di Abdel Samad, non lontanissimo dall' impianto Eni di Mellitha. «Le attività a Mellitah proseguono regolarmente. - spiega la società che gestisce la struttura in joint venture con la Compagnia petrolifera nazionale (Noc) - Le azioni militari di cui si è parlato sono avvenute a più di 25 chilometri di distanza dalle strutture operative ed erano dirette ad una vecchia caserma delle milizie di Zwara».

 

haftar serraj

Per alcuni si tratta di arrembaggi approssimativi, tentativi di allargare il cerchio e disorientare attuati da un' armata (quella del generale) che sta mostrando limiti e che forse è in attesa di rinforzi e rifornimenti provenienti da fuori. Da Bengasi si fa sentire il procuratore militare del Lna con un ordine di arresto a carico di Serraj, del vicepremier Omar Maetig e di altri esponenti civili e militari di Tripoli, considerati autori di «gravi crimini». Ordine che arriva nel giorno in cui il presidente del consiglio per i Diritti umani dell' Onu, Coly Seck, afferma che l' uso di minori-soldato, come quelli catturati dalle forze governative, «è un crimine inaccettabile».

 

Accuse che si sono sollevate ieri da piazza dei Martiri a Tripoli, quella della rivoluzione, dove migliaia di persone si sono radunate sventolando il tricolore libico e gridando la loro rabbia contro il «traditore Haftar» e i suoi alleati, «Francia in testa».

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”