LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL – LA TALPA “FEDERICA” HA ABBATTUTO L’ULTIMO DIAFRAMMA DI ROCCIA: SUL LATO FRANCESE SONO STATI COMPLETATI I PRIMI 9 KM DEL TUNNEL DI BASE - I FRANCESI E LE MADAMIN FANNO FESTA. I NO TAV? SECONDO UN SONDAGGIO L’87% DEGLI ITALIANI È FAVOREVOLE ALL’OPERA (DITELO A DI MAIO) – VIDEO

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Andrea Rinaldi per www.corriere.it

 

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È stata la mano del ministro dei trasporti francese Jean-Baptiste Djebbari e dei due sindaci della valle, a La Praz, a spingere il bottone che ha dato l’ordine di abbattere l’ultimo diaframma dei primi 9 chilometri del tunnel di base. Questa mattina, lunedì, la talpa Federica ha abbattuto l’ultimo diaframma di roccia dopo essere partita da Saint-Martin-La-Porte nel 2016 e aver scavato i 57 chilometri della galleria Sud della galleria. Si tratta di un traguardo importante perché costituisce il primo tratto del traforo in cui passeranno treni passeggeri e merci in direzione della Francia dal 2030. «Non possiamo basarci solo su Moncenisio questo tunnel darà risultati encomiabili — ha detto Jean-Baptiste Djebbari — ridurrà l’impatto dei mezzi pesanti, senza parlare dell’inquinamento sonoro». «Vorrei ribadire — ha aggiunto — l’interesse della Francia per questo progetto, sono lieto della posizione del governo italiano, il mio omologo De Micheli, che ho incontrato la settimana scorsa, ha dichiarato che i lavori devono avanzare in modalità rapida. Quanto accaduto oggi significa fine di un progetto e inizio di un altro».

 

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«In Italia i lavori, dopo le gare, partiranno nel 2021»

Mario Virano, direttore di Telt, la società transfrontaliera che guida il progetto Tav, ha aggiornato i cronisti sulla situazione italiana: «Ora, in autunno, partono i lavori delle nicchie della Maddalena. Poi all’inizio dell’anno prossimo, lo svincolo di Chiomonte».

 

mario virano direttore generale telt 1 mario virano direttore generale telt 1

Intanto si chiude la partita delle gare: «Il 30 di settembre - spiega Virano - i due governi manderanno alla Commissione europea l’aggiornamento del piano, fondamentale per confermare i 813 milioni che hanno già finanziato ma soprattutto per sedersi al tavolo nel 2020 per il negoziato sulla parte più grossa 2021-2027 . Che per noi vuol dire un contributo europeo dell’ordine di 4 miliardi di euro. Al 30 novembre invieremo alle imprese, lato Francia, i capitolati; per le imprese del versante italiano partiranno invece in primavera. Quindici mesi per le gare e poi saremo pronti: diciamo che per il 2021 partono tutti i lavori».

 

La festa

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La cerimonia di abbattimento della parete di roccia si è tenuta a La Praz alla presenza di Philippe Chantraine, rappresentante della Dg Move della Commissione Europea, del ministro dei Trasporti francese Jean Baptiste Djebbari, di Hubert Du Mesnil e Mario Virano rispettivamente presidente e direttore generale di Telt, la società italo-francese incaricata della realizzazione della ferrovia transfrontaliera. A festeggiare anche tutte le maestranze che stanno partecipando alla costruzione dell’infrastruttura. Simbolicamente i minatori hanno passato il testimone a un giovane collega che continuerà a lavorare alla prosecuzione del tunnel di base. Sono stati 450 gli operai che hanno scavato 24 su 24, 7 giorni su 7.

 

Sondaggio: italiani e francesi favorevoli all’opera

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Nella mattinata è stato anche presentato un sondaggio Bva e Doxa sulla percezione della Torino-Lione tra italiani e francesi: oltre il 95% degli intervistati francese e l’87% degli italiani si dichiara favorevole allo sviluppo in Europa del trasporto di merci su ferro anziché su gomma; sono poi d’accordo con la grande infrastruttura il 93% dei francesi e l’86% degli italiani.

 

Le madamin Sì Tav esultano: «Grande emozione»

Presenti alla cerimonia le «madamin», Adele Olivero e Roberta Castellina in rappresentanza del comitato «Sì Torino va avanti» promotore a Torino della battaglia a favore della linea ad alta velocità.«È stata una grande emozione aver visto come sul lato francese i lavori sono stati portati avanti con successo, ora auspichiamo che lo stesso accada al più presto anche sul lato italiano dove tanti lavoratori aspettano di poter ricominciare a operare in sicurezza e tranquillità».

 

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Il sindaco: «Opera importante per la nostra valle»

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Il sindaco Jean Michel Gallieau di Saint Michelel de Maurienne: «Per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro il tunnel ha una certa importanza, c’è stato un aumento importante per la creazione di alloggi, il cantiere ha creato altri posti di lavoro, Oggi è una visita in più, ma interessante. In futuro ci aspettiamo tante cose penso che per l’avvenire della avrà importanza, la valle della Maurienne dovrà gestire turismo e ferrovia, abbiamo molte aspettative».

 

La società Telt: grande lavoro di equipe

«Ci troviamo in una grotta alta come palazzo di 8 piani - spiega ancora Mario Virano, direttore di Telt - che è il punto dove arriva la fresa Federica e dove partiranno altre frese per continuare il lavoro. È la galleria di La Praz e di riconoscimento geologico come altre 4, finita questa funzione svolgerà quella di discenderia per aprire altri cantieri dentro la montagna a metà del percorso di base. E una volta che l’opera sarà finita questa, come le altre 3 gallerie, fungerà da uscita di sicurezza. Tutto questo lavoro è frutto di lavoro grande di equipe di Ltf poi passato a Telt».

 

9 km impegnativi

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Sono stati 9 chilometri difficili. A spiegarlo è Stefano Festa, ingegnere e responsabile della geologia: «Uno degli elementi della difficoltò era la scarsa conoscenza geologica dovuta anche alla profondità della galleria. Fresa costruita tailor made per questa montagna. Difficoltà dovuta a strati di carbone che hanno la caratteristica di convergere molto e il rischio è che la fresa rimanesse intrappolata». Florent Martin, direttore di cantiere: «Io dirigo il cantiere dal 2014, che ha ancora del lavoro davanti a sé. Abbiamo 450 persone che han lavorato per noi per 3 anni, siamo stabilizzati intorno a 270 persone. Abbiamo bisogno della collaborazione di tutti, l’interrogativo nel 2015 era se saremmo arrivati alla fine o ci saremmo fermati a metà».

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