MARACOCA – “DIEGO INIZIÒ CON LA DROGA GIÀ NEL 1981 QUANDO GIOCAVA NEL BOCA” – UN USO PROLUNGATO CHE SPIEGA PERCHE’ IL CUORE DEL PIBE PESAVA IL DOPPIO DI UNO NORMALE – “REPUBBLICA” SOSTIENE CHE LA MORTE SIA STATA CAUSATA DA UN COCKTAIL DI PSICOFORMACI. MA IN ARGENTINA NON CI SONO CONFERME - TEST TOSSICOLOGICI PER CAPIRE SE QUALCUNO GLI HA PORTATO LA DROGA NEL SUO ULTIMO RIFUGIO...

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maradona maradona

PAOLO MANZO per il Giornale

 

È iniziato ieri l'esame tossicologico sulle spoglie mortali di Maradona. Estratti capelli, sangue, urina, campioni del tessuto di cuore, polmoni e fegato del campionissimo e i test, rigorosamente top secret, potranno presto dirci se Diego aveva assunto alcol, droghe o farmaci in eccesso, causando il blocco cardiorespiratorio che lo ha poi portato via.

 

Quando ieri sono entrati nella sala dell'istituto di medicina legale per presenziare alla procedura, tutti i periti di parte ma anche i procuratori che indagano per «omicidio colposo» il decesso di Diego hanno dovuto lasciare fuori i cellulari per evitare la fuoriuscita di materiale video compromettente visto che i mass-media argentini seguono in modo spasmodico ogni vicenda del Pibe de Oro, anche post mortem. Ieri Repubblica scriveva che la morte del 10 sarebbe stata causata da un cocktail di 6 psicofarmaci ma la notizia in Argentina non l'ha data nessuno visto che gli esiti autoptici usciranno solo la prossima settimana.

leopoldo luque e maradona 2 leopoldo luque e maradona 2

 

Ciò che invece si vocifera a Buenos Aires, invece, è che se venissero trovate nel sangue o nei capelli di Diego tracce di cocaina, allora vorrebbe dire che qualcuno della ventina di persone che avevano accesso all'ultimo rifugio di Maradona e che dovevano proteggerlo, lo ha invece rifornito di droga, visto che lui non era in grado neanche di camminare da solo nelle ultime settimane.

 

Di certo c'è che le disposizioni date dal neurochirurgo Luque e dalla psichiatra Cosachov all'infermiera che aveva il compito di tenere d'occhio Maradona al Tigre - «Non faccia nulla e non si avvicini» fanno impressione. Questo almeno ha detto la paramedico agli inquirenti. Che ieri hanno ribadito come il ricovero al Tigre di Diego sia stato inadeguato.

 

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Per questo hanno già convocato il dottor Cahe, per 33 anni medico personale di Maradona e che già poche ore dopo la morte del 10 aveva accusato con veemenza la pessima assistenza data al campionissimo dalla sua famiglia e dal suo entourage. Oggi tutte le strade della giustizia vanno contro la psichiatra Cosachov e, soprattutto, il dottor Luque, ma anche i famigliari hanno gravi responsabilità.

 

A scegliere la casa del Tigre assolutamente inadatta, con Diego costretto a stare in stanza con un bagno chimico sarebbero state infatti Dalma, Giannina e Jana, le tre figlie riconosciute di Maradona. A metterlo a verbale è la psicologa Sandra Borghi, anche lei interrogata dai magistrati e che nell'ultimo mese accompagnava la fragile salute mentale del campione, insieme a Cosachov.

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Per i biografi del 10, tuttavia, la notizia forse più importante di ieri è la rivelazione fatta da Carlos Fren, già compagno di Diego nell'Argentinos Juniors e al Mondiale giovanile vinto nel 1979 in Giappone con la Selección bianco-celeste: «Maradona assumeva cocaina già dal 1981, quando giocava nel Boca». Un uso prolungato che, a detta degli esperti, spiega perché il cuore di Maradona pesava oltre mezzo Kg e non 250 grammi, come qualsiasi normale sessantenne.

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