MARITI, TACETE! NON POTETE PIU' CRITICARE LE VOSTRE MOGLI - COL DISEGNO DI LEGGE DELLA COMMISSIONE SUL FEMMINICIDIO, L’ISTAT DOVRÀ REALIZZARE UN'INDAGINE CHE, OLTRE A DOMANDE SUI MALTRATTAMENTI, SI INFILA NEL PRIVATO PER SCOPRIRE SE L’UOMO SI PERMETTE DI CRITICARE L’ABBIGLIAMENTO, LA CUCINA O VIETA DI USARE IL BANCOMAT - IN QUESTI CASI...

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Giorgio Gandola per “la Verità”

 

litigio tra moglie e marito litigio tra moglie e marito

La moglie fa bruciare il capretto pasquale e il marito si lamenta: è violenza di genere. La fidanzata indossa una minigonna inguinale con stivali sadomaso e chiede al compagno: «Come sto?». Se la risposta è: «Male, per favore mettiti qualcosa di più consono per una visita medica», è violenza di genere. C' è qualcosa di morboso e occhiuto nel disegno di legge della Commissione sul femminicidio presentato in Senato, che dovrebbe essere approvato martedì prossimo e non sarà più possibile modificarlo in aula. Qualcosa che va oltre un' emergenza concreta, oltre la constatazione dei reati e delle pesanti pressioni psicologiche che danno al tema un' oggettiva importanza sociale.

 

moglie picchia il marito 4 moglie picchia il marito 4

C' è qualcosa di ideologico nel testo che ha come prima firmataria Valeria Valente del Pd e che pretende di entrare nelle nostre abitazioni, pure in camera da letto senza chiedere permesso, e giudicare comportamenti più attinenti allo stile di vita, all' intima armonia delle coppie che alla violenza in senso stretto.

 

L'argomento è delicato, banalizzare significa commettere l' errore opposto rispetto al criminalizzare, anche perché la linea di demarcazione è sfumata. Ma ai senatori questa volta è slittata la frizione, sembrano più voyeur che legislatori e confermano una preoccupante sensazione davanti a molte decisioni di questo governo: l' avanzata dello Stato etico che pretende di codificare anche l' incodificabile.

 

MOGLIE E MARITO MOGLIE E MARITO

La volontà di regolare la vita dei cittadini - antico mito della sinistra dirigista - diventa esplicita quando il disegno di legge, all' articolo tre, mette nero su bianco che l' Istat «dovrà realizzare con cadenza triennale un' indagine campionaria interamente dedicata alla violenza contro le donne che produca stime anche sulla parte sommersa dei diversi tipi di violenza, ossia fisica, sessuale, psicologica, economica e stalking, fino al livello regionale». In pratica l' istituto di rilevazione statistica dovrà accertare le percentuali del fenomeno sociale in funzione di nuovi provvedimenti. E in questo contesto vengono proposti i quesiti che Gian Carlo Blangiardo e i suoi ricercatori dovranno porre solo alle donne.

 

Accanto a quelli più scientificamente attinenti al tema e del tutto legittimi (È mai capitato che un uomo abbia minacciato di colpirla fisicamente, l' abbia forzata ad avere un rapporto sessuale, l' abbia indotta anche se non ne aveva voglia? e tanti altri doverosi) ci sono alcune domande semplicemente surreali. Lui si arrabbia se lei parla con un altro uomo? La critica per come si veste o si pettina?

MOGLIE E MARITO MOGLIE E MARITO

La critica per come cucina?

Ha dubbi sulla sua fedeltà?

 

Le impedisce l' uso della carta di credito? Magari la signora ha le mani bucate, ma se la risposta è «sì» il compagno diventa un violento per legge.

Sembra che l' impressionismo di certi quesiti contenuti nel Ddl sia studiato apposta per innalzare in modo esponenziale le percentuali delle vittime di violenza domestica (tutto nel calderone), trasformando una legge che ha lo scopo principale di contrastare una pratica odiosa e incivile in un pruriginoso vaudeville o in una pellicola trash anni Settanta con Alvaro Vitali.

 

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Fra le pratiche proibite ce n' è una particolarmente impegnativa, sintetizzata dalla domanda: «La ignora quando parla?». E qui siamo nel classico della gag con Sandra Mondaini e Raimondo Vianello a letto con la Gazzetta dello Sport. Mariti e figli maschi italiani, non costringete la mamma e la moglie a dire: «Questa casa non è un albergo». Secondo la senatrice Valente e altri 18 potreste rischiare la galera.

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