aggressioni in ospedale

MEDICI CON L’ELMETTO – LA CORSIA ORMAI E’ UNA TRINCEA, PIÙ DI TREMILA I DOTTORI AGGREDITI IN UN ANNO – A PALERMO IL FAR WEST E’ ORDINARIA AMMINISTRAZIONE: IN UNA SETTIMANA CI SONO STATE 6 AGGRESSIONI – AL SANT'ANDREA DI ROMA UN PADRE SI SCAGLIA CONTRO UNA DOTTORESSA: "IO VI AMMAZZO", INTANTO A PORDENONE ARRIVANO GLI ALPINI…

1. Paolo Russo per la Stampa

 

 

In ospedale o in ambulatorio come in trincea. Per i medici è stato un altro week end di paura. A Napoli una dottoressa del 118 è stata aggredita, insieme ad altri operatori e presa a schiaffi, pugni e sputi dai parenti e amici di una coppia caduta dal motorino, che stava soccorrendo; a Roma, all'ospedale Sant' Andrea, un uomo in preda all'ira, padre di un ricoverato, si è scagliato contro la dottoressa di turno minacciandola di morte e stringendole le mani al collo; a Palese, in provincia di Bari, un intero equipaggio del 118 è stato tenuto sotto scacco da un paziente armato di katana, riuscendo a sfuggire per miracolo alla sua furia.

 

aggressioni negli ospedali

Da giorni il clima all'Ospedale Civico di Palermo è incandescente con aggressioni che si susseguono anche nell' arco di un'ora. Una scatenata persino da una guardia giurata che ha messo in fuga medici e infermieri colpevoli di non averlo fatto entrare nella stanza della figlia dove già c'era la madre. E che dire del migrante che la scorsa settimana ha creato il panico al Pellegrini di Napoli, ferendo cinque medici, di cui uno in modo grave.

 

Una scia di violenze che crescono a ritmo esponenziale. La Fiaso, la Federazione di Asl e ospedali, stima che siano oltre tremila i casi di aggressione l'anno, solo 1.200 denunciati all' Inail.

 

Quelle raccolte dal sindacato degli infermieri Nursing dicono che i più esposti al rischio sono gli addetti al pronto soccorso, con 456 casi l'ultimo anno, seguiti da medici e infermieri che lavorano in corsia (400), mentre le aggressioni negli ambulatori sarebbero state 320. In 16 casi su 100 è stato necessario ricorrere alle cure di qualche collega. Ma a dover indossare l'elmetto sono soprattutto i medici di continuità assistenziale, le guardie mediche insomma, che sostituiscono i medici di famiglia la notte e nei festivi.

 

Qui non sono volate solo le sberle, ma in venti anni si sono dovuti contare 87 casi tra omicidi, violenze carnali e sequestri, che hanno riguardato in molti casi anche gli uomini. «In molte sedi mancano anche i più elementari sistemi di sicurezza» denuncia Tommasa Maio, che rappresenta la categoria nel sindacato Fimmg.

aggressioni negli ospedali 4

 

«Ma nel rinnovo della nostra convenzione abbiamo raggiunto un accordo con la parte pubblica in base al quale nelle ore notturne i medici di guardia non riceveranno più pazienti, ma si limiteranno a dare consigli telefonici o a visitare a domicilio».

 

A scatenare l'ira dei malati e dei familiari al seguito sono a volte i disservizi, liste d'attesa in testa. Ma il presidente dell'Ordine dei medici, Filippo Anelli, ha un'altra lettura del fenomeno. «Vedo un parallelo tra quanto accade a noi e agli insegnanti. Queste violenze sono frutto di una cultura secondo la quale la sanità o la scuola sono alla stregua dei supermarket, dove prendo quello che mi piace e se non trovo cerco un capro espiatorio. Occorre rispetto, perché una società che aggredisce i medici aggredisce se stessa».

 

Se i camici bianchi puntano a un cambiamento culturale, a Pordenone ci penseranno gli alpini a proteggere i medici di guardia. Un accordo in questo senso è stato già siglato dal locale Ordine dei medici e dall' associazione dei soldati con la piuma, Ana. L'Agenas, l'Agenzia per i servizi sanitari regionali, ha invece già messo a punto dei corsi di autodifesa, che rientreranno nella normale formazione professionale medica.

alpini

 

A chiedere «l'inasprimento delle pene per chi si scaglia contro gli operatori sanitari» è invece il presidente della Fiaso, Francesco Ripa di Meana, che annuncia per il primo maggio l' avvio della raccolta firme insieme a Ordini professionali e associazioni degli utenti per presentare una proposta di legge d' iniziativa popolare. «Inoltre come manager ci impegneremo a concordare con prefetture e questure procedure che garantiscano la tempestività dell'intervento delle forze dell'ordine». Sperando che non occorra chiamare l'esercito, come proposto dal Codacons.

 

 

aggressioni negli ospedali 5

2. Riccardo Arena per la Stampa

 

 

Sei aggressioni in una settimana. Negli ospedali di Palermo il Far West è ordinaria amministrazione. Giovanni Migliore, direttore generale dell'azienda sanitaria Civico, ha chiesto, come vicepresidente nazionale della Fiaso, un'associazione di categoria, la previsione per legge di un'aggravante specifica per i pestaggi nei luoghi di cura e ai danni di personale sanitario.

 

Quattro tra medici e infermieri sono stati aggrediti da una sola persona, all'ospedale dei Bambini Di Cristina: un papà si è scatenato dopo la notizia della morte del figlio neonato. «Non c' erano speranze - dice Gloria Pelizzo, 58 anni, friulana e primario della Chirurgia pediatrica, pure lei aggredita -. L'avevamo spiegato con chiarezza».

 

Uno dei medici aggrediti ha avuto una prognosi di 30 giorni, lei stessa è stata schiaffeggiata. Come si vive in trincea?

GLORIA PELIZZO

«Percepisco la mancanza di fiducia dell'utenza nei confronti dei medici e degli infermieri, ma curare non vuol dire guarire: prendersi cura del paziente è un concetto molto più ampio.

Noi cerchiamo di salvare delle vite, quindi ora basta: il nostro lavoro dev'essere rispettato».

 

Vi sentite sotto assedio?

«Sotto pressione sicuramente: è una minaccia fisica e verbale continua, c'è un atteggiamento di provocazione che non ci consente di lavorare serenamente, che demotiva il personale sanitario. Non è possibile operare in un clima del genere, soprattutto nei reparti pediatrici. Chi ci tutela?».

 

Perché la gente non si fida?

aggressioni negli ospedali 2

«In questo ospedale ci sono professionalità di altissimo livello e la sfiducia è legata all'influenza dei mass media, alla tecnologia che va avanti velocemente e ad aspettative superiori alle reali possibilità. In nessun'altra parte d' Italia c'è questa pressione ambientale. Non c'è dialogo con i genitori dei bambini: qui c'è un coinvolgimento esagerato dell'entourage familiare».

 

I reparti sono cioè sovraffollati di parenti, più che di degenti?

«È un approccio culturale sbagliato. Noi abbiamo 24 posti letto e dobbiamo lavorare con un numero di visitatori da 30 a 50 per ciascuno dei nostri piccoli ospiti. Oltre alla pressione materiale, c' è anche l'interlocuzione e l'informazione, che dovrebbe essere riservata ai papà e alle mamme e che invece ci costringe a ripetere le stesse cose un numero infinito di volte».

 

aggressioni negli ospedali 1

Lei ha lavorato all' estero, Francia e Inghilterra, non è abituata a tutto questo.

 

«Ho accettato una sfida e lo rifarei. Non mi arrendo: credo che si debba non parlare ma agire, cominciando con il limitare gli accessi in ospedale. Serve una svolta culturale, un'alleanza tra medico e paziente».

 

 

 

 

 

3. Morena Izzo per il Messaggero-Roma

 

IL CASO

OSPEDALE SANT'ANDREA

«State curando male mio figlio», ha detto alla dottoressa all' ospedale Sant' Andrea, poi le ha stretto le mani intorno al collo e ha urlato «io vi ammazzo». L' uomo, un settantaduenne di origini calabresi è stato denunciato in stato di libertà per lesioni personali e minacce. È successo nel pomeriggio di venerdì scorso, durante l'orario di visita, lungo i corridoi del reparto in cui è ricoverato il figlio di 34 anni per accertamenti. La giovane dottoressa aggredita, invece, ha riportato una prognosi di 21 giorni.

 

LA DISPERAZIONE

Una storia di disperazione e rabbia, sfociata nella violenza. Sul posto sono subito intervenuti i carabinieri della stazione Tomba di Nerone, diretti dalla compagnia Roma Trionfale, che hanno raccolto la testimonianza della dottoressa e delle persone presenti.

 

OSPEDALE SANT'ANDREA 1

A chiamarli sono stati i colleghi della specialista, che al loro arrivo era ancora in stato di choc per quello che era accaduto. E in poco tempo i militari sono riusciti a risalire all'identità dell'uomo che l'aveva aggredita lungo i corridoi dell' ospedale, durante l' orario di visita.

 

«Non stanno curando bene mio figlio», continuava a ripetere il settantaduenne, preoccupato per le condizioni di salute del giovane. Affermazioni che non corrisponderebbero ai fatti, così come hanno dimostrato i medici dell'ospedale.

 

OSPEDALE SANT'ANDREA 2

Il trentaquattrenne era già in cura da tempo presso altri nosocomi ed era arrivato al Sant'Andrea da poco. Dall' ospedale hanno spiegato agli inquirenti che il paziente è stato sempre seguito con attenzione e professionalità e che le accuse mosse dal settantaduenne non corrispondono al vero.

 

Un padre provato e scosso per le lunghe cure alle quali il figlio si sta sottoponendo da tempo. L' uomo, dopo essere stato bloccato dai carabinieri, è stato accompagnato in caserma dove i militari lo hanno identificato. Per lui è scattata la denuncia in stato di libertà per lesioni personali e minacce. La dottoressa invece è stata medicata al Sant' Andrea e giudicata guaribile in 21 giorni. Tanta la paura per lei e i suoi colleghi a causa di una reazione così violenta e inaspettata da parte del padre del giovane.

 

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...