santa muerte 1

MESSICO E NARCORELIGIONE – VIAGGIO NEI SANTUARI DELLA "SANTA MUERTE" AMATA DA BANDITI E NARCOTRAFFICANTI - E’ ARRIVATA IN MESSICO CON I CONQUISTADORES ED È RITORNATA IN VOGA NEGLI ANNI ‘90 QUANDO HA FATTO PRESA NEGLI AMBIENTI DELLE GANG – I CRIMINALI LA VENERANO PERCHÉ LEI "NON GIUDICA NESSUNO". LA PREGANO PER LA GUARIGIONE DI QUALCUNO O PER CHIEDERLE PROTEZIONE DURANTE UNA RAPINA…

Roberto Pellegrino per “il Giornale”

SANTA MUERTE 1

 

Il quartiere è talmente malfamato e pericoloso che ha il nomignolo di «fabbrica di delinquenti», un mix esplosivo di contrabbandieri di organi, rapinatori e narcotrafficanti. Tutta questa feccia, però, ha una cosa in comune, oltre al denaro: il sacro culto per una vergine cadavere, la Nuestra Señora de la Santa Muerte.

 

A Tepito, nella zona centrale di Città del Messico è meglio nascondere gli obiettivi e tenere bassa e vigile la testa. Chi non è mai stato in queste vie che sembrano un suk arabo, un mercatino delle pulci, non è mai stato in Messico. Dicono così, i suoi abitanti orgogliosi, i Tepiteños. Qui è possibile acquistare di tutto, dalle armi ai panetti di marijuana e biglie di cocaina.

SANTA MUERTE 2

 

La policia non ci pensa nemmeno a venire qui. Eppure siamo, in linea d' aria, a un chilometro da Zócalo, la Trastevere di Città del Messico. Ogni tanto arrivano gli agenti armati come in Afghanistan. E scoppia la guerriglia. Nell' ultimo scontro di fine marzo hanno sequestrato 400 chili di marijuana, 50 di cocaina e 600 di metanfetamina. Su 40mila abitanti del quartiere, la metà è già stata in carcere, il resto sono ex pregiudicati. Qui la resistenza e la Santa Muerte hanno origini antichissime. Cuauhtémoc, l' undicesimo e ultimo re azteco, si trincerò su queste terre per tre mesi, resistendo all' assedio delle truppe spagnole di Hernán Cortés. Rimane calle Tenochtitlán a ricordare l' epica battaglia. Pietre contro moschetti.

 

SANTA MUERTE 3

Da venticinque anni Tepito è la Piazza San Pietro del culto della Santa Muerte. Il primo martedì di ogni mese, alle sette del pomeriggio, migliaia di persone si riuniscono verso la fine di calle Alferería. Sono operai, minatori, panettieri, contadini. Gente umile che arriva da diversi angoli di Città del Messico per onorarla. È una fila infinita che entra ed esce da un tempio invisibile fatto da una strada e un altare. I fedeli arrivano all' altare della Madonna della Morte, s' inginocchiano ai piedi della statua scheletro in marmo, pregano, supplicano, piangono e se ne vanno lasciando un' offerta: fiori freschi, candele, dollari, tequila, frutti, caramelle e sigarette su un muro ex voto.

 

Il suo culto ha una brutta fama perché lo si associa al mondo della malavita. E i criminali la venerano perché lei «non giudica nessuno». La pregano per la guarigione di qualcuno o per chiederle protezione durante una rapina. Per Homero Aridjis, studioso del fenomeno, il culto è un sincretismo europeo giunto in Messico con i conquistadores: è la tradizione cristiana che si è mescolata al culto della morte precolombiano, la dea azteca Mictecacihuatl, signora dell' oltretomba e della rinascita con influenze yoruba, la religione degli schiavi africani.

 

La Muerte è vestita nello stile delle donne dell' Europa medievale, come le statue delle sante della religione cattolica. La leggenda dice che la Madonna della Morte apparve nel 1960 a un contadino di Veracruz. Chiese di diffonderne il culto in cambio di protezione ai fedeli. Un culto popolare, senza un clero, ma che conta su 15 milioni di adepti in America Latina.

 

SANTA MUERTE

Una particolarità sono i colori degli abiti. Il verde propizia il lavoro, il giallo è ricchezza, il rosso l' amore. La Santissima è rappresentata in due modi: con la bilancia, la falce e il globo in mano, nella foto classica, o con la clessidra e la marionetta, immagine simbolica di chi governa la vita. La Señora non fa distinzioni, è venerata da buoni e cattivi. È favorevole all' aborto, consiglia l' utilizzo del preservativo e non rifiuta nella sua chiesa travestiti e transessuali, tanto che molte associazioni Lgbt la pregano per essere protette da omofobia e intolleranza.

 

Quando a Tepito arriva il momento della sfilata, centinaia di persone con braccia, petti e gambe tatuati, teste rasate, cicatrici, medaglie d' oro al collo col teschio, denti dorati e baffetti, trasportano lo scheletro della vergine deceduta che indossa un vestito da sposa dai colori forti e accesi. Dal blu al viola, all' arancione al rosso. Come fosse la famosa Vergine di Guadalupe a Pasqua, la Santa Muerte sfila in un mare di migliaia di devoti che urlano, cantano, piangono, liberi di esercitare un culto che Chiesa e Stato rifiutano, bollandolo come pagano.

SANTA MUERTE

 

Durante la cerimonia, alcuni dei partecipanti spruzzano nell' aria profumi (quelli contraffatti e invenduti). Aiuta a diffondere «buone vibrazioni», «ad aprire la strada». Ci sono sciamani improvvisati, portantini, venditori di burrito e birra. Ci sono giovani membri tatuati che appartengono a bande di strada, tutti hanno avuto a che fare con la giustizia, entrano ed escono di galera come se i penitenziari avessero le porte girevoli.

 

Si fermano e abbassano la testa davanti alla Santa. «Le dobbiamo rispetto», dicono, alcuni piangendo. Poi inizia l' attesissima messa. La Queta, 62 anni, madre di 11 figli, nonna di 58 nipoti e 28 pronipoti, nel 1989 ha creato in calle Alferería il primo altare della Santa Muerte. Ora ce ne sono circa 1.500 in tutta la capitale, soprattutto nei quartieri di Iztapalapa e Itztacalco. Dona Queta urla una filastrocca intraducibile per zittire tutti e dare la parola all' officiante. Lui chiede a Dio il permesso «d' invocare la Morte Benedetta, la nostra bambina bianca che toglie ogni invidia e scaccia gli spiriti malvagi». E non si dimenticano «i fratelli che sono in carcere». E sono tanti.

SANTA MUERTE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…