renzi pammolli

IL MINCULPOP DI RIGNANO - LA MACCHINA DELLA PROPAGANDA DI RENZI POTEVA CONTARE SU HACKER ED ECONOMISTI E, CON LE SUE VELINE MASCHERATE DA ANALISI SCIENTIFICHE, ARRIVAVA SINO A SITI E GIORNALI INTERNAZIONALI COME BUZZFEED E IL NEW YORK TIMES - LE COMUNICAZIONI VIA SIGNAL, I PAGAMENTI IN BITCOIN, LA CORRISPONDENZA DI RENZI (ALLORA CAPO DEL GOVERNO) GESTITA DA UN CONSORZIO INTERNAZIONALE - E L’AMMISSIONE DI UNO DEI RAGAZZI DEL GRUPPO DI PROPAGANDA: “LE ATTIVITÀ RICHIESTE POTEVANO INCLUDERE INIZIATIVE DI ATTACCO AL MOVIMENTO 5 STELLE E LA LEGA DI MATTEO SALVINI”

Fabio Amendolara François De Tonquédec per “la Verità”

 

MATTEO RENZI

La Bestia di Matteo Renzi poteva contare su hacker ed economisti e arrivava con le sue veline propagandistiche mascherate da analisi scientifiche sino a siti e giornali internazionali come Buzzfeed e il New York Times. Una rete che faceva sponda su giornalisti italiani e stranieri, come Gianni Riotta che definì una di queste inchieste pilotate uno «strepitoso saggio». Un gioco di squadra, in cui l'hacker amico di Riotta, Andrea Stroppa era anche consulente pagato della Fondazione Open e persino traslocatore.

 

Su Internet postò una foto mentre aiutava Renzi, premier uscente, a sbaraccare l'ufficio di Palazzo Chigi: «Ero di passaggio a Pontassieve e ho incontrato questo signore che mi ha chiesto di dargli una mano a mettere a posto degli scatoloni» scrisse sui social.

 

Fabio Pammolli

Stroppa era il capo «unofficial» della Bestia, mentre il professor Fabio Pammolli era a capo (nel 2017) del «coordinamento data analysis». Pammolli risulta tutt' ora «componente Gruppo di lavoro data-driven per l'emergenza Covid-19», incarico conferitogli, a titolo gratuito, il 31 marzo 2020, che avrà termine «sei mesi dopo la cessazione dello stato d'emergenza Covid-38» e dal 10 novembre è presidente dell'Investment committee (ne era membro dal 2015), che si occupa di investimenti per il Fondo dell'Unione europea. Una promozione che è avvenuta proprio mentre Renzi si trovava a Bruxelles per promuovere le sue iniziative contro i populismi.

francesca campana comparini marco carrai

 

Gli stessi che Pammolli combatteva dalla cabina di regia della Bestia.Nella quale non esisteva solo una struttura legata alla parte comunicativa, ma anche un progetto dedicato alla posta elettronica, che gli inquirenti definiscono un «gruppo posta», deputato a gestire la casella di posta elettronica dell'ex Rottamatore e alla realizzazione di «una sorta di intelligenza artificiale per l'assegnazione automatica delle priorità dei messaggi, tramite un algoritmo».

 

Per l'avveniristico strumento di comunicazione, secondo quanto verbalizzato dalla responsabile della «task force» della posta, sarebbero stati utilizzati i dati di una casella di posta istituzionale, con tanto di dominio governo.it. Il titolare del progetto, racconta Elena Ulivieri, a Palazzo Chigi insieme al marito, Pilade Cantini, «era una infrastruttura, ovvero la So big data, alla quale, con apposito Nda (non disclosure agreement), sono stati donati i dati della casella di posta elettronica matteo@governo.it».

 

marianna madia foto di bacco

Un numero imprecisato di messaggi inviati da cittadini all'allora premier, che secondo la Ulivieri riguardavano «sia il ruolo di Matteo Renzi quale presidente del Consiglio dei ministri, sia il suo ruolo di Segretario del Partito Democratico» è quindi finito in mano a un soggetto terzo. Ma chi è So big data? Su internet il sito ufficiale descrive così chi ha ricevuto i dati della casella di posta istituzionale dell'allora premier: «Il consorzio So big data è composto da 12 partner provenienti da 6 paesi membri dell'Unione Europea (Italia, Regno Unito, Germania, Estonia, Finlandia, Paesi Bassi) e Svizzera».

 

Fabio Pammolli

Lasciamo ai lettori la libertà di immaginare cosa succederebbe per una cessione internazionale di corrispondenza del premier in un altro Paese, ad esempio negli Stati Uniti dove una gestione disinvolta delle email rischiò di costare all'allora Segretario di Stato Hillary Clinton la candidatura alla presidenza degli Usa. Tra i membri italiani del progetto (composto da università e istituti di ricerca), finanziato con fondi Ue, c'è anche la Scuola Imt (Istituzioni, mercati, tecnologie) di Lucca, nota alle cronache giornalistiche per la controversa vicenda della tesi di dottorato dell'ex ministro Marianna Madia.

 

maria elena boschi

Dell'Imt Fabio Pammolli risulta «rettore fondatore e presidente del consiglio esecutivo» nel periodo tra il 2004 e il 2012, oltre che professore di Economia e management all'Imt, fino al 2016, quindi anche mentre Renzi era a capo del governo. L'informativa di 388 pagine che riassume le attività della macchina di propaganda a favore di Renzi sintetizza così la testimonianza della Ulivieri: «La predetta riferiva di aver avviato le attività del "gruppo posta" della casella di posta elettronica matteo@matteorenzi.it, dietro richiesta di Matteo Renzi il quale le avrebbe detto di rivolgersi all'avvocato Alberto Bianchi se non direttamente alla Fondazione Open, per quanto riguardava gli aspetti relativi ai contratti dei collaboratori».

 

La donna, laureata in informatica, ha lavorato a Palazzo Chigi dall'ottobre 2014 al dicembre 2016 in qualità di supporto organizzativo della segreteria tecnica di Renzi. Dopo le dimissioni di quest' ultimo, la donna si è spostata presso la segreteria del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi dove è rimasta fino al termine della legislatura.

 

Marco Carrai con Matteo Renzi

E in quell'ambito, ha spiegato la donna, «c'era un accordo con» la Boschi «affinché continuassi a lavorare per lo sviluppo del progetto della So big data ed è in questo contesto che la Ulivieri ha continuato ad occuparsi della casella di posta elettronica matteo@governo.it ormai chiusa, ovvero ad occuparsi del «data set prodotto su tale casella».Ma se la gestione dei dati di un indirizzo di posta elettronica del governo lascia perplessi, colpisce anche l'utilizzo di criptovaluta da parte della Bestia.

 

Che pagamenti riservati doveva effettuare per non lasciare tracce? Coinbase si presenta come «una piattaforma sicura in cui è facilissimo acquistare, vendere e depositare criptovalute quali bitcoin, ethereum e altre». Ma in un messaggio inviato all'avvocato Bianchi, Marco Carrai afferma: «Alberto, bisogna pagare alcune cose tramite bitcoin. Scaricati l'app Coinbase, è il miglior wallet per farlo, poi chiama Pammolli».

twitter e i bitcoin 7

 

La questione deve essere molto delicata, visto che Carrai è categorico con Bianchi: «Parla solo tramite Wa». E infatti Pammolli e Bianchi parlano proprio della moneta virtuale. Il prof scrive all'avvocato: «Sulla questione bitcoin...». Bianchi risponde con un punto interrogativo. E Pammolli gli indica «Signal», un'app che permette di impostare un tempo massimo di visualizzazione della chat, oltre il quale questa viene distrutta automaticamente.

 

hacker

È il 23 novembre 2016 e mancano pochi giorni alla batosta al referendum confermativo sulla riforma costituzionale del 4 dicembre. Batosta a cui i renziani risposero con i progetti legati alla Bestia, iniziati con la mail inviata il 7 gennaio 2017 da Fabrizio Rondolino a Renzi, contenente le proposta di «character assasination» nei confronti dei nemici, esponenti grillini e giornalisti del Fatto quotidiano (proposta a cui Renzi ha ieri spiegato di «avere detto di no»).

 

Un piano che gli investigatori hanno sintetizzato così: «Dopo il risultato referendario del dicembre 2016, in cui la Fondazione Open ha sostenuto, economicamente, le politiche promosse dal presidente del Consiglio e segretario del Partito democratico Matteo Renzi, segnatamente a metà dicembre 2016, affiora la volontà di attuare una "strategia social" a sostegno di Matteo Renzi e, nei primi mesi del 2017, di realizzare una struttura "di propaganda antigrillina"».

 

hacker

Un gruppo su cui Stefano Bagnoli, uno dei ragazzi di via Giusti, il gruppo social della Bestia renziana, ha rilasciato un'interessante testimonianza. Quando gli investigatori, il 6 aprile 2021, lo interrogano lui ammette candidamente: «L'attività che svolgevamo era sostanzialmente una campagna politica permanente a sostegno delle posizioni del segretario del Pd Matteo Renzi o delle iniziative di altri esponenti del Pd condivise anche da Renzi, dal quale, comunque, ci provenivano tutti gli input operativi». E subito dopo il social media manager esplicita quali fossero i compiti che la falange macedone di via Giusti riceveva: «Le attività richieste potevano variare dal sostegno a iniziative già sui social, al lancio di nuove iniziative anche di attacco a politiche di forze antagoniste al Pd, come il Movimento 5 stelle e la Lega di Matteo Salvini».

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)