arcelor mittal

MITTAL, ABBASSA LA CRESTA - LA DOPPIA INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO, CON PERQUISIZIONI E SEQUESTRI, E’ UNA PISTOLA ALLA TEMPIA DEI FURBETTI DEL GRUPPO FRANCO-INDIANO - OLTRE ALL'INDAGINE PER FALSE COMUNICAZIONI AL MERCATO E UNA DISTRAZIONE POST FALLIMENTARE PER IL DEPAUPERAMENTO DELLE RISORSE, E’ STATO APERTO UN FASCICOLO PER OMESSA DICHIARAZIONE AL FISCO A CARICO DI UNA SOCIETÀ LUSSEMBURGHESE DI TRADING DEL GRUPPO ARCELOR…

Paolo Colonnello e Monica Serra per “la Stampa”

 

PROCURA DI MILANO

Magazzini di scorte quotate oltre 500 milioni di euro ora semivuoti, triangolazioni con i paradisi fiscali e il sospetto di fatture gonfiate per l' acquisto delle materie prime: è una pistola puntata alla tempia dei vertici di Arcelor Mittal la doppia inchiesta aperta dalla procura di Milano che ieri ha già visto i primi effetti con una raffica di perquisizioni e sequestri avvenuti nell' impianto di Taranto, nella sede commerciale e finanziaria di Ilva e in quella legale di Mittal a Milano e nella sede della Deloitte & Touche che si occupa della revisione dei bilanci.

 

OPERAI FUORI DALLA FABBRICA ARCELOR MITTAL A TARANTO

La novità è che, oltre all' indagine per false comunicazioni al mercato e una distrazione post fallimentare per il depauperamento delle risorse, e oltre all' inchiesta di Taranto per danneggiamento degli altoforni e appropriazione indebita, i magistrati milanesi hanno aperto contemporaneamente anche un fascicolo per omessa dichiarazione al fisco a carico di una società lussemburghese di trading del gruppo Arcelor per l' annualità fiscale dal 2013 al 2014.

 

La società, secondo gli inquirenti, pur operando in Italia, avrebbe cominciato a versare le tasse solo nel 2015 e avrebbe avuto un ruolo anche nella più recente gestione di Ilva. Per quanto riguarda invece il primo fascicolo, ovvero il depauperamento dei beni dell' acciaieria e le false comunicazioni al mercato, i pm stanno mettendo a confronto perfino i costi di acquisto delle materie prime nell' ipotesi che siano state gonfiate delle fatture per l' acquisto dei materiali.

LUCIA MORSELLI

 

Come rivela l' ordine di esibizione firmato dai pm milanesi e presentato dalla Gdf a Ilva: «Occorre acquisire - scrivono - tutta la documentazione afferente ai rapporti intrattenuti dalla società Ilva Spa in a. s. con il fornitore brasiliano Cia Italo Brasileira de Peltizacao Ita-Brasco, nonché con gli altri fornitori e soggetti rilevanti in ordine all' acquisizione di materie prime e altri beni da parte di Ilva».

 

arcelor mittal

Il dubbio è che il materiale ferroso della società brasiliana - storica fornitrice di Ilva che ne detiene una quota rilevante - con l' arrivo di Mittal abbia subito un ulteriore passaggio di vendita attraverso una controllata del gruppo franco indiano con sede in Olanda. In pratica, se prima il Brasile vendeva direttamente a Taranto, con Mittal si aggiunge il passaggio di Amsterdam che, ipotizzano i pm, giocando sul regime fiscale agevolato, avrebbe infine gonfiato i prezzi poi praticati a Ilva.

 

A finire nel mirino degli uomini della Guardia di Finanza, coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e sotto la supervisione del procuratore Francesco Greco, ci sono ben sei società che compongono la galassia Mittal in Italia e la Deloitte & Touche, che si è occupata dei bilanci. I pm, in attesa di costituirsi all' udienza civile del 27 novembre in tribunale (e dove vuole costituirsi anche la Regione Puglia), intendono ricostruire la catena di comando fino ad arrivare all' attuale ad Lucia Morselli prima di procedere a eventuali iscrizioni.

arcelor mittal

 

Allo stato però non ci sono ancora indagati e ci vorranno dei giorni prima che i magistrati controllino tutta la documentazione sequestrata ieri. E tutto ciò potrebbe dare spazio e respiro alla trattativa che venerdì dovrebbe riprendere tra il governo e la società di mister Lakshmi Mittal, leader mondiale degli acciai, con un fatturato di 80 miliardi all' anno. Un tavolo difficile dove siederà anche un "player" silenzioso, sebbene auspicato dai commissari governativi dell' Ilva, come la Procura di Milano.

 

Che ieri ha precisato i reati per i quali procede: da una parte aggiotaggio informativo, per almeno una decina di presunte false comunicazioni emesse nel corso dell' ultimo anno sul mercato della Borsa di Parigi e Madrid e di riflesso su quello milanese. Comunicati stampa che avrebbero fornito indicazioni diverse rispetto alla reale gestione dell' ex Ilva. Dall' altra la violazione dell' articolo 232, comma 2, della legge fallimentare che riguarda chi «essendo consapevole dello stato di dissesto dell' imprenditore, distrae o ricetta merci o altri beni dello stesso o li acquista a prezzo notevolmente inferiore al valore corrente, se il fallimento si verifica». Reato che prevede fino a cinque anni di carcere.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."