MUSCOLI, SELFIE E MOLESTIE - I DUE RAGAZZI ARRESTATI PER LE AGGRESSIONI DI CAPODANNO A MILANO SONO STATI INCASTRATI DAI VESTITI, RICONOSCIUTI DALLE RAGAZZE ABUSATE IN PIAZZA - UNO DEI DUE, ABDALLAH BOUGUEDRA, 21 ANNI, VIVE A TORINO E HA L'OSSESSIONE PER IL FISICO E GLI ABITI DI MARCA, COME MOSTRANO LE SUE FOTO SUI SOCIAL - AVEVA CONTATTATO UNA DELLE VITTIME SU INSTAGRAM: PROPRIO GRAZIE ALLE FOTOGRAFIE E ALLE STORIE NEL SUO PROFILO GLI INVESTIGATORI SONO RIUSCITI A IDENTIFICARLO…

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1 - DUE FERMATI PER PERICOLO DI FUGA, "NEL CAOS CERCAVANO L'IMPUNITÀ"

M. Ser. per "La Stampa"

 

abdelrahman ahmed mahmoud ibrahim abdelrahman ahmed mahmoud ibrahim

Un giubbotto di colore verde scuro, una felpa giallo fluo e un paio di jeans chiari. Li indossava in piazza Duomo Abdelrahman Ahmed Mahmoud Ibrahim, il diciottenne di origini egiziane, da due anni a Milano, che ieri è stato fermato dai poliziotti della Squadra mobile, con l'accusa di aver preso parte alle violente aggressioni della notte di Capodanno.

 

Ibrahim è stato notato per caso da alcuni agenti mentre passeggiava vicino alla Questura. Subito è stato identificato e accompagnato negli uffici. Nell'appartamento in cui vive, sembrerebbe col padre e con altri connazionali, vicino a via Imbonati, nella zona nord di Milano, non era stato trovato.

 

foto di abdallah bouguedra foto di abdallah bouguedra

C'erano i suoi vestiti, riconosciuti dalle ragazze sentite dagli investigatori diretti da Marco Calì. Ibrahim è arrivato in Italia nell'agosto del 2019 per raggiungere il padre ed è in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno.

 

Nei mesi scorsi, per un controllo di routine, era già stato identificato in piazza Duomo. Il suo avvocato, Jacopo Viola, che ieri lo ha difeso nel corso dell'interrogatorio davanti al gip Raffaella Mascarino, dice che «lavora come manovale nell'edilizia».

 

I magistrati lo hanno fermato perché c'è il rischio che scappi via: «non ha fornito l'indirizzo di casa e si è presentato sprovvisto dei documenti». Per di più, «è pienamente a conoscenza delle indagini contro di lui».

 

PERQUISITI GLI AGGRESSORI DI PIAZZA DUOMO 2 PERQUISITI GLI AGGRESSORI DI PIAZZA DUOMO 2

Ma anche perché potrebbe rifarlo, potrebbe violentare altre ragazze. Non c'è dubbio, per i magistrati, che abbia partecipato alle «aggressioni sfociate in violenze sessuali di gruppo» in cui il branco «ha agito con la consapevolezza di poter approfittare dei festeggiamenti per il Capodanno per garantirsi l'impunità».

 

E ancora: «La particolare efferatezza e brutalità delle condotte paiono sufficienti per ritenere che Ibrahim se non soggetto a misura restrittiva, potrebbe compiere altri gravi delitti della stessa indole, approfittando nuovamente della forza intimidatrice del branco».

 

PERQUISITI GLI AGGRESSORI DI PIAZZA DUOMO 1 PERQUISITI GLI AGGRESSORI DI PIAZZA DUOMO 1

Peraltro, secondo gli investigatori, «la spiccata pericolosità dell'indagato emerge anche dal fatto a pochi minuti di distanza, si è reso responsabile di due diversi episodi di violenza». Quello vicino alla Loggia dei Mercanti e l'altro, in galleria Vittorio Emanuele.

 

In quest'ultimo caso - ricostruiscono gli inquirenti - era stato lui ad avvicinare le vittime per primo. E, «davanti al rifiuto delle ragazze, ha incitato un gruppo di uomini, ad accerchiarle e ad aggredirle».

 

C'è infine il rischio, per i pm, che con gli amici Ibrahim possa ora «intimidire le persone offese e costringerle a ritirare le accuse». Il diciottenne ha negato tutto: «È vero ero in piazza per festeggiare con gli amici. Ho visto la ressa, una ragazza che sputava in faccia a uno, ma io non l'ho toccata», avrebbe spiegato al giudice che ora dovrà decidere se convalidare il suo fermo. Nel frattempo il difensore ha chiesto che venga fatto uscire dal carcere di San Vittore, per tornare a casa, ai domiciliari.

 

2 - IL BRANCO VENUTO DALLA PERIFERIA

Massimiliano Peggio per "La Stampa"

 

Muscoli e selfie. Abdallah Bouguedra, 21 anni, la notte di Capodanno ha scelto di stare dalla parte degli stupratori, mettendosi spontaneamente a capo di un branco improvvisato. Dopo aver sollevato come un bilanciere da palestra una delle ragazze inseguite e acciuffate tra la folla di piazza Duomo, aver partecipato a spogliarla urlando in un misto di esaltazione e follia, ha picchiato un diciottenne che aveva cercato di fermare da solo quella ferocia collettiva, cercando di difendere la giovane, sua amica.

 

abdallah bouguedra abdallah bouguedra

Non conta nulla che tutt'e due siano nati in Italia da genitori di origini nordafricane. E che tutt'e due siano cresciuti in palazzi di periferia. Quella sera hanno scelto da che parte stare. Il primo andando a caccia di un trofeo di violenza, il secondo rimediando la frattura di un dito e scegliendo il coraggio dell'umanità.

 

«Abdallah ha l'aria del bravo ragazzo, non può essere stato lui a fare quelle cose. Non è possibile, vi sbagliate» commenta l'amico commerciante che gestisce un kebab a due passi da casa sua.

 

Eppure l'altra mattina gli investigatori della Squadra Mobile sono venuta qui, si sono presentati all'alba con un decreto di perquisizione e il preciso obiettivo di rovistare nel suo armadio.

 

abdelrahman ahmed mahmoud ibrahim e abdallah bouguedra abdelrahman ahmed mahmoud ibrahim e abdallah bouguedra

Alla ricerca di un giubbotto rosso «Blauer» e un paio di jeans strappati «DSquared2». E li hanno trovati. Gli indumenti trovati sono identici a quelli filmati in piazza e descritti dalle vittime.

 

Abdallah, raccontano per lui le fotografie che pubblica sui social, ama le boutique del centro e i negozi degli outlet. Magliette glamour, bei vestiti. E ne sfoggia parecchi. «È un bel ragazzo e sa di esserlo. Ma ha una bella famiglia alla spalle» dice un amica.

 

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Il 12 settembre dello scorso anno si è scattato una foto in giacca e cravatta di fronte al Duomo di Milano. Ha tre sorelle e un fratellino piccolo. Pochi giorni fa Abdallah era nel cortile del suo palazzo a registrare un buffo video su Tik Tok. Mostra il suo ciuffo ribelle e i capelli biondi tinti, barbetta incolta.

 

Nel 2019 ha dato la maturità. C'è un breve video di quell'anno. Fa le flessioni in classe: le mani sul banco e i piedi incollati alla parete, mentre una compagna fa finta di sorreggerlo e un altro lo stuzzica colpendolo con un piede.

 

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Dopo il diploma ha fatto un anno di Università, senza troppa convinzione poi si è preso una pausa. «Ora sta facendo lavoretti saltuari, di recente anche a Milano». Nel suo profilo Instagram ha quasi mille follower. Un viaggio in treno, al tavolo di un bar per un aperitivo, in camicia con una birra in mano. Ma soprattutto c'è la sua passione per il fisico.

 

Lui in palestra. Lui di fronte allo specchio che si scatta un selfie. Lui che mostra i bicipiti. Lui che solleva i pesi e gioca sulle sue origini: «50 sbavature di marocchino». Anche quelle immagini sono servite alla polizia per rintracciarlo. Frequenta la palestra Mcfit alle spalle di Porta Palazzo.

 

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«Troppo spesso bro» scrive un suo fan. «Talmente enormi da non stare nella foto» commenta Abdallah mostrandosi con un amico di palestra. In un altra pagina, ancora immagini di muscoli. «Innamorato di me e me narciso» dice la canzone Ca$hmere di Marracash e Gue, postata con una delle sue storie.

 

Ma ci sono anche cuori e dediche. Per la mamma: «La prima a credere in me prima ancora di me stesso». Come può essere lo stesso ragazzo? «Andate via altrimenti chiamiamo i carabinieri» dicono al citofono di casa, per allontanare i giornalisti.

 

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Abdallah è partito da qui per raggiungere Milano, la notte di Capodanno. Da un palazzo grigio, isolato, che nemmeno il parco attorno riesce a renderlo bello. Estrema periferia Nord, quartiere Barca, si trova persino più a Nord di Barriera di Milano, il quartiere di Torino che si è conquistato suo malgrado l'accostamento alle banlieue.

 

Quella notte ha pubblicato una foto scattata in Galleria Vittorio Emanuele, di fronte all'albero di Natale gigante. Indossava il giubbotto rosso e jeans strappati. La firma della sua violenza.

 

3 - AGGRESSIONE DI CAPODANNO, ABDALLAH AVEVA CONTATTATO LA VITTIMA SU INSTAGRAM

Massimo Massenzio per www.corriere.it

 

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Prima dell’aggressione alle due 19enni in piazza Duomo a Milano nella notte di Capodanno Abdallah B., 21enne di Torino, aveva chiesto e ottenuto il contatto Instagram di una delle due vittime.

 

Proprio grazie alle fotografie e alle storie contenute nel suo profilo gli investigatori della squadra Mobile sono riusciti a identificarlo e, dopo aver trovato nella sua casa nel quartiere Barca, il giubbotto rosso e i jeans strappati indossati la notte di Capodanno, è scattato il provvedimento di fermo emesso dalla Procura di Milano.

 

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Assieme a lui è stato fermato anche un 18enne di origini egiziane, residente a Milano, mentre altri 16 ragazzi, italiani e stranieri, sono indagati. Abdallah - o «Abdul» come lo chiamano gli amici – è nato a Torino da genitori marocchini.

 

È il quarto di cinque fratelli e fa parte di una famiglia perfettamente integrata. Nessuno dei suoi parenti, fra cui ci sono stimati professionisti, si sarebbe mai immaginato un suo coinvolgimento nelle rapine e nelle aggressioni a sfondo sessuale di piazza Duomo. Il giovane è accusato di concorso in violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni aggravate.

 

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Le vittime e diversi testimoni lo hanno riconosciuto e una delle vittime lo ha descritto agli inquirenti come «il ragazzo che teneva le braccia intorno alle mie spalle, che ha detto essere di Torino, capelli biondo tinto corti col ciuffo, indossava qualcosa di rosso ma non ricordo se la felpa o pantaloni. Ricordo bene il suo volto saprei riconoscerlo se lo rivedessi. Ho notato la sua presenza nel gruppo che ci ha aggredite ma non so dire che ruolo abbia avuto».

 

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Nel passato di Abdallah c’è solo una denuncia dell’estate 2020 per disturbo del riposo o delle occupazioni delle persone. Secondo i residenti della zona è un ragazzo tranquillo, tutto casa e muscoli, che allena in una palestra del quartiere Aurora.

 

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In base alle prime ricostruzioni non è chiaro se Abdallah abbia compiuto materialmente i terribili atti di violenza contro le due ragazze, una delle quali è stata sollevata da terra da un gruppo di 40 e 50 ragazzi, denudata e palpeggiata in tutto il corpo e nelle parti intime fino ad essere violentata. Secondo la Procura, comunque, «ha dimostrato una chiara e consapevole adesione al progetto criminoso del gruppo di uomini che ha assalito» le due vittime «inserendosi inequivocabilmente quale compartecipe attivo della condotta di violenza sessuale di gruppo».

 

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Un soggetto che il procuratore aggiunto Letizia Mannella e il pm Alessia Menegazzo hanno definito «di spiccata pericolosità» e la sua presenza fra le 40 o 50 persone che hanno accerchiato le vittime, «ha senz’altro contribuito a rafforzare gli intenti delittuosi». Alla base del provvedimento di fermo, secondo gli inquirenti, ci sarebbero oltre ai gravi indizi di colpevolezza anche il pericolo di fuga e di reiterazione del reato: «Se lasciato in libertà, potrebbe compiere altri delitti della stessa indole, anche sfruttando la forza di intimidazione del violento gruppo di cui fa parte».

 

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