Felice Cavallaro per corriere.it
Il dramma e la vergogna delle bare accatastate fra magazzini e tendoni di fortuna si consuma da anni in una Palermo dove sulla gestione dei cimiteri la procura della Repubblica ha aperto sei inchieste con arresti e incriminazioni. Periodicamente arrivano impegni e promesse per risolvere un problema che invece si amplifica. Appena due mesi fa il sindaco Leoluca Orlando, sostituito l’assessore al ramo, aveva detto di assumersi ogni responsabilità: «Comprese quelle non mie perché un cittadino non può tirarsi indietro». Ne parlò dopo Capodanno davanti all’imbarazzo di 600 bare ammucchiate al cimitero dei Rotoli. E adesso, più di due mesi dopo, abbiamo superato le 800 bare che un consigliere di opposizione, il leghista Igor Gelarda, ha filmato con il suo cellulare.
La concessione dei loculi
Un documento che, al di là di ogni contrapposizione politica o di ogni eventuale uso strumentale, costituisce una denuncia pesante. Orlando aveva detto a gennaio, con una certa soddisfazione, che su questa drammatica questione un po’ tutti stavano forse evitando speculazioni elettorali.
E tanti hanno atteso i progetti annunciati. A cominciare dal reperimento di alcune centinaia di posti per procedere a una riduzione delle concessioni dei vecchi loculi da 50 a 30 anni, in modo da liberarne in prospettiva più di tremila. Seppure con disappunto di chi vorrebbe potere continuare a pregare i propri cari là dove riposano.
L’affare del forno crematorio
Devastante il quadro illustrato da Gelarda: «Ci sono 800 salme a deposito, molte per terra, fra tensostrutture e vari depositi disseminati all’interno cimitero». Nessuna notizia sull’annunciata sistemazione del vecchio forno crematorio. Altra vergogna che si trascina da anni con soddisfazione di chi offre costosissimi servizi trasportando le bare dalla Sicilia fino in Campania per le operazioni relative.
E il nuovo forno crematorio tante volte annunciato? «Manca il collegamento con la rete fognaria, un grosso problema», hanno risposto i responsabili del cimitero a Gelarda che invoca date certe sul progetto del nuovo cimitero. Anche questo rimasto sulla carta in una città dove già si parla di trasferire alcune centinaia di salme in altre regioni. Senza pace per chi se ne va e per chi resta piangendo sotto un capannone.
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