libia

NUOVI GUAI IN LIBIA: E' TORNATO L'ISIS - SFRUTTANDO IL CAOS, I JIHADISTI HANNO ATTACCATO UN VILLAGGIO A SUD DI SIRTE - SALTA LA CONFERENZA VOLUTA DALL'ONU PER METTERE INTORNO A UN TAVOLO TUTTE LE FAZIONI IN GIOCO: E' IL FALLIMENTO DEL PIANO DELLE NAZIONI UNITE CHE NON SI ASPETTAVANO L'AVANZATA DI HAFTAR - LA POSSIBILITÀ DI SANZIONI NEI CONFRONTI DEL "BAFFO FORTE DELLE CIRENAICA" SI È ARENATA DAVANTI AL NIET DELLA RUSSIA

Cristiana Mangani per "il Messaggero"

 

KHALIFA HAFTAR

I primi effetti della battaglia si vedono già con la rinuncia dell' inviato dell' Onu Ghassam Salamé a far svolgere la Conferenza nazionale libica in programma dal 14 al 16 aprile a Ghadames. Un incontro che doveva mettere intorno al tavolo tutte le realtà del paese africano e che, secondo i piani delle Nazioni Unite, avrebbe dovuto essere risolutiva per la stabilizzazione.

 

Salamé ha annunciato il rinvio, a causa dei combattimenti in corso, anche se dice di essere «più che mai determinato a tenere la conferenza appena possibile». Ma la realtà è diversa. La rinuncia al vertice è qualcosa di più di un semplice rinvio, è probabilmente il fallimento dell' intero piano dell' Onu e dell' attività diplomatica del suo inviato. Se è vero, come sostengono da più parti, che anche Salamé si è trovato spiazzato davanti alla decisione del generale Khalifa Haftar di avanzare verso Tripoli.

 

al serraj haftar giuseppe conte

Per questa ragione, mentre il segretario generale Antonio Gutteres è tornato a chiedere «la fine immediata del conflitto, nel pomeriggio di oggi (alle 15 ora locale) su richiesta della Germania, presidente di turno, si terrà una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza del Palazzo di vetro, con Salamé che dovrà riferire ai Quindici gli sviluppi sul terreno.

 

SINDACO UCCISO

La necessità di un intervento concreto sembra chiara a tutti. Anche perché, ieri, la situazione di caos ha consentito all' Isis di rialzare la testa. Lo Stato islamico ha attaccato un villaggio nel distretto di Jufra, a 370 km a sud di Sirte, e ne ha rivendicato l' incursione.

 

Ghassan Salame

Un po' come era successo in Siria e in tutti i paesi dove la confusione lascia spazio a chi voglia conquistarlo. I terroristi sono arrivati di notte a bordo di 13 mezzi e hanno ucciso almeno tre persone, tra le quali il sindaco, Ismail al-Sharif. Nella loro furia hanno dato alle fiamme alcune abitazioni di poliziotti e la sede delle Guardie municipali del centro, il cui capo è stato rapito e poi liberato.

 

La giornata di ieri sembra essere stata caratterizzata da una minore tensione sul fronte bellico. La coalizione di milizie che difende Tripoli ha attaccato la base aerea di al-Watiya e distrutto autobotti nel centro del paese dove si trovavano gli uomini di Haftar.

 

giuseppe conte incontra fayez al serraj 2

L'esercito del generale (Lna) ha avuto defezioni e perdite e sembra aver rallentato la corsa verso la Capitale. Ma il freno agli interventi potrebbe far parte di una precisa strategia, perché una parte delle forze del feldmaresciallo si è indirizzata verso Sirte, dove sono cominciati i combattimenti. E la ragione potrebbe spiegarsi con la sua volontà di tenere impegnati lì i misuratini, la milizia forte che appoggia il presidente Fayez al Serraj, e che così potrebbe essere distratta da Tripoli.

 

LA DIPLOMAZIA

Questo spiegherebbe la reazione dell' ambasciatore libico a Roma, Omar Taruni, che ha dichiarato: «La comunità internazionale ha lasciato il popolo libico da solo. Qualche paese - ha aggiunto il diplomatico - ha cominciato a dire apertamente ad Haftar di fermare le operazioni solo dopo cinque giorni dall' inizio del conflitto».

LA SITUAZIONE IN LIBIA - aprile 2019

 

«Non ci aspettavamo questo silenzio - confermano fonti del governo di accordo nazionale - La comunità internazionale si deve assumere le sue responsabilità e dire alle parti in lotta che devono proteggere la popolazione civile». Qualcosa che finora non è stata fatta perché, al di là delle posizioni ufficiali, delle buone intenzioni manifestate da quasi tutti, il vero sostengo non si è visto. E la possibilità di sanzioni nei confronti di Haftar si è arenata davanti al niet della Russia.

libia scontri

 

I COLLOQUI

L'Italia, intanto, si muove in cerca di mediazioni, con il premier Conte che chiama Serraj e il ministro Moavero Milanesi che ha un lungo colloquio con il vicepremier libico Ahmed Omar Maitig, «sulle ripercussioni dell' aggressione alla città di Tripoli». Ma in assenza di prese di posizione forti, Haftar non mollerà facilmente il campo e la guerra rischierà di diventare lunga ed estenuante per la popolazione

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...