putin bomba atomica

ORA CHE HA TOLTO LA SICURA ALLA BOMBA ATOMICA A PUTIN CONVIENE FARE IL PAZZO – SPALLE AL MURO, PER NON PERDERE LA GUERRA E IL POTERE, MAD VLAD EVOCA LO SPETTRO DELLA GUERRA NUCLEARE NELLA SPERANZA CHE LA CASA BIANCA ACCETTI DI NEGOZIARE UN COMPROMESSO ALTRIMENTI IMPROBABILE – CARACCIOLO: “URGE AFFRANCARCI DALLA MARCIA DELLA FOLLIA. NON LO FAREMO FINCHÉ CI INCHIODEREMO AL PRESENTE IMMEDIATO. PRIMO PASSO, TREGUA IN UCRAINA”

Lucio Caracciolo per “La Stampa”

 

vladimir putin

L'Ucraina sta invadendo la Russia su mandato dell'"Occidente collettivo". Potessimo radiografare la mente di Putin, vi leggeremmo questa paradossale carta del fronte bellico. Sineddoche geopolitica che dipinge russe quattro regioni ucraine di cui nessuna totalmente controllata da Mosca. E che il giorno dopo l'annessione già perdevano altri pezzi.

 

Rappresentazione d'un fallimento che potrebbe sfociare nella liquidazione del presidente e forse dello Stato di cui si concepiva amministratore a vita. O nella guerra atomica che Putin scatenerebbe per impedirlo. Spettro che il Cremlino evoca nella speranza che la Casa Bianca accetti di negoziare un compromesso altrimenti improbabile.

 

Ma così è se vi pare. Dopo otto mesi di guerra, la Russia è spalle al muro. Con le avanguardie nel Donbass messe in rotta dalla controffensiva ucraina di settembre-ottobre, che ha svelato al mondo quanta cartapesta mascherasse la decadente facciata dell'esercito russo. «Questa è la più grande donazione all'Ucraina dall'inizio della guerra», constata beffardo un ministro della Difesa atlantico, scorrendo la lista dei mezzi – fra cui dozzine di carri armati recuperati col motore acceso – abbandonati dall'Armata russa in fuga.

 

VLADIMIR PUTIN

A Mosca si confida nel generale Inverno per rinsanguare i reparti al fronte. Obiettivo: guadagnare tempo, contando che prima o poi l'eteroclita famiglia atlantica, stanca di guerra per procura, sanzioni e controsanzioni, terrorizzata dalla minaccia d'olocausto nucleare, stabilisca di non morire per Kiev. Possibile. Sicuro è che quando un esercito invasore passa dall'offensiva alla difensiva, come quello russo nell'avventura d'Ucraina, difficilmente ritrova slancio. Ne sanno qualcosa le potenze occidentali che a turno si lanciarono nella pianura sarmatica salvo dover ripercorrere all'inverso il percorso d'andata, affondando nelle rispettive Beresine.

 

Eppoi tra qualche tempo i combattenti potrebbero averne abbastanza. Ucraini e russi non sono quel popolo unico che Putin pretende, ma nemmeno alieni. Figli e soldati di famiglie miste si contano a milioni. Per quanto possano aver imparato a odiarsi, russi e ucraini sanno bene che finché le rispettive patrie esisteranno vivranno a contatto di gomito. Oggi in guerra, domani sperabilmente in pace. La rinuncia dell'Armata russa a martellare bersagli ucraini che i manuali militari avrebbero imposto di saturare di bombe, come pure l'abbondante impiego in prima linea di milizie separatiste locali, ceceni e mercenari Wagner, si spiega con l'indisponibilità di molti soldati russi a una guerra "fratricida" d'aggressione che non sentono propria e alla quale non sono stati preparati. E con la coscienza dei comandanti che non conviene mettere troppo alla prova la lealtà delle truppe, specie se di élite.

vladimir putin

 

La Russia non ha ancora perso la guerra ma ha già perso la faccia. Molto peggio. Da una sconfitta si può rinascere. Senza faccia si riparte da sottozero. La credibilità è il marchio della potenza. Occorrono secoli per costruirsi una reputazione. Basta qualche mese per giocarsela.

 

È quanto sta accadendo a Mosca nella guerra di Ucraina. Concepita contro-colpo di Stato con calibrato accompagnamento militare, rivincita del blitz subìto nel 2014 a Kiev grazie al supporto angloamericano alla rivolta di Jevromaidan, l'"operazione militare speciale" volge in lotta per la sopravvivenza. Scopo: salvare la Russia. Rischio: morte dello Stato e sua decomposizione in ritagli di Russie via guerre non solo civili. Conseguente spartizione del suolo patrio fra nemici o finti amici occidentali, orientali e meridionali. In sfere d'influenza o per annessioni dirette. Replica in formato superiore della mischia per la successione al colosso zarista che fra 1918 e 1922 coinvolse svariate fazioni domestiche e le medesime potenze straniere che oggi il Cremlino battezza "Occidente collettivo". Italia compresa.

 

PUTIN E BIDEN

«Vogliono impagliare l'Orso», constata Putin, non il tipo del suicida. Carico di risentimento verso i "colleghi" occidentali, incalzato dai cinesi che non fidandosi più di lui lo vorrebbero subito con la penna in mano a firmare la pace con Zelensky, il capo vede sfaldarsi davanti agli occhi la coorte di servitori che tutto gli deve e di cui sa di non potersi fidare.

 

Dice molto lo sguardo assente dei dignitari che il 30 settembre si ritrovano comandati nella sala di San Giorgio al Cremlino per la cerimonia di ammissione alla Federazione Russa delle regioni ucraine di Luhansk, Donesk, Zaporizhzhia e Kherson, autolegittimate da farseschi referendum in zona di guerra. Qualcuno con in mente, se non in tasca, un biglietto di sola andata verso i conti bancari protetti nei paradisi dell'"Occidente collettivo", altri pronti a indossare la casacca del salvatore della patria che oserà accompagnare Putin all'uscita – magari il vicino di sedia, chissà. L'indugiare delle telecamere di Stato sui volti distratti degli astanti appare riflesso forse inconscio di fine regime. O della rivoluzione che vorrà rifondarlo.

 

JOE BIDEN VLADIMIR PUTIN MEME

Putin cerca disperatamente di dare senso a una guerra che per la Russia non ne ha mai avuto. Qualsiasi pace si possa concepire al Cremlino, troverà la terza (?) potenza mondiale molto più debole di quanto fosse il 23 febbraio di quest'anno. Come chiedere al popolo e ai soldati russi di battersi per mitigare la sconfitta, giacché la vittoria è impossibile? Di qui la tentazione della derapata nucleare: se non posso vincere, nessun altro lo potrà. A noi pare follia.

 

Non necessariamente a chi rischia di trovarsi con l'estremo privilegio di determinare di quale morte morire e in compagnia di chi. Non fu Putin stesso a chiedersi, nel 2018, quale senso avesse mai il mondo senza Russia? A Washington e nelle capitali europee non del tutto irresponsabili o post-storiche si prende sul serio la ripetuta evocazione russa della Bomba come risorsa da spendere, non solo da agitare a fini di deterrenza.

 

vertice biden putin sull ucraina

Una volta tolta la sicura all'arma atomica, a Putin conviene fare il pazzo. Come minimo, ci lascia in tormentosa incertezza. Vuole dividere i nemici fra chi pare disposto ad andare fino in fondo, sull'onda dell'Ucraina euforizzata dal successo di settembre, e chi preferirebbe farla finita quasi a qualsiasi prezzo sulla pelle degli ucraini ma non osa confessarlo. Discrimine che taglia non solo i soci atlantici fra loro, ma incide negli apparati e fra i decisori politici di ciascun paese.

 

putin biden

Urge affrancarci dalla marcia della follia. Non lo faremo finché ci inchioderemo al presente immediato, matrice del futuro già scritto. Conviene ripartire dall'avvenire desiderato, implausibile finché restiamo prigionieri della cronaca. Primo passo, tregua in Ucraina. Condizione insufficiente e necessaria della pace che molto dopo verrà. Decisori responsabili si esercitano in questa simulazione coraggiosa e salvifica. Sicuramente anche al Cremlino e dintorni. Ma noi?

joe biden vladimir putin 9vladimir putin joe biden 5Biden Putin

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...