pigne pigna pinolo pinoli cimicione delle confere

E ORA COME LO PREPARIAMO IL PESTO? – IN DIECI ANNI IN ITALIA SI È PASSATI DA UNA PRODUZIONE DI 880-900MILA QUINTALI DI PIGNE A 80-90MILA QUINTALI, CAUSANDO UN AUMENTO VERTIGINOSO DEL PREZZO DEI PINOLI – IL MOTIVO, OLTRE AI CAMBIAMENTI CLIMATICI, È LA PRESENZA DEL CIMICIONE DELLE CONIFERE, UN PARASSITA ORIGINARIO DEL NORD AMERICA CHE ATTACCA LA PIGNA E SUCCHIA LA SUA LINFA – L’INSETTO HA CAUSATO UN CROLLO DELLA DISPONIBILITÀ DEI PINOLI IN ITALIA, SPINGENDO MOLTI A IMPORTARLI

pinoli 2

Valeria Arnaldi per "il Messaggero"

 

Raccolti all'ombra dei pini e aperti, aiutandosi con un sasso, ricordano giochi infantili. Usati per preparare il pesto alla genovese rientrano tra le icone del gusto made in Italy. E come ingredienti per la torta della nonna - e molti altri dolci - regalano a qualunque contesto l'atmosfera di casa. Gli italiani amano i pinoli, ma non li producono quasi più. I quantitativi raccolti, infatti, negli ultimi anni, sono drasticamente calati. 

pigne 2

 

La causa è da ricercare, in parte, nei cambiamenti climatici, tra gelate fuori stagione e lunghi periodi di siccità, spezzati da bombe d'acqua. Da qualche anno, però, a mettere in difficoltà il comparto, è soprattutto un parassita: il Leptoglossus occidentalis, detto cimicione delle conifere, originario del Nord America. 

cimicione delle conifere 4

 

«Pungendo i frutti, il parassita fa abortire le pigne che rimangono vuote - spiega Lorenzo Bazzana, responsabile Ortofrutta di Coldiretti - Il calo nei raccolti è stato duro. In dieci anni siamo passati da una produzione di 880-900mila quintali di pigne agli attuali 80-90mila quintali. La produzione dello scorso anno, inoltre, è stata particolarmente scarsa, a causa della siccità. In alcune zone di raccolta, da maggio ad oggi non c'è stata pioggia». 

 

Gli effetti si vedono anche nei prezzi, che per il pinolo mediterraneo, in un decennio, sono saliti vertiginosamente, passando dai circa 30 euro al chilo agli oltre 65, e arrivando fino al picco di rialzi del 136%. 

pinoli 1

 

LA DIPENDENZA 

«In Italia consumiamo 4.000 tonnellate di pinoli all'anno, ma in questo momento ne produciamo all'incirca 200 tonnellate, secondo le stime - prosegue Bazzana - la raccolta nel nostro Paese avviene, perlopiù, nelle pinete costiere, sui litorali laziale e toscano. A causo del calo degli ultimi anni, ormai siamo quasi completamente dipendenti dall'estero, specie da Cina e Pakistan». 

 

Il problema peraltro non è solo italiano. Nel 2004, i Paesi del Mediterraneo producevano circa 5.500 tonnellate di pinoli sgusciati, come riportato da Riccardo Calcagni, ceo di Besana, società, fondata nel 1921, per la commercializzazione di frutta secca, alla Nut Fruit Conference 2020, congresso mondiale organizzato da International nut & dried fruit council. Appena sei anni dopo, nel 2010 la produzione era calata a 5.100 tonnellate. 

 

pigna

Nel 2019 la produzione si è fermata a 2.040 tonnellate. Intanto, in Russia, Cina e Corea del Nord, ad oggi tra i principali produttori, i raccolti sono cresciuti in modo sensibile, arrivando perfino a triplicare. «Il parassita, in Italia, è apparso per la prima volta, nel 2006, sulle coste romagnole - dice il professor Luca Gorreri, funzionario Ente-Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, in Toscana, che collabora con Cia-Agricoltori Italiani - e dopo due anni è stato rinvenuto nel grossetano, poi si è spostato, arrivando pure sulla costiera campana. 

 

cimicione delle conifere 3

L'antagonista è stato individuato, ma si tratta di una specie esotica, che non può essere usata nella lotta biologica sul territorio. I danni per il settore sono stati fortissimi». Federico Grassini, titolare di Grassini Pinoli, azienda di Campo di San Giuliano Terme, nel pisano, specializzata nella raccolta, lavorazione e vendita diretta di pinoli naturali, commenta: «La situazione è difficile. La produzione è calata del 95%. 

 

Prima, a cento chili di pigne verdi corrispondeva una raccolta di quattro chili di pinoli sgusciati. Oggi, lo stesso quantitativo di pigne permette di avere tra un chilo e un chilo mezzo appena di pinoli sgusciati. 

 

cimicione delle conifere 2

I RISCHI 

Il parassita attacca la pigna quando è piccola e, succhiando la sua linfa, la secca. Le altre sullo stesso ramo hanno pinoli ma sono vuoti». E ancora: «Molte aziende sono state costrette a chiudere. Per i produttori di altri tipi di frutta, in situazioni simili a questa, sono stati previsti aiuti, ma nel caso dei pinoli, le aziende sono state lasciate sole». 

pinoli 3

 

Il calo nei raccolti si fa sentire anche a tavola. «I pinoli italiani sono molto diversi da quelli importati - dichiara lo chef Alessandro Circiello, portavoce della Federazione Italiana Cuochi - Cambiano gli oli essenziali, le proprietà, i sentori. E anche il gusto. Quelli importati sono più amari. Sarebbe meglio usare sempre quelli nazionali. Se non si può fare, si deve utilizzare qualche accortezza per impiegarli in cucina. 

 

pigne 4

Per fare il pesto, occorre usare più basilico, altrimenti, una volta pronto, risulterà amaro al palato. E nei dolci, bisogna aggiungere più zucchero e altri aromi». Produttori ed esperti sperano nel domani. «Abbiamo visto un lieve calo nel numero di parassiti in alcune produzioni nel Paese - conclude Luca Gorreri, autore di più volumi sulla raccolta dei pinoli - confidiamo che la situazione, in futuro, anche in termini di raccolta, possa migliorare. I danni, però, sono stati gravi. Ci vorrà tempo».

pigne 1cimicione delle conifere 1

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?